Il 25 settembre 1979, a Palermo, la mafia uccise il giudice Cesare Terranova ed il maresciallo di Pubblica Sicurezza, Lenin Mancuso. Manifestazione sul luogo dell’agguato a cui hanno partecipato i familiari delle vittime, le istituzioni e al termine della commemorazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Palermo – Per non dimenticare il sacrificio di questi due servitori dello Stato si è svolta una cerimonia alla memoria, sul luogo dell’attentato in via De Amicis, durante la quale il Questore Leopoldo Laricchia ha deposto una corona di alloro in loro ricordo, alla presenza del prefetto Giuseppe Forlani, del sindaco Roberto La Galla, di altre istituzioni pubbliche, dei vertici militari e dei familiari delle vittime.
Il maresciallo Mancuso era il poliziotto stretto collaboratore del giudice Terranova e insieme avevano lavorato per molti anni conducendo indagini serrate contro le famiglie mafiose palermitane. L’omicidio avvenne durante un agguato al mattino presto, mentre il giudice ed il sottufficiale stavano andando a lavoro. Furono travolti da una scarica di colpi sparati da una carabina e da alcune pistole da parte di appartenenti a Cosa nostra.
Il giudice Terranova morì sul colpo. Il maresciallo Mancuso fu portato in ospedale dove spirava dopo alcune ore di agonia. Con lo scopo di mantenere sempre vivo il ricordo di tutti i poliziotti della Squadra Mobile caduti a Palermo per mano della mafia, nel luglio scorso, è stato inaugurato il “Percorso della memoria”, che ad ottobre ospiterà gli studenti delle scuole palermitane e i cittadini che vorrano farvi visita.
Un vero e proprio museo della memoria, realizzato all’interno del Complesso Santa Elisabetta, sede della Squadra Mobile di Palermo, dove è presente anche uno schermo touch screen che visualizza testi, immagini e contributi audio, in ricordo di chi ha sacrificato la propria vita:
“…Palermo non dimentica – ha detto il sindaco Lagalla – l’impegno di due uomini dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata, come dimostra anche l’affresco di memoria, rappresentato dal murale che campeggia qui in via De Amicis, nella facciata dell’istituto Giovanni XXIII-Piazzi, e che ritrae insieme il giudice Terranova e l’agente Mancuso. È profonda la gratitudine nei confronti di Cesare Terranova, magistrato che ha dedicato la sua vita al contrasto alla mafia, sia nella sua attività professionale, sia in quella da parlamentare, quando non ha mancato di evidenziare puntualmente i rapporti tra mafia e politica in un periodo durante il quale certi collegamenti restavano nell’ombra o, addirittura, venivano negati…”.
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