Operazione “Chicken Game” ad Asti: manodopera a nero nel settore avicolo

I finanzieri hanno scoperto le condizioni di sfruttamento dei lavoratori e le irregolarità: sanzione da 18mila euro per il datore di lavoro.

Asti – Operazione “Chicken Game” delle Fiamme Gialle che hanno scoperto le pratiche illecite di un imprenditore extracomunitario, che avrebbe reclutato e impiegato in nero lavoratori dimoranti presso il Centro di Accoglienza Straordinaria di Castello d’Annone (AT). Per evitare controlli, i dipendenti venivano prelevati nelle ore notturne e trasportati sul luogo di lavoro senza contratti, assicurazione o contributi previdenziali. I militari sotto il coordinamento della Procura, hanno condotto un’indagine su un’azienda del settore avicolo che impiegava manodopera irregolare. E hanno scoperto che alcuni dipendenti, tutti cittadini extracomunitari, sarebbero stati sottoposti a condizioni di sfruttamento, senza tutele normative e approfittando del loro stato di bisogno.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno confermato il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603 bis c.p.), oltre ad altri reati tra cui lesioni personali (art. 582 c.p.) e minacce (art. 612 c.p.). I lavoratori, privi di dispositivi di protezione, sarebbero stati costretti a operare in condizioni insalubri, a contatto con il guano dei volatili, senza formazione sulla sicurezza. Parallelamente, l’azienda è stata sottoposta a verifiche tributarie: la Guardia di Finanza ha segnalato all’Agenzia delle Entrate un’evasione fiscale di 160.000 euro, mentre l’INPS ha sanzionato il datore di lavoro per 18.000 euro a causa delle irregolarità previdenziali.

L’operazione rientra in un più ampio piano di controlli contro il lavoro sommerso. Dal 2024, i finanzieri di Asti e Canelli hanno ispezionato 32 imprese, verificando la posizione di 210 lavoratori, di cui 140 sono risultati in nero o irregolari. Sono stati segnalati 9 datori di lavoro, con 3 deferiti all’Autorità Giudiziaria per impiego di lavoratori senza permesso di soggiorno e 3 all’Ispettorato del Lavoro per l’applicazione della maxi sanzione e la sospensione dell’attività. Complessivamente, l’INPS ha accertato oltre 1.700.000 euro di contributi previdenziali evasi e sanzioni.

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