Custodia cautelare per cinque indagati e domiciliari per altri due. Le indagini collegate al procedimento “Doppia Curva”. Il gip: “C’erano rapporti tra Bellocco e l’Inter”.
Milano – Nuovo colpo alla criminalità organizzata nel capoluogo lombardo. La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Milano, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di sette persone, cinque delle quali condotte in carcere e due poste agli arresti domiciliari.
Gli indagati sono accusati a vario titolo dei reati di estorsione, usura ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, con l’aggravante della finalità mafiosa. Secondo l’accusa, le loro azioni avrebbero favorito la cosca mafiosa calabrese Bellocco, attiva anche nel Nord Italia. Tra gli arrestati ai domiciliari c’è anche Mauro Russo, ex socio di Paolo Maldini e Bobo Vieri.
Dietro le nuove misure cautelari gli interrogatori resi dal collaboratore di giustizia Andrea Beretta, il “Berro”, uno degli ex capi della nord interista che il 4 settembre 2024 ha ucciso Antonio Bellocco al culmine di una faida innescata dalla famiglia di ‘ndrangheta per scalare le gerarchie della curva e soprattutto degli affari. Lo stesso Bellocco aveva prestato soldi a strozzo a un imprenditore comasco, dal quale pretendeva interessi fino al 400% e che era stato più volte minacciato per indurlo a versare il pattuito.
Le vicende contestate erano già emerse nell’ambito del procedimento penale noto come “Doppia Curva”, ma sono state ulteriormente chiarite grazie alle dichiarazioni delle vittime, agli interrogatori del collaboratore di giustizia Andrea Beretta e a indagini economico-finanziarie mirate.
Tra gli episodi più rilevanti figurano richieste estorsive al gestore dei parcheggi dello stadio Meazza, al quale sarebbe stato imposto il pagamento di somme di denaro per assicurarsi una presunta “tranquillità ambientale”, e pressioni per l’estromissione dello stesso Beretta dalla gestione della propria società di merchandising.
Nell’ordinanza cautelare si parla anche di un “rapporto intercorrente tra gli esponenti di spicco del direttivo della curva Nord”, tra cui Antonio Bellocco, lo ‘ndranghetista ucciso lo scorso settembre dall’ex capo ultrà interista Andrea Beretta, “e la società interista”. Dagli atti emerge, infatti, che Bellocco si sarebbe speso affinché il vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti “fosse presente” ad un evento che interessava all’attività imprenditoriale di Davide Scarfone, finito oggi in carcere e legato, secondo le indagini, a Bellocco.
Un altro grave capo d’accusa riguarda una serie di prestiti usurari concessi – anche da parte del defunto Antonio Bellocco, figura di vertice dell’omonima cosca – a un imprenditore comasco. A quest’ultimo sarebbero stati imposti tassi di interesse fino al 400%, accompagnati da minacce ripetute per estorcere il pagamento delle somme pattuite.
Infine, gli indagati avrebbero utilizzato una società per emettere false fatture, allo scopo di evadere imposte sui redditi e IVA, un meccanismo che rientra nel classico schema di frode fiscale legata alla criminalità organizzata.
L’operazione conferma il radicamento delle mafie anche nel Nord Italia e l’efficacia del lavoro sinergico tra forze dell’ordine e magistratura nel contrasto ai reati di stampo mafioso.