Omicidio Paganelli, nessuna svolta dall’interrogatorio di Dassilva

L’operaio senegalese ha ribadito la relazione con la nuora della vittima (“Non ero innamorato e Manuela non mi ha plagiato”) e l’alibi confermato dalla moglie.

RIMINI – “E’ andato tutto bene”, ha detto Louis Dassilva, 34 anni, operaio metalmeccanico senegalese, all’uscita del tribunale di Rimini dove lo aspettavano decine di cronisti e cameraman dopo un interrogatorio in Procura durato una decina di ore. L’uomo ha risposto a tutte le domande poste dal Pm Daniele Paci e dal capo della Mobile riminese, commissario capo Marco Masia. Assistito dal difensore, avvocato Riario Fabbri, e dalla consulente Roberta Bruzzone, Dassilva ha snocciolato le sue verità confermando, da quanto se ne sa, la precedente versione dei fatti soprattutto per quanto riguarda il suo alibi confermato dalla moglie Valeria Bartolucci. L’operaio, camicia bianca e occhiali da sole, visibilmente stanco e provato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni prima e dopo l’incontro con gli inquirenti.

Il 35enne senegalese, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, si è poi defilato in auto verso casa mentre qualche accenno agli argomenti che hanno caratterizzato l’interrogatorio è stato fatto dalla consulente criminologa:

Dassilva al centro con l’avvocato Riario Fabbri e la consulente Roberta Bruzzone

” E’ stata una lunga e proficua giornata – ha dichiarato Roberta Bruzzone – E’ andata piuttosto bene e, crediamo, di aver chiarito una serie di punti parlando a 360 gradi della vicenda. Siamo partiti dall’inizio della relazione tra Louis e Manuela e parlato di quello che è accaduto tra i due. Sono, tuttavia, informazioni sulle quali la Procura deve ancora indagare. Allo stesso tempo, sulla scorta di quanto riferito, sull’alibi fornito dalla moglie Valeria non ci sono contraddizioni. Ci auguriamo che questa indagine possa volgere lo sguardo altrove. Noi non abbiamo alcuna evidenza di telecamere che inquadrano Louis nei momenti dell’omicidio. Immagino che se ci fosse un filmato che lo riprende in maniera certa, fuori dall’abitazione e all’orario del delitto, noi oggi non saremmo qui. Per quanto riguarda la relazione extraconiugale con Manuela, invece, Dassilva non è stato in qualche modo plagiato da lei. Louis era ben consapevole dei ruoli e dell’importanza di quel tipo di rapporto, non c’è una manipolazione esplicita e lui non era innamorato della nuora di Pierina”.

Valeria Bartolucci con il marito Louis Dassilva

Il 28 giugno prossimo si svolgerà l’incidente probatorio, richiesto dall’avvocato Fabbri, durante il quale il Gip Vinicio Cantarini incaricherà un consulente tecnico d’ufficio affinché svolga alcuni test irripetibili sui reperti della scena del crimine di cui si avrà contezza dopo almeno 60 giorni. La relazione adulterina tra Louis e la Bianchi è ritenuta dagli investigatori una delle possibilità per la soluzione del giallo di via Del Ciclamino. Prima dell’interrogatorio di Dassilva, infatti, gli investigatori avevano convocato tre amiche di Manuela Bianchi che sono state sentite a lungo sul rapporto sentimentale tenuto segreto. Quanto riferito dalle tre donne potrebbe essere messo a confronto con le dichiarazioni rilasciate nei precedenti interrogatori, oltre che ai giornalisti, dai due amanti onde trarne le dovute conclusioni.

Il cittadino senegalese dunque rimane sotto inchiesta per omicidio volontario con una serie di aggravanti ad esclusione della premeditazione ma se gli indizi a suo carico, non certo schiaccianti, dovessero venire meno la tanto attesa svolta si trasformerebbe in una bolla di sapone. Che interesse concreto avrebbe avuto Dassilva nel sopprimere la suocera della sua amante? C’è qualche buco nero in questo delitto al momento di difficilissima lettura? Del resto il cambio di strategia difensiva, che alla vigilia dell’interrogatorio sembrava escludere la collaborazione fra indagato e Procura, fa pensare ad un prossimo nuovo interrogatorio di Manuela Bianchi che, com’è quasi scontato, confermerà quanto già riferito in precedenza.

Manuela Bianchi. Ansa

La sera del 3 ottobre dell’anno scorso  Pierina Paganelli, di rientro da un’adunata dei Testimoni di Geova, veniva trucidata con 29 coltellate in un vano tecnico-anticamera dei garage di via Del Ciclamino dove viveva. Bartolucci, come detto più volte, è l’alibi di Dassilva. La coppia sarebbe stata in casa nel momento dell’omicidio: lui avrebbe avuto una mobilità ridotta a causa di un incidente in motorino occorso il giorno prima e sarebbe rimasto sul divano di casa davanti alla tv. La moglie sarebbe andata a letto ma si sarebbe accorta, come ha sempre sostenuto, se il marito fosse uscito di casa o meno. Vero o falso?

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