Omicidio di Alessandro Coatti in Colombia, l’ipotesi dei gruppi paramilitari

Il biologo italiano smembrato a Santa Marta. Alcuni esperti locali tirano in ballo i cartelli del narcotraffico, responsabili di delitti brutali per marcare il territorio.

Santa Marta (Colombia) – Il caso del biologo molecolare italiano Alessandro Coatti, 38 anni, trovato smembrato in una valigia a Santa Marta, continua a essere avvolto nel mistero. Gli esperti locali puntano il dito contro gruppi paramilitari come il Clan del Golfo e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra, ma gli inquirenti non hanno ancora individuato un movente chiaro. La vicenda vede ora una collaborazione tra autorità italiane e colombiane per fare luce sull’efferato crimine.

Il corpo di Coatti – testa, mani e piedi – è stato rinvenuto domenica scorsa in una valigia abbandonata in un torrente vicino allo stadio Sierra Nevada, a Santa Marta. Il torso e altre parti mancano ancora all’appello. Secondo Lerber Dimas, esperto di conflitti territoriali intervistato da El Tiempo, “chi ammazza in questo modo nella regione sono quelli del Clan del Golfo e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra.” Un’ipotesi condivisa da Norma Vera Salazar, specialista in diritti umani, che ha spiegato: “Esiste un chiaro schema ricorrente: corpi torturati, smembrati, infilati in sacchi della spazzatura o di caffè e abbandonati sulle strade rurali. Questi omicidi servono a incutere paura e marcare il territorio.

Il Clan del Golfo è il più potente cartello paramilitare del Paese capace di esercitare un controllo capillare sul narcotraffico e le estorsioni. Le Autodefensas Conquistadores de la Sierra dominano invece la Sierra Nevada de Santa Marta, area strategica per il traffico di droga verso il Caribe. Entrambi i gruppi, attivi nella zona di Santa Marta, usano la violenza estrema come strumento di potere.

Tuttavia, fonti vicine alle indagini escludono legami di Coatti con il crimine organizzato: “Non ci sono elementi che lo colleghino al traffico di droga o ad attività illecite,” hanno precisato. Il biologo, che aveva lasciato la Royal Society of Biology a Londra a fine 2024 per viaggiare in Sudamerica dopo un volontariato in Ecuador, era in vacanza nella città colombiana, nota per le sue bellezze naturali ma anche per un tasso di omicidi raddoppiato nell’ultimo decennio.

La polizia colombiana e la Procura di Santa Marta, in coordinamento con i carabinieri italiani, stanno analizzando i dati raccolti: un braccialetto dell’ostello dove alloggiava Coatti, ultimo luogo dove è stato visto vivo venerdì scorso, e le sue richieste di informazioni su Minca, un’area montuosa a 45 minuti da Santa Marta. L’autopsia, in corso, potrebbe fornire dettagli cruciali. Secondo Radio Caracol, un magistrato italiano è atteso a breve per collaborare alle indagini, un segnale della determinazione di Roma e Bogotá a risolvere il caso. Il sindaco Carlos Pinedo Cuello ha offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos (circa 10.000 euro) per informazioni utili.

Coatti, laureato in neuroscienze a UCL e apprezzato scienziato, era descritto dai colleghi come “appassionato e brillante.” La Royal Society of Biology lo ha ricordato come “un uomo caldo, intelligente, amatissimo.” La sua morte brutale, in una città turistica come Santa Marta, solleva interrogativi sulla sicurezza e sul peso dei gruppi paramilitari nella regione. Se l’ipotesi di Dimas e Salazar fosse confermata, il caso potrebbe essere un tragico esempio di violenza casuale per “marcare il territorio,” ma gli inquirenti restano prudenti.

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