Tracce biologiche da confrontare con quella di Fortunato Verduci, 65 anni, sospettato del brutale omicidio di Luigia Borrelli nel 1955 a Genova.
Genova – Sono 52 i tamponi effettuati sull’arma del delitto per cercare tracce biologiche da confrontare con il DNA di Fortunato Verduci, 65 anni, carrozziere di Reggio Calabria sospettato del brutale omicidio di Maria Luigia Borrelli, infermiera e prostituta uccisa nel 1995 in un basso di vico Indoratori, nel centro storico di Genova. La donna fu trovata con un trapano conficcato nel collo: proprio su quel trapano e sul suo cavo elettrico si stanno ora cercando residui organici grazie a nuove tecnologie investigative.
La PM Patrizia Petruzziello ha disposto a maggio un incidente probatorio per approfondire l’analisi scientifica, incaricando il generale in congedo Luciano Garofalo, ex comandante dei RIS di Parma. Le difese hanno nominato il genetista Paolo Fattorini (Università di Trieste), mentre la parte civile – che rappresenta la figlia della vittima – ha scelto il dattiloscopista Nicola Caprioli, noto per il suo lavoro nel caso Garlasco.
Verduci, a oggi non detenuto, è stato collegato alla scena del crimine da un profilo genetico parziale compatibile con un parente detenuto a Brescia. Tuttavia, la Cassazione, come già fatto dal gip e dal Riesame, ha respinto la richiesta d’arresto, ritenendo gli indizi gravi ma non sufficienti, anche alla luce del lungo tempo trascorso. Secondo l’accusa, Verduci – all’epoca ludopatico e indebitato – avrebbe ucciso la donna per rapinarla, colpendola con estrema violenza. La Procura prevede di chiudere le indagini entro l’autunno, dopo l’esito definitivo degli accertamenti genetici.