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Odio fatale: le ha investite per ucciderle

Dopo l’impatto mortale Piero Nasca si è fermato ed ha chiamato la polizia. Per una delle donne non c’era più nulla da fare. Alla moglie è andata bene: solo qualche contusione e stato di shock. Non voleva ammazzarle ma solo spaventarle, ha detto l’indagato al Gip etneo.

CATANIA – Non voleva ucciderle ma solo spaventarle. Invece c’è scappato il morto. Piero Maurizio Nasca, 52 anni, assistito dall’avvocato Fabio Presenti, tenta di difendersi cosi davanti al Gip etneo Marina Rizza che lo ha interrogato per convalidare il fermo con l’accusa di omicidio e tentato omicidio aggravati in danno di un’amica della moglie, Cettina De Bormida detta Cetty, 69 anni, di Centuripe in provincia di Enna, rimasta uccisa e la moglie Anna Longo di 56 anni, ferita ma fuori pericolo di vita.

Anna e Piero. Da Fb

L’uomo le ha travolte con la propria auto, una Opel Meriva, il 10 giugno scorso, lungo una strada della zona industriale di Catania per poi chiamare il 112 confessando all’operatore l’omicidio. La coppia era in crisi da diversi anni e negli ultimi tempi il rapporto era diventato insostenibile. Nasca, denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, è tuttora sotto processo per diversi episodi di sopraffazione subiti dalla moglie. Nel 2014 il disoccupato l’aveva minacciata di morte e nel 2018 era stato sottoposto all’ammonizione da parte del Questore di Catania per maltrattamenti in famiglia.

La moglie avrebbe provato più volte a ricucire la relazione per evitare la separazione ma non c’era riuscita, evidentemente. Nonostante questa drammatica situazione da qualche tempo i due pare si fossero riconciliati. Un riavvicinamento sul quale vigilava l’amica Cetty, che conosceva Anna da tanti anni. Era stata la donna a consigliare Anna di scrivere la parola fine al suo matrimonio proprio per i comportamenti violenti di Piero che non le permettevano di vivere tranquillamente. Poi l’epilogo della drammatica vicenda ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile.

Alcune ore prima dell’impatto mortale marito e moglie si recano in auto presso un consultorio familiare. Il centro di ascolto accoglie persone che hanno bisogno di sostegno psicologico e chi deve liberarsi da una dipendenza. Nasca infatti pare faccia abuso di alcol dunque quel colloquio non sarebbe stato altro che l’inizio di un percorso per disabituarsi a vino e liquori. La coppia però inizia a litigare violentemente, i vecchi rancori riemergono e la lite diventa un alterco feroce. L’uomo rimprovera alla donna di essere una cattiva moglie e all’amica di essere una malevola consigliera. Addossa a Cettina la colpa per la crisi coniugale e per l’imminente rottura del matrimonio.

Cetty De Bormida, la vittima

Nasca forse era brillo ma questo suo stato di alterazione durante l’impatto mortale verrà confermato o meno dall’esame dell’alcol test. Poi si compie la tragedia nell’arco di pochi minuti. Anna Longo vedendo il marito in quello stato non aveva nessuna intenzione di tornare a casa con lui. La donna infatti chiama l’amica Cetty per farsi venire a prendere cosi da accompagnarla nella sua abitazione di Librino. Le due donne stanno percorrendo a piedi la strada nella zona industriale di Catania. Si trovano sul marciapiede e discutono dell’ennesima lite fra moglie e marito.

Piero Nasca, a bordo della sua auto, le vede e accelera lanciando la sua Opel contro le due poverette, centrandole in pieno. Subito dopo si allontana ma dopo qualche centinaio di metri si ferma e telefona al 112:Venite sono stato io ma non volevo ammazzarle”, dirà Nasca all’operatore del soccorso pubblico che gli consiglierà di attendere sul posto l’arrivo di una pattuglia e dell’ambulanza senza muoversi. Volante e soccorsi arrivano nel volgere di qualche minuto ma per Cettina De Bormida non c’è più nulla da fare.

La strada dove le due donne sono state travolte

La donna è distesa sull’asfalto in un lago di sangue, morta sul colpo. Anna Longo, invece, è solo ferita. E’ cosciente, sotto shock, ma racconta tutto agli investigatori prima di essere ricoverata all’ospedale San Marco riportando solo forti contusioni e qualche ferita. Nasca, dopo le incombenze di rito, veniva trasferito nel carcere di piazza Lanza:

”Lui ce l’aveva con Cettina de Bormida perché la riteneva ‘colpevole’ delle liti che aveva con la moglie – ha spiegato l’avvocato Fabio Presenti – quando le due donne gli hanno detto che sarebbero andate via con un amico ha avuto un blackout mentale e le ha travolte. Poi ha fatto marcia indietro e quando si è reso conto di quello che aveva fatto ha chiamato la polizia”.

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