Negli Stati Uniti sta spopolando il Füde Dinner Experience, ovvero una cena vegana tra perfetti sconosciuti, senza vestiti. Un’esperienza senza dubbio stravagante, che pare permetta di connettersi meglio con sé stessi e con gli altri.
Roma – Gli Stati Uniti non finiscono mai di sorprenderci per quanto riguarda tendenze sociali, modi di vivere e di apparire. A conferma di come il “melting pot” sia un vero e proprio laboratorio di novità. Nel caso in questione potremmo utilizza la locuzione “nudi alla meta”. Ci riferiamo, infatti, al nuovo trend newyorkese, il “Füde Dinner Experience” (Esperienza della Cena Füde), in cui le persone si siedono a tavole con altre che non conoscono per degustare pietanze vegane.
Per sedersi a tavola, però, bisogna svestirsi completamente per restare completamente nudi. In questi centri oltre alle cene, si pratica yoga, meditazione, lezioni di cucina. Sempre rigorosamente nudi. Si chiamano “Füde”, definiti dal sito: “spazio liberatorio che celebra il nostro io più puro attraverso la cucina a base vegetale, l’arte, la nudità e l’amor proprio. Crediamo che attraverso la vulnerabilità, l’espansione e la connessione, tutti possiamo sperimentare la vera trasformazione”. Secondo i partecipanti a questi eventi i motivi per cui si fa tale scelta sono vari e tanti. C’è chi lo fa per sentirsi più connesso al proprio corpo o per avviare nuove conoscenze.
Agli eventi che si sono svolti finora, l’età ha oscillato tra i 21 e i 50 anni, prevalentemente di sesso femminile. Ma anche i maschi stanno vincendo le iniziali timidezze. Per entrare nel “giro” bisogna che sia data una “garanzia” da chi già ne fa parte. Bisogna compilare un modulo in cui vengono espresse le motivazioni o dichiarare se si sono mai trovati in situazioni inappropriate o irrispettose in manifestazioni del genere. Come ha riportato il New York Times, durante l’ultima cena gli invitati, dopo essersi svestiti, si sono recati alla sala da pranzo in cui una serie di candele irradiavano tutto lo spazio, dando luce ai drappeggi ricavati da lenzuola di seta color crema. Non può mancare lo champagne. C’è chi predilige trasformare questi luoghi rifacendosi ai dipinti rinascimentali, per rendere il contesto più romantico. Oppure chi vuole rimettersi in contatto col proprio corpo, dopo aver partorito il primo figlio all’età di 41 anni.
Altre donne ritengono che: “la nudità permette di connetterci in un modo diverso, e di spogliarci di ciò che il patriarcato ci ha messo addosso”. Ogni evento è organizzato su un tema, tipo “Self-Love” o “Muse/Museum”. Uno degli ultimi si è basato su: “L’accettazione dei propri ritmi interiori, affinché le persone si connettano con i loro cicli mestruali”. Anche il menu è stato appropriato all’evento: zuppa di carota e zenzero, peperoni ripieni di quinoa e mousse di avocado al cacao e lamponi. Ora non ci resta che prendere atto di questa nuova tendenza. Anche questa è cronaca di costume. Ognuno è libero di intrattenersi come meglio crede, a patto che non ci siano costrizioni o vessazioni e sia il frutto di una scelta cosciente e libera.
Che vadano pure nudi, nella speranza che gli ambienti siano ben riscaldati durante la stagione invernale… Sotto certi aspetti, queste situazioni servono anche a soddisfare l’esibizionismo insito nelle persone. In secondo luogo possono peccare di anacronismo. Ricordano, infatti, vagamente le comunità hippy degli anni ’60 in cui si esercitava la nudità e si predicava “l’amore libero”. Ci si sentiva portatori di una controcultura nei confronti delle istituzioni esistenti, ascoltavano rock psichedelico utilizzando alcuni stupefacenti come la cannabis. Lo scopo era di esplorare e allargare lo stato di coscienza. I casi attuali più che essere contro qualcuno o qualcosa, sembrano rappresentare la voglia di divertirsi, esibirsi e socializzare senza tanti fronzoli.