NOKTA IMPACT NEL NOME LA SUA GRINTA

Oggi recensiamo un metal detector di cui si è parlato e si parla molto viste le caratteristiche estremamente interessanti: il NOKTA IMPACT.

Ciao a tutti!

Oggi recensiamo un metal detector di cui si è parlato e si parla molto viste le caratteristiche estremamente interessanti: il NOKTA IMPACT.

Ancora una volta Geotek Center, in quanto importatore ufficiale, è stato estremamente disponibile e cortese nel fornirci un esemplare di questa macchina, non appena disponibile sul mercato Italiano. Crediamo di esser stati i primi a poterlo utilizzare in versione ufficiale e come prodotto finito per la vendita.

Iniziamo a vedere insieme caratteristiche e funzioni dello strumento.

PRESENTAZIONE e STRUTTURA

Aperto lo scatolone ci troviamo di fronte alla confezione, come sempre molto bella.

All’interno è tutto posizionato in modo ottimale.

La versione che abbiamo ricevuto in prova è quella base, ma è possibile acquistare anche la versione Pro, come da tradizione Nokta.

In questa versione insieme al metal troviamo un paio di cuffie con filo della Philips, il manuale in inglese e quello in italiano, 4 batterie AA alcaline, viti e gommini di scorta per la piastra ed il cavetto usb per gli aggiornamenti del software

Nella versione Pro, in aggiunta, troverete: borsa da trasporto, coperture di protezione per box e vano batterie, 4 batterie ricaricabili AA e relativo caricabatterie, caricabatterie per auto, cavalletto da appoggio, un’asta inferiore extra e soprattutto una piastra DD da 11″x7″ ( 28×18 cm).

L’assemblaggio del metal richiede veramente un tempo minimo. La struttura è robusta e anche le parti in plastica danno una sensazione di ottima resistenza. E’ presente il laccio velcrato per il poggia gomito, senza il quale si aggrava il peso con qualsiasi metal.

Per quanto riguarda la struttura, il maggior punto di forza è che non avremo fili a darci fastidio, perché il cavo della piastra si inserisce nell’ultimo stem dell’asta, attraverso un apposito foro, e passa tutto all’interno. Fantastico! A nostro avviso è la soluzione migliore e personalmente la preferisco anche ad altre ipotesi Wifi, molto più delicate e soggette a problematiche.

L’ultimo stem dell’asta è telescopico, ma purtroppo la parte centrale non la è. Qui avremmo preferito un piccolo sforzo di progettazione che potesse rendere anche questa parte telescopica. Sarebbe stato perfetto.

Se vogliamo zainare lo strumento dovremo per forza di cose staccare l’asta centrale: è un’operazione comunque molto semplice. I sistemi di bloccaggio degli stem sono ottimi e precisi.

La piastra strutturalmente ricorda esteticamente quella del Makro Racer 1, ma in versione alette rinforzate. Il poggia gomito è facilmente regolabile allentando gli appositi bulloni e facendolo scorrere lungo l’apposita guida. Un sistema preciso, comodo e funzionale.

Dietro al bracciolo abbiamo un box rettangolare che comprende il vano porta batterie (all’interno di questo spazio, sotto l’alloggio per le batterie, abbiamo anche la presa per collegare il cavo USB per i futuri aggiornamenti), il tasto di accensione e di regolazione del volume, la presa per le cuffie e lo speaker.

L’impugnatura è comoda e robusta; questa termina con un display LCD di buone dimensioni, molto chiaro, intuitivo e di semplice utilizzo, nonostante le tante funzioni, modalità ed impostazioni che potremo variare a nostro piacimento e che analizzeremo più avanti.

Sotto al display è posizionata una luce LED che permette di illuminare la zona della piastra durante le ricerche notturne o con poca luce. Sotto l’impugnatura, ma posizionato sempre sul display, c’è un piccolo grilletto che aziona la modalità “bilanciamento” ed il pinpoint a seconda della direzione in cui lo spingiamo. Dobbiamo riconoscere che è molto comodo.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI e CONTROLLI

Il Nokta IMPACT è un metal detector VLF multifrequenza, non simultanee. Permette la ricerca sia in modalità motion che NO-motion. Le frequenze selezionabili sono tre: 5 kHz – 14 kHz – 20 kHz. L’Impact monta, di base, una piastra impermeabile DD 28 x 18 cm (11” x 7”), che è anche la piastra con cui abbiamo potuto testarlo, anche se ce ne sono altre disponibili.

Il peso non è uno dei punti di forza, perché in totale è di 1.8 kg (compresa piastra e batterie), ma il bilanciamento è molto buono e contribuisce a rendere lo strumento più maneggevole di quel che sembrerebbe ad un primo impatto, sollevandolo semplicemente da terra.

Aspetto molto importante è che l’impact ha la possibilità di essere collegato tramite porta USB in modo da permettere di scaricare futuri aggiornamenti migliorativi del software direttamente dal sito del produttore. Conoscendo l’attenzione che Nokta riserva ai propri clienti, nonché i suggerimenti che da essi solitamente giungono, potrebbe trattarsi di un’autentica arma vincente per questo strumento: eventuali imperfezioni potranno essere superate ed ulteriori migliorie apportate grazie a questa funzionalità.

Il Display è ampio e ben strutturato. In alto troviamo la barra ID. Nella parte sinistra possiamo scegliere tra le varie modalità di ricerca e le impostazioni di base, divise in due quadranti: uno sopra e uno sotto. Per muoverci agevolmente all’interno dei due menù potremo utilizzare 4 tasti a freccetta e, per passare da un quadrante all’altro, è sufficiente pigiare il tasto rosso “SELECT”.

Sul lato destro troviamo il quadrante con le modalità Expert e, per portare il cursore al suo interno, è sufficiente pigiare il tasto rosso “expert” per poi muoverci e impostare con i 4 tasti a freccetta.

Sotto al quadrante expert abbiamo l’indicatore del bilanciamento e ancora sotto l’indicatore di mineralizzazione e del livello della batteria. Al centro dello schermo, grande e visibile, è indicato il valore ID del target rilevato oppure il valore di bilanciamento in questa modalità o, ancora, la profondità presunta del target in modalità pinpoint.

Inoltre tutti i valori dei settaggi che andremo a variare saranno visualizzati qui centralmente ed in modo estremamente chiaro.

 

MODALITA’ DI RICERCA

Il Nokta IMPACT dispone di ben 12 modalità di ricerca (2 no-motion, 2 all metal e 8 in discriminazione), che, moltiplicate per le 3 frequenze selezionabili, fanno un totale di ben 36 possibilità di ricerca differenti

Vediamole insieme una per una:

STA – è la prima modalità NO-MOTION; il Metal rileva i target senza bisogno di oscillare la piastra con la classica spazzolata. In questa modalità tutti i metalli hanno una medesima risposta sonora e l’intensità della stessa aumenterà all’avvicinarsi della piastra al target. Non è possibile discriminare.

STA(D) – la differenza rispetto alla modalità precedente sta nel fatto che questa riesce ad effettuare un minimo di distinzione sonora e quindi i target ferrosi più superficiali avranno una risposta con “grunt” ferroso. É possibile discriminare.

GEN – E’ La modalità che di solito viene definita “All Metal” e che opera con un suono di soglia costante.

GEN(D) – Si differenzia dalla GEN perché i target ferrosi più superficiali vengono rilevati con suono ferroso. Si può usare con discriminazione.

DI2 – è la modalità discriminazione a due toni. Tono basso tipo grunt per i target ferrosi e tono medio per i target non ferrosi. Raggiunge una buona profondità ed una recovery leggeremente inferiore alla DI3.

DI3 – è la modalità a discriminazione a tre toni. Tono basso tipo grunt per i target ferrosi, tono medio per i target non ferrosi da ID 16 a ID 66 e tono alto da ID 67 a ID 99. E’ la modalità con la migliore recovery ma una profondità normale.

DI4 – è la modalità discriminazione a 4 toni. Raggiunge ottime profondità (seconda solo alla DEEP), ma, di contro, risulta un pochino più rumorosa rispetto alle altre.

DI99 – è la modalità discriminazione multitono dove il metal riproduce un suono basso per i target ferrosi da ID 0 a ID 15 e invece un tono diverso da ID 16 a ID 99 per ogni singolo ID, con tono maggiore al crescere dell’ID.

COG – è la modalità per terreno conduttivo, quindi da utilizzare su terreni ostici o, ad esempio, sabbia bagnata da acqua salata. Permette al metal di trovare un buon bilanciamento anche sui terreni più complessi. Questa modalità lavora a due toni.

DEEP – questa è la modalità che permette la ricerca più profonda tra quelle in discriminazione. Opera a due toni ma richiede una spazzolata più lenta rispetto alle precedenti modalità.

VLX1 – è una modalità meno aggressiva, che opera a 3 toni.

VLX2 – è una modalità simile alla precedente, ma opera a 4 toni ed ha una maggiore profondità.

E’ importante tenere presente che le varie modalità hanno un range di ferroso differente:

DI2, DI3, DI4, DI99, COG hanno un range ferroso di 0-15 ID;

GEN, GEN(D), STA, STA(D), DEEP, VLX, VLX2 hanno un range ferroso di 0-40 ID.

E’ inoltre possibile modificare i vari range di risposta audio tramite l’impostazione TONE BREAK, che vedremo successivamente•

SETTAGGI BASE

Tutte le varie modalità possono essere, naturalmente, customizzate attraverso una serie di settaggi. Vediamo per primi quelli base:

Gain – è la sensibilità di ricerca. Più alto sarà il valore più il metal avrà capacità di cercare in profondità.

Thresh. – è il Threshold, quindi il suono di soglia nelle modalità all metal.

Disc. – è la discriminazione sequenziale. Quindi utile se vogliamo che il nostro metal non rilevi gli ID dal valore 0 al valore che daremo.

Fe. Vol. – è il volume del ferro. Possiamo regolare l’intensità della risposta del metal ai target ferrosi da 0 a 5; dove a zero non avremo risposta sonora e a 5, invece, la massima risposta. Attraverso questa opzione possiamo regolare anche il volume del ferro e quello degli ID che, eventualmente, andremo a selezionare con il Notch Filter.

Track – è il Tracking, cioè il bilanciamento continuo del metal. Se attivato, il metal andrà a registrare continuamente il terreno ed a ribilanciarsi ogni volta che si rende necessario.

Bright. – è possibile selezionare il livello di retroilluminazione del display da 0 a 5 in due modi: nel primo il display si accenderà solo per un breve periodo (più o meno lungo a seconda del livello scelto) quando viene rilevato un bersaglio o accediamo ai menù; nel secondo avremo la retroilluminazione sempre attiva.

Vibrate – è la vibrazione, cioè il metal produrrà una piccola vibrazione al rilevamento di un target. Può essere utilizzato insieme alla risposta sonora oppure in esclusiva. Se attivata, si può decidere se avere una risposta con vibrazioni brevi o lunghe, parametrando da 0 (spenta) a 5 (segnale più lungo).

Light – è la funzione per attivare il led posto dietro al display, che andrà ad illuminare la zona della piastra.

  1. Shift – è la possibilità di effettuare una minima variazione di frequenza per ovviare ad interferenze EMI o di altri metal ecc.

FD/Save – è l’opzione che ci permette di salvare impostazioni personali o di ripristinare quelle di fabbrica.

SETTAGGI DA ESPERTO

Oltre ai settaggi base abbiamo la possibilità di effettuarne altri settaggi che sono definiti “Expert”, ma che risultano comunque molto semplici da utilizzare. Vediamoli nel dettaglio:

Notch Filter – attraverso questa opzione possiamo decidere di discriminare un singolo ID o multipli ID non in modo sequenziale come con la discriminazione. Ad esempio, se vogliamo, possiamo discriminare da 25 a 40. Attraverso il volume del ferro possiamo poi decidere se non avere risposta audio o se avere un tono ferroso per gli ID selezionati.

Audio Tone – con questa opzione possiamo modificare il tono della risposta audio o del suono di soglia. La frequenza selezionabile va da 150 Hz (15) a 700 HZ (70).

Tone Break – attraverso questa funzione possiamo variare il punto in cui cambiano le tonalità di risposta alla rilevazione dei target. Mi spiego meglio con un esempio: a due toni risponde con un suono ferroso da 1 a 15 e con un suono basso da 16 a 99. Spostando il Tone Break, ad esempio a 52, avremo un suono ferroso fino a 52 e un suono basso da 53 a 99.

iSAT – Questa funzione permette di contrastare i falsi segnali derivanti dalla mineralizzazione del terreno. Più la aumentiamo e più avremo, però, una perdita di profondità.

Frequency – tramite questa opzione possiamo selezionare la frequenza con cui vogliamo operare. Ricordo che sono disponibili 3 frequenze: 5kHz – 14kHz – 20kHz.

Esistono anche un paio di opzioni che non sono visualizzate a menù.

L’Impact di base rileverà lo stesso target con uguale ID per tutte e tre le frequenze, ma, se vogliamo, possiamo decidere di utilizzare un’altra scala e ogni frequenza avrà un ID a sé.

Inoltre abbiamo la possibilità di regolare il livello di profondità in cui un ID viene rilevato. I livelli sono tre: Hi (alto), In (intermedio), Lo (basso). Di fabbrica il metal detector è impostato a livello intermedio. Più il livello è basso, maggiore sarà la precisione di rilevazione e viceversa.

Ora che abbiamo descritto i vari meccanismi dell’impact, possiamo passare ai test e a raccontare un po’ di impressioni in ricerca vera.

RICERCA VERA – PRIMA USCITA E PRIME IMPRESSIONI A CALDO AL RIENTRO A CASA

Finalmente possiamo imbracciare il Nokta Impact e divertirci nella ricerca vera. Come prima uscita abbiamo portato il metal in alcuni prati mai spazzolati, per prendere un po’ di confidenza con i settaggi, le impostazioni ed i vari comportamenti. Per prima cosa cerchiamo un buon punto pulito per effettuare il bilanciamento.

Nell’impact, come nei Nokta della linea Fors, possiamo scegliere tra bilanciamento semi-automatico, manuale e Tracking (che poi sarebbe il bilanciamento completamente automatico e continuo). Il bilanciamento è molto semplice sia in semi-automatico che in manuale. L’operazione risulta molto precisa nella modalità semi-automatica. Bastano 3-4 pompate al terreno ed un segnale acustico ci avvertirà dell’avvenuto bilanciamento. Noi preferiamo ripetere l’operazione 3/4 volte per assicurarci che il valore sia stabile e quindi corretto.

Una volta effettuato, con successo, il bilanciamento, iniziamo a spazzolare.

Iniziamo dalla modalità DI3 a 14 kHz. Per prima cosa notiamo un’estrema stabilità del metal detector. Avendo utilizzato per un anno il Fors Relic ci aspettavamo un po’ più di nervosismo. Allora proviamo a passare ai 20 kHz, che sono molto più simili ai 19 kHz con cui lavora il Fors Relic. Il metal mantiene praticamente la stessa stabilità e permette una spazzolata rilassata e priva di falsi segnali. Ottimo! Possiamo portare tranquillamente la sensibilità al massimo e rimane stabile.

A questo punto decidiamo di passare alla modalità a due toni che nel Fors Relic era piuttosto chiacchierona… wow! L’impact è molto più stabile e la profondità aumenta decisamente. Anche a 20 khz! Riusciamo ad andare anche a sensibilità superiore rispetto a come operavamo con il Fors Relic. Allora andiamo oltre ed impostiamo la DI4 (4 toni) che dovrebbe essere la più performante in profondità dopo la Deep, tra le modalità in discriminazione.

Qui iniziamo un po’ di nervosismo più marcato, ma, appena iniziamo a spazzolare, questo nervosismo diventa molto meno accentuato e la ricerca è comunque agevole. Sinceramente ci aspettavamo un metal più nervoso, è stata una bella sorpresa!

L’impressione è che, anche per l’Impact, dare un po’ di discriminazione in più lo renda più stabile, ma senza esagerare perché poi si rischia di lasciare le cose interessanti.

Fino qui, le prime impressioni sono solo note positive.

Ora è naturale passare alla Deep. Questa è la modalità più profonda (tra quelle in disc) ed anche in questo caso ha una stabilità maggiore a quella a cui eravamo abituati. La spazzolata deve essere rallentata per permettere alla macchina di scovare i segnali profondi e perché la recovery è più blanda. Ora siamo curiosi di provare la modalità DI99, che, come descritto in precedenza, è la vera modalità multitono. La modalità funziona bene, ma sinceramente ci sembra abbastanza superflua per come intendiamo noi la ricerca. Comunque credo che facendoci meglio l’orecchio, con alle spalle un bel po’ di uscite, potrebbe fornire informazioni utili. Anche perché abbiamo notato che nelle modalità più profonde, se il target è veramente giù e particolarmente piccolo, il display non mostra nessun ID ed abbiamo solo una rilevazione sonora. Probabilmente non potendo dare un ID veritiero si è preferito lasciare spazio all’identificazione audio, che a noi va benissimo. Anche la sensibilità al piccolo mi è sembrata davvero ottima: abbiamo scavato un paio di cose (purtroppo spazzatura) veramente piccole e che facevamo fatica a scovare con il pinpointer.

Torniamo alle modalità di ricerca.

Ora proviamo la GEN (all metal) e il comportamento è come quello del Fors Relic, con il suono di soglia sempre presente, ma anche in questo caso ci pare un po’ più stabile e soprattutto precisa (anche se non possiamo giurarci visto che l’avevamo usata pochissimo sul Fors Relic).

Passiamo alla GEN(D). E’ praticamente uguale ma iniziamo ad avere delle risposte con grunt ferroso. Sono target più superficiali, ma comunque è un bell’aiuto e un’ottima opzione a nostro avviso, soprattutto per certi tipi di ricerca e di contesti.

Ora, visto che per la COG (per terreno conduttivo) non è il posto adatto per verificarne la bontà, non ci restano che le VLX1 e VLX2 (ci teniamo la ricerca statica per ultima). L’impressione è che siano modalità di ricerca più tranquille con minor rischio di falsi segnali e con un volume più flebile.

Probabilmente sono pensate per chi desidera una ricerca molto molto rilassata e non ha bisogno di verificare target profondi. Verosimile che, nel giusto contesto, trovino la loro efficacia. Sicuramente questi suoni più tranquilli aiutano chi vuole rilassarsi al 100% spazzolando e non è interessato a fare buche profonde.

Ed eccoci giunti alle modalità statiche.

In queste modalità ci troviamo ad operare in NO-MOTION e quindi, per rilevare un target, non è necessario far oscillare la piastra. Pensiamo possa tornare utile in zone particolarmente impervie oppure in ricerca di masse più grosse: questo perché, facendo velocemente una buca, ci siamo resi conto che sul piccolo non è efficace come in discriminazione nelle modalità profonde.

Bene. Le prime impressioni sono di una macchina veramente performante e piacevole da utilizzare.

Ora, prima di tornare a casa, vogliamo provare anche in un campo con erba un po’ più alta e in un boschetto, per testarne ulteriormente la stabilità.

Anche in questi contesti il metal ci ha sorpreso positivamente, soprattutto nel boschetto.

Eravamo su un terreno con un palmo di foglie secche, ricci di castagne, rami, pietre e ostacoli vari. In DI3 la stabilità è davvero ottima.

In DI2 abbiamo qualche falso segnale in più, ma assolutamente è garantita un’ottima qualità di ricerca. In questo caso la differenza con il Fors Relic è stata veramente marcata.

In un simile contesto abbiamo provato anche a mettere alla prova la macchina in una zona dove il ferro abbondava e la discriminazione ci è parsa davvero ottima, anche nelle modalità un po’ più profonde, che, per forza, devono concedere qualcosa sotto questo aspetto.

Abbiamo scavato volutamente qualche ferro, per accertarci che la rilevazione fosse corretta.

Altra prima impressione è che tra i 20kHz e i 14kHz non ci sia una gran differenza in stabilità, mentre ci aspettavamo un 20kHz molto più rumoroso. Per ulteriori differenze tra le due frequenze c’è bisogno di più uscite e di qualche test.

La 5kHz per il momento l’abbiamo lasciata un po’ indietro perché c’è già abbastanza carne al fuoco: comunque è consigliato adoperarla dove si vuole raggiungere il massimo della profondità.

Come prima uscita torniamo a casa entusiasti del Nokta Impact.

Ora non ci resta che fare altre ore insieme in ricerca e qualche test per confermare o meno le prime impressioni e studiare meglio i comportamenti del metal.

IMPRESSIONI FINALI

Tiriamo le somme. Alla prima uscita, sopra descritta, ne sono seguite altre in varie situazioni, nelle quali abbiamo potuto verificare ancor meglio la bontà dello strumento.

Purtroppo in questo periodo è un’impresa trovare una zona con erba bassa e quindi abbiamo principalmente spazzolato nella boscaglia. Avremmo voluto mettere il metal alla prova in un paio di posti dove siamo soliti portare tutti i metal, per vedere se sarebbe riuscito a sorprenderci, ma l’erba alta non ce lo ha permesso.

Il metal ci è piaciuto sempre più ad ogni uscita. Con il Nokta Impact si ha la possibilità di scegliere la giusta modalità per ogni contesto ed effettuare i vari settaggi risulta molto semplice anche grazie ai menù molto intuitivi.

E’ al contempo un accendi e vai ed un metal affinabile, con tante ottime soluzioni per i ricercatori un po’ più esperti. E’ dotato di una buona recovery, una precisa discriminazione ed una profondità di tutto rispetto. Naturalmente le varie caratteristiche sono miscelate tra loro differentemente a seconda della modalità che si va ad utilizzare.

Non vi è mai capitato di arrivare in posti difficili da raggiungere e, una volta sul posto, avreste voluto avere con voi il metal che puntualmente avevate lasciato a casa o in macchina?

A noi sì e più di una volta. Ecco, con l’Impact, questo non succede, perché è come portare con sé sempre più di un solo metal detector. Inoltre L’Impact avrà anche un buon parco piastre e quindi, immaginiamo, che si potranno ancor di più accentuare le peculiarità delle varie modalità.

Personalmente le modalità che abbiamo utilizzato maggiormente sono state la DI3, la DI2 e la DI4.

La DI3 è molto tranquilla, ha un’ottima discriminazione e una profondità “normale”. Con le altre due si scende di più, ma di contro vi è un po’ meno stabilità. Comunque nulla di particolarmente fastidioso.

Noi amiamo i metal tranquilli ed abbiamo spazzolato principalmente in DI2. La Deep richiede una spazzolata più lenta. Pensiamo sia consigliabile soprattutto su prati con erba bassa e ci è parsa un po’ meno efficace sul piccolo. Le modalità profonde perdono un po’ di efficacia in discriminazione, ma questo ci sembra normale andando a scovare target a profondità di tutto rispetto. Le modalità statiche trovano la loro efficacia nella ricerca di target di dimensioni maggiori rispetto a quelle, ad esempio, di una moneta. Sono comunque sfruttabili anche nella boscaglia, per coprire piccole zone dove non è possibile effettuare la classica spazzolata. In un’occasione del genere abbiamo scovato un bel Vittorino.

Tutte le altre modalità le abbiamo tralasciate per vari motivi:

Le GEN (all metal) non ci piacciono particolarmente su qualsiasi strumento. Nella Gen(D) abbiamo un aiuto sonoro per i ferri più superficiali e la troviamo un’ottima soluzione.

La DI99, per poter esser sfruttata a pieno, ha bisogno, a nostro parere, di tante uscite per entrare in sintonia per bene con i vari suoni e con le varie sfumature. Non avendo avuto tutto questo tempo a disposizione non abbiamo potuto apprezzarla fino in fondo.

La COG, per terreni più ostici, non l’abbiamo potuta approfondire perché nelle nostre zone non abbiamo terreni che ne necessitano l’utilizzo.

Le due modalità VLX, invece, in ricerca vera, sono a nostro parere meno efficaci. Sono indicate per chi vuole cercare in tutta tranquillità.

Il Nokta Impact è molto efficace sul piccolo anche a profondità notevoli: ci ha permesso di scavare target veramente piccoli a profondità che non immaginavamo. In queste uscite ci ha fatto divertire davvero tanto.

La 5 khz l’abbiamo utilizzata poco ma è sicuramente più efficace su target medio/grandi. Sul piccolo perde qualcosa. Personalmente amiamo le alte frequenze e quindi abbiamo sfruttato molto la 20khz, che raggiunge più o meno le profondità della 14khz (naturalmente sui terreni dove l’abbiamo testata), lavora un pochino meglio sul piccolo, ma è leggermente meno stabile.

Come i precedenti Nokta, anche l’Impact richiede qualche punto di discriminazione per essere più stabile. Giusto qualche punto per renderlo più docile, ma non perdere efficacia.  Alcune volte non è precisissimo sugli ID o, meglio, l’Id è stabile ma spesso, dopo aver tolto un primo strato di terra, questo può salire e quelli più profondi non danno ID, ma solo risposta sonora. Premettiamo che tenevamo il livello di profondità ID a livello medio.

Da sottolineare la possibilità di aggiornare il software tramite cavetto usb direttamente dal sito ufficiale Nokta, che rilascerà man mano nuovi aggiornamenti. Questo è molto molto importante e permetterà continui miglioramenti e perfezionamenti della macchina.

Soprattutto eviterà, come sta succedendo per altri produttori, che vengano immessi sul mercato nuove versioni di uno stesso metal a distanza di 15/30 giorni dalla precedente, per ovviare a problemi senza che l’utilizzatore finale lo possa scoprire.

I difetti principali che abbiamo riscontrato sono nella struttura, perché con poco si poteva avere uno strumento di qualità elevatissima. Il peso è tanto, ma il bilanciamento è ottimo e abbiamo spazzolato per interi pomeriggi senza problemi.

Per renderlo strutturalmente perfetto sarebbe bastato riuscire a realizzare anche l’asta centrale collassabile o almeno fare la parte centrale un po’ meno lunga, in modo da ottenere un metal più corto quando non utilizzato. Inoltre, per un metal di questo livello, si avverte la mancanza di un bel paio di cuffie wireless, ma la Nokta ha già provveduto. L’impact ha già, al suo interno, per questo scopo, un trasmettitore integrato. Magari avremo anche la possibilità di testarle a breve.

In definitiva troviamo il Nokta Impact un ottimo metal, camaleontico ed efficace in tutte le situazioni.

Ci ha fatto divertire molto, abbiamo trovato target anche dove pensavamo che ormai fosse inutile andare e dove altri metal avevano fallito. Questa è la cosa che ci ha sorpreso maggiormente.

Ci erano piaciuti il Fors Core ed il Fors Relic, ma con l’Impact, a nostro parere, Nokta ha fatto un bel balzo in avanti.

RINGRAZIAMENTI

Un grazie anche a Geotek Center importatore ufficiale per l’Italia, per la consueta disponibilità e gentilezza nel fornirci lo strumento e la smart metal detecting, per la collaborazione alle recensioni.

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