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“No al caporalato”: braccianti e sindacati in piazza a Latina per Satnam Singh

Manifestazione di protesta dopo la morte del giovane indiano, abbandonato dal datore di lavoro agonizzante con il braccio amputato. Il ricordo di Mattarella: “Lo sfruttamento è disumano”.

Latina – Lavoratori, sindacati e partiti di opposizioni in piazza a Latina contro il caporalato nella manifestazione organizzata dalla Cgil dopo la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano abbandonato agonizzante davanti a casa con il braccio amputato. “Una manifestazione – spiegano gli organizzatori – per chiedere dignità, rispetto per la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e l’impegno di tutte le istituzioni, le forze politiche e sociali nel contrastare lo sfruttamento, il caporalato e le condizioni disumane, spesso avvallate da norme che alimentano la clandestinità, in cui sono costrette a lavorare le persone nel settore agricolo e non solo”. 

Il corteo, iniziato davanti alla sede della Prefettura, si è poi portato davanti alla casa del datore di lavoro dell’uomo, scaricato dal pullmino come un sacco di rifiuti insieme alla moglie anziché essere soccorso e portato in ospedale. Sono state previste anche due ore di sciopero a fine turno.

E mentre i ministri del Lavoro, Marina Calderone, e dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, annunciano “guerra al caporalato” attraverso più controlli, più ispettori, una rete agricola potenziata e banche dati più efficaci, la folta comunità indiana di Latina ha annunciato che scenderà in piazza martedì 25 giugno nel capoluogo pontino, per dar vita a una manifestazione in memoria del loro “fratello” che ha perso la vita lavorando sui campi.  La comunità ha invitato i sindacati ad agire. L’obiettivo non è solamente quello di ricordare “Satnam”, per tutti “Navi”, ma è quello di consegnare una lettera aperta al Prefetto di Latina, Maurizio Falco, per denunciare l’accaduto e ciò che accade quotidianamente: la piaga del caporalato, la clandestinità e lo sfruttamento dei braccianti, l’assenza di diritti e di assistenza, i rischi ai quali i lavoratori sono sottoposti ogni giorno. E l’orrore, indicibile, che è accaduto al giovane Navi.

Orrore sul quale è tornato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che da piazza Castello a Solferino, in provincia di Mantova, dov’era in occasione del 160esimo anniversario della fondazione della Croce Rossa Italiana, ha sottolineato come contro i valori di solidarietà e di civiltà “stridono – gravi ed estranei – episodi e comportamenti come quello registrato tre giorni addietro, quando un giovane lavoratore immigrato, Satnam Singh, è morto, vedendosi rifiutare soccorso e assistenza, dopo l’ennesimo tragico incidente sul lavoro. Una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno – che affiora non di rado – di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli”. Lo sfruttamento illegale del lavoro – ha aggiunto il capo dello Stato – è un “fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”

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