Nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi

Il pericolo di danneggiamento delle centrali nucleari ucraine è reale ecco perché la guerra “deve” finire subito. Un giorno in più potrebbe rappresentare un pericolo letale per tutte l’Europa dunque la diplomazia deve pigiare sull’acceleratore a tutti i costi. Se ci sono pazzi in giro questi vanno rinchiusi e immobilizzati con la camicia di forza…

Roma _ Con il conflitto in corso in Ucraina sono in molti quelli che si chiedono quali potrebbero essere i rischi delle centrali nucleari ubicate nel Paese attaccato dalla Russia. E, soprattutto, se queste strutture sono sicure. Il dubbio è aumentato dopo che Chernobyl è stata colpita nelle prime fasi del conflitto armato. Città diventata tristemente famosa per l’orribile incidente nucleare avvenuto nel 1986, l’unico con quello di Fukushima nel 2011 ad essere classificato al settimo livello della scala delle catastrofi.

Come diceva Albert Einstein: “…La produzione dell’energia atomica non ha creato un problema nuovo, ha semplicemente reso più urgente la necessità di risolverne uno già esistente…”. Il dramma è che l’uomo ha inventato pure la bomba atomica, a proposito della quale Einstein affermò: “…Nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi…”.

Negli ultimi giorni la paura è cresciuta tra i governanti europei e l’opinione pubblica per il fatto che l’Ucraina rappresenta la terza potenza nucleare al mondo, effetto diretto della fine dell’Unione Sovietica tre decenni or sono.

Pur avendo aderito al Trattato di non proliferazione nucleare, l’Ucraina è rimasta fortemente dipendente da questo tipo di energia. Infatti sono ben 15 centrali nucleari attive dislocate su tutto il territorio nazionale, in grado di soddisfare più della metà del fabbisogno di elettricità.

Centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa

Le notizie che arrivano a ciclo continuo ci hanno segnalato che l’esercito russo ha conquistato la centrale di Zaporizhzhia, un nome sconosciuto ai più, ma che si riferisce alla più grande centrale d’Europa. L’argomento è molto delicato e, come in tutti i settori dello scibile umano, le opinioni degli esperti sono contrastanti.

I più allarmisti hanno evidenziato che questa struttura è sei volte più grande di quella Chernobyl e bisogna tenere conto anche del combustibile atomico esausto, molto pericoloso. C’è pure chi non è così pessimista. Ad esempio, secondo Alessandro Dodaro, direttore Dipartimento fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare presso l’ENEA (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) una reazione a catena è quasi impossibile. Speriamo abbia ragione.

Si tratta di una centrale vetusta, con coefficiente di vuoto negativo che consente lo spegnimento dei reattori senza il bisogno dell’acqua. Col termine di coefficiente di vuoto negativo si intende che la reattività diminuisce all’aumentare del contenuto di vuoto all’interno del reattore, ma anche che la reattività aumenta se si riduce il contenuto di vuoto all’interno del reattore. Comunque c’è poco da stare allegri e gli scenari potrebbero cambiare in qualsiasi momento.

C’è, tuttavia, da considerare che un impianto attivo, per la prima volta è sotto il controllo militare di un altro Paese. E questo non fa dormire sonni tranquilli, perché le variabili sono tante e imprevedibili. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, forse preso da timori eccessivi, ha parlato, in caso di esplosione di una soltanto di queste centrali, di “fine probabile per l’Europa“. E’ molto probabile che si riferisse ad una possibile evacuazione di massa di cittadini in caso di disastro.

Comunque stiano le cose ci troviamo di fronte all’ennesimo disastro perpetrato dall’essere umano, che ci fa più paura perché molto vicino a noi. Ma ce ne sono tanti in giro per il mondo, che fomentiamo con la vendita di armi di ogni genere e poi mostriamo meraviglia se scoppia una guerra!

Altro che riconversione ecologia e sostenibilità ambientale. Qui ad essere riconvertito dev’essere il cervello umano, se saremo ancora in tempo per farlo.           

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