La tragedia che ancora una volta ha trovato spazio al largo delle coste nostrane ha colpito profondamente l’opinione pubblica di tutta Europa ed oltre. Al solito si assiste al triste valzer delle polemiche, ma urgono provvedimenti affinché ciò non si ripeta più. Scontri fra maggioranza e opposizione.
Roma – Tanti i nodi che dovrà districare questo Governo a meno di sei mesi dal proprio insediamento. A cominciare da migranti e bonus edilizi. Il Partito Democratico, intanto, chiede le dimissioni del ministro Piantedosi. Verdi e sinistra presentano un esposto in Procura sugli ultimi accadimenti. Insomma un cliché già collaudato e ormai ripetitivo, come il caso Delmastro. Un mantra che si ripete con pervicacia, ancor prima che vengano accertate eventuali responsabilità. L’opposizione potrebbe passare dalle parole ai fatti, presentando una mozione di sfiducia nei suoi confronti, ma non ha i numeri d’aula.
La neosegretaria del PD, così, inaugura il suo mandato associandosi alla richiesta di dimissioni di altri parlamentari.
“Attendiamo fiduciosi le indagini della magistratura, sul naufragio di migranti a Cutro, ma dal punto di vista politico mi unisco alle voci dei colleghi che mi hanno preceduto e che suggeriscono le dimissioni del ministro dell’Interno Piantedosi” ha affermato Elly Schlein, intervenendo nel dibattito in Commissione.
Sul naufragio a Crotone, Piantedosi, ha chiarito che l’imbarcazione non ha chiesto aiuto, ma d’altronde come avrebbe potuto essendo uno sbarco clandestino. Comunque, Schlein in riferimento alle parole del ministro sull’assenza di senso di responsabilità dei migranti che si imbarcano con i figli è stata abbastanza dura, soprattutto riguardo l’affermazione del titolare del Viminale, che nei giorni scorsi aveva detto: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”. Affermazioni molto difficili da digerire e che sembrano non capire che quando si è disperati non si calcolano mai troppo bene i rischi, proprio perché si è disperati e pronti a tutto, nutrendo solo la speranza di un approdo salvifico. Intanto la Procura ha iscritto nel registro degli indagati 4 scafisti.
Sulla vicenda torna anche la premier Meloni:
“Il naufragio avvenuto nei giorni scorsi a pochi metri dal litorale di Crotone, nel quale sono morte decine di persone e tra queste molti bambini, ha sconvolto tutti noi. Non si tratta purtroppo di un caso isolato. In Italia da molti anni ci ritroviamo a piangere tragedie come quelle di domenica scorsa nelle quali chi prova a raggiungere le nostre coste su imbarcazioni di fortuna perde la vita in mare. È nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie come queste si ripetano”.
Adesso, però, nessuno vuole essere additato come unico responsabile ed il gioco a rimpiattino è già iniziato, perché il rischio, al di là della tragedia umana, è che qualcuno possa rimanere con il cerino in mano ed essere ritenuto artefice del mancato intervento a causa delle condizioni meteo e del mare in tempesta. “A noi risulta che domenica il mare fosse forza 4, ma motovedette più grandi avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8…”. Bisogna partire da qui, dalle dichiarazioni schiette rilasciate davanti alla camera ardente dal comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi, per cercare di sciogliere, un filo alla volta, l’intricata matassa di eventuali sottovalutazioni, rimpalli burocratici o eventuali responsabilità che non hanno determinato l’uscita in mare di mezzi navali adeguati fra sabato sera e domenica mattina, quando ancora era possibile un soccorso al barcone con 180 migranti poi naufragato a Steccato di Cutro, con 67 vittime e 81 superstiti finora accertati, oltre a un numero imprecisato di dispersi.
Vittime alle quali ha reso omaggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In ogni caso, non si può morire così, solo per aver cercato un’esistenza migliore. E non è ammissibile che muoiano tante persone perché i soccorsi non sono arrivati in tempo. Se fossero arrivati un’ora prima oggi, forse, sarebbero tutti vivi. Chissà come sarà pesante la coscienza di chi pur potendo intervenire non è, invece, intervenuto per ingorghi burocratici. Non si può rimanere insensibili al dramma ed avviare subito una riflessione su ciò che ognuno può fare per evitare che tutto ciò si ripeta, a maggior ragione chi ha responsabilità importanti. L’Europa batta un colpo.