La dilazione a cui gli Italiani non sanno rinunciare, costi quel che costi. Intanto i prezzi aumentano e l’inflazione corre come non mai. Tutti sperano nel 2020 ma con queste prospettive…
E’ Natale, quanti regali sotto l’albero? Sarà ma quest’anno la percezione delle festività natalizie è senza dubbio in ribasso. Più degli altri anni. Una deflessione triste che va di pari passo con la situazione economica del Bel Paese, ormai fuori controllo. E siccome da che mondo è mondo senza soldi non si canta messa anche Natale e Capodanno risentono di questa maledetta crisi ormai asfissiante da cui non riusciamo ad uscire da anni. Tutto è proporzionale.
Il denaro vale sempre meno ed i prezzi sono alle stelle, inutile nascondersi dietro un dito. Ed i regali vanno di pari passo. Da Milano a Catania. Sotto l’albero del Duomo del capoluogo lombardo abbiamo ritrovato tanti pacchi dono, tra questi, in ordine di data, ci sono i licenziamenti dell’Adidas, gli ultimi di una lunga serie di saracinesche chiuse che continuano a mietere disoccupati e famiglie sul lastrico. Sotto l’albero del Liotro, davanti al municipio etneo, ci siamo accorti di altri doni natalizi che riguardano la fuga della ditta Sibeg, l’azienda catanese che imbottiglia la Coca Cola, verso l’Albania dove non esistono la sugar-tax e la plastic-tax, i due nuovi balzelli introdotti da Pd e M5S senza alcune riflessione sulle pericolose ripercussioni nel comparto produttivo. Due tasse micidiali che i cittadini hanno avuto sul groppone da subito, sin dal giorno della pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.
Bastava vedere il prezzo al rincaro delle acque minerali per rendersi conto dell’ennesimo scippo ai portafogli dei consumatori che hanno pagato la plastica di pet e tappi appena introdotta l’imposta. Che strazio e non è finita. Nel solo mese di dicembre sono state centinaia le aziende che hanno chiuso i battenti, per non parlare di artigiani, commercianti e partite iva in genere che hanno deciso di mollare. Eccoli i nostri regali sotto l’albero di questa drammatica fine del 2019, forse l’anno cosiddetto di transizione più sfigato dell’ultimo decennio. Ed il 2020 pare non cambi di molto, a sentire le previsioni degli esperti dell’alta finanza. Dunque davanti al camino la Befana non porterà che carbone, quello vero però visto quanto costa il cioccolato di questi tempi.
Insomma non c’è di che stare allegri ma stavolta davvero. E non me la vengano a dire con i soliti luoghi comuni: hai visto quanta gente nei ristoranti? Hai visto i negozi tutti pieni? E che confusione in centro, certo è Natale! Questo non vuol dire nulla. Con il credito al consumo cresciuto a dismisura e con le offerte capestro che dilagano nella vendita di auto, moto e beni strumentali tutti si sentono ancora ricchi. Ancora per poco, per pochissimo, se continuerà questo trend negativo che sembra il lento percorso del condannato a morte verso la ghigliottina. Non crediamo più alle rassicurazioni del governicchio che ritiene di rimanere a galla in questa maniera insensata e priva di prospettive. Men che meno crediamo alle promesse farlocche di una certa destra pseudoconservatrice che ha avuto tutto il tempo di ripristinare gli equilibri nell’interesse degli Italiani e non l’ha fatto.
E’ ovvio che non crediamo nemmeno a Sardine, Sgombri e Ratti che non fanno altro che ingenerare dubbi e perplessità su chi a fine mese non c’è più arrivato dall’epoca di Berlusconi e del mi consenta senza consensi. Per rivedere qualche regalino vero sotto gli alberi non basterà un lavoro da poco. Occorre rivedere la politica dal basso e dall’alto. Occorre sradicare il clientelismo ed il malaffare oltre che le connivenze politico-mafiose che stanno preparando il Paese al colpo di grazia. Occorre sostituire con tessuto sano quello marcio di quella imprenditoria sempre più attigua alla criminalità organizzata di cui fanno parte istituzioni corrotte e politici senza scrupoli. Senza un repulisti organico in uno con la sana gestione dei palazzi non sarà possibile invertire la rotta. E questo occorre farlo presto, prima che sia troppo tardi. Per il resto ho congelato un panettone dell’anno scorso e mi appresto a gustarlo con un colpo di microonde. Se sarà ancora buono. Quest’anno il dolce tipico meneghino è aumentato del 30%, mediamente. Ma nessuno se n’è accorto. E’ Natale porca puttana, la dilazione massima a cui nessun Italiano è disposto a rinunciare. Anche con le braghe per terra. Auguri allora, e come diceva un famoso Marchese, perché io sono io, e voi non siete un cazzo…