Dopo le manifestazioni dei giorni scorsi la ventisettesima Giornata in memoria delle Vittime delle mafie avrà quest’anno un significato straordinario. L’associazione Libera ha voluto attribuire un ruolo particolare a Napoli come baluardo del cambiamento.
Roma – A Bari, su 26 ettari di terreni confiscati, Libera Puglia ha intitolato cento ulivi secolari alle vittime della mafia. A Catania un convegno ha ricordato il maresciallo Alfredo Agosta nell’anniversario della sua uccisione, il 18 marzo. Queste sono solo alcune delle numerose iniziative svoltesi già nei giorni scorsi.
Oggi, in occasione della ventisettesima Giornata della Memoria e dell’Impegno, manifestazioni, cortei pacifici e convegni si stanno svolgendo in tutta Italia. Ma la rete di associazioni Libera contro le mafie ha scelto Napoli come luogo simbolo per l’evento principale.
“…Napoli e la sua area metropolitana sono il territorio più densamente popolato del Paese – spiega l’associazione – oltre tre milioni di donne e uomini abitano attorno al Vesuvio e le camorre accompagnano da più di due secoli la storia di quest’area geografica. Portare a Napoli il 21 marzo vuol dire accendere i riflettori su un territorio in cui le organizzazioni criminali fanno oggi uso della violenza per uccidersi, uccidere vittime innocenti, impaurire le donne e gli uomini, confliggere tra loro per fare affari e riorganizzare assetti di potere...
“…Il capoluogo campano è una delle città che ha maggiormente pagato un tributo di sangue innocente negli ultimi anni: il nostro elenco parla di giovani ragazzi che hanno perso la vita per mano della violenza camorristica; giovani dei quartieri popolari le cui speranze sono state stroncate da una guerra fatta per il controllo della droga e del racket…”.
In testa al corteo della manifestazione un immenso lenzuolo, 20 metri per 10, recante i colori dell’arcobaleno, ha guidato le migliaia di partecipanti per le vie della città. Presenti gli esponenti dei sindacati e delle istituzioni, tra cui il presidente della Camera Roberto Fico, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Parenti delle vittime sono giunti nel capoluogo da tutta Italia. Alle 10.30 in Piazza del Plebiscito sono stati letti i nomi di oltre mille vittime innocenti della criminalità organizzata. Alle 11.30 si è tenuto l’intervento conclusivo di don Luigi Ciotti, presidente di Libera.
“…La Giornata della Memoria e dell’Impegno – ha ricordato Ciotti – non è la retorica della memoria, è una memoria viva. Loro sono morti, uccisi dalla violenza criminale mafiosa, noi dobbiamo essere più vivi. È una memoria che non si esaurisce con il 21 marzo, tutti i giorni abbiamo una responsabilità e un impegno: non ingabbiare la memoria del passato, ma farla vivere nel presente e trasmetterla alle nuove generazioni...”.
Quello che deve passare dunque è un messaggio di scottante attualità. Il ricordo delle nefandezze passate non come sola commemorazione di chi purtroppo non è più tra noi, ma come monito e seme di speranza affinché un giorno si possa vivere in un sistema dove la violenza criminale non sia all’ordine del giorno.
Tale visione potrà attuarsi solo con l’impegno costante, quotidiano, in ogni ambito della vita sociale, dalla sicurezza nelle strade alla certezza della pena per i criminali, dal coraggio nel denunciare i torti subiti alla prevenzione della criminalizzazione e al recupero di giovani che, sentendosi abbandonati dallo Stato, decidono di percorrere la strada del crimine. Una direzione senza uscita e senza speranze che molto spesso porta alla morte.