Dopo la lite scoppiata fra i due per soldi, forse la escort rivendicava pagamenti arretrati di prestazioni sessuali o cessione di droga, l'uomo avrebbe brandito in mano un coltello con cui avrebbe colpito al donna con 85 coltellate. Una ferocia inaudita.
Milano – Arrestato l’assassino di Manuela, la transessuale uccisa lunedì scorso nel suo appartamento di via Plana 10. È un 42enne italiano, impiegato di banca nonché cliente abituale di Manuela, ora accusato di omicidio volontario aggravato e di strage perché avrebbe lasciato aperti i fornelli della cucina per far esplodere l’appartamento, cancellando così ogni traccia.
Manuela, all’anagrafe Emanuel Alves Raba, era una 48enne di origini brasiliane residente in Italia da almeno 4 anni dove faceva la escort. Sui social era “Manuela De Cassia” e lunedì aveva aperto la porta di casa al suo assassino, come si è visto dalle telecamere che si trovano fuori dal palazzo in zona Certosa. E proprio da quelle immagini sono partite le indagini affidate ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano, che hanno sentito le amiche e le colleghe di Manuela mostrando loro i filmati. Sono state loro a riconoscere il 42enne, assiduo cliente di Manuela che, interrogato dal Procuratore aggiunto Laura Pedio, si è avvalso della facoltà di non rispondere prima di tornare in cella nel carcere di San Vittore.
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Lui è stata l’ultima persona ad entrare nel palazzo la sera dell’omicidio e, durante la perquisizione domiciliare, i militari diretti dal tenente colonnello Antonio Coppola, dal pari grado Cataldo Pantaleo e dal colonnello Michele Miulli, avrebbero trovato il coltello utilizzato per compiere il delitto ed un paio di scarpe macchiate di sangue. Saranno poi le analisi del Ris a fugare ogni dubbio.
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Intanto a seguito dell’analisi video l’uomo – che ha solo un precedente per guida in stato di ebbrezza – sarebbe entrato nell’appartamento della vittima nel cuore della notte tra domenica e lunedì scorsi. Come spesso faceva. Manuela riceveva direttamente a casa i suoi clienti, nonostante tutti i rischi che poteva correre. E quella notte maledetta gli è stata fatale. Secondo una prima ricostruzione i due avrebbero litigato per i soldi che l’uomo avrebbe dovuto dare alla escort per le prestazioni sessuali o per cocaina. Un alterco violento che sarebbe degenerato a tal punto che l’uomo avrebbe inferto alla vittima più di 85 coltellate alla schiena, al torace e all’addome. Manuela cadeva sul pavimento in un lago di sangue tentando inutilmente di difendersi. Il presunto assassino sarebbe poi uscito dall’appartamento per poi tornarci, una seconda volta, dopo meno di un’ora, giusto il tempo di essere inquadrato dalle telecamere che hanno immortalato anche la targa della sua auto.
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A dare l’allarme erano stati i vicini di casa di Manuela che avevano sentito un forte odore di gas ed avevano quindi chiamato i Vigili del Fuoco. Arrivati sul posto, però, i pompieri avevano trovato il cadavere della donna immerso nel suo sangue ed i fornelli della cucina aperti. L’omicida, ormai fuori controllo, aveva pensato di provocare un incendio per cancellare le tracce della tragica aggressione ma per mera fortuna l’esplosione non è avvenuta. Da una prima ricognizione cadaverica il decesso della vittima sarebbe avvenuto diverse ore prima del ritrovamento e probabilmente una sola coltellata, quella diretta al cuore, sarebbe stata mortale.
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Sulla pagina Facebook di Manuela, intanto, sono tanti i messaggi che gridano al “Giustizia è stata fatta”. Tantissimi i commenti, la maggior parte in portoghese e c’è anche chi chiede aiuto, un «ultimo atto di dignità nei confronti di Manuela: far venire qui la sua famiglia, perché da sola non può pagarsi il viaggio».
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