Quella che Barbara Pasetti potrebbe aver fatto tutto da sola rimane solo un’ipotesi ma gli elementi che via via stanno venendo a galla depongono a sfavore dell’indagata cha rimane innocente sino a prova contraria. Tentata estorsione, omicidio, occultamento del cadavere e depistaggi potrebbero essere frutto di una mente criminale affinata e non da appassionati di thriller o di film che raccontano fatti di sangue. A breve una probabile svolta.
Pavia – Potrebbe aver fatto tutto da sola Barbara Pasetti, la donna reclusa al Piccolini di Vigevano con l’accusa di tentata estorsione e indagata per omicidio e occultamento del cadavere di Luigi Criscuolo, l’ex commerciante morto ammazzato e ritrovato cadavere il 20 dicembre scorso sotto casa dell’indiziata.
Indiscrezioni diramate in tv, ma senza alcuna conferma da parte degli inquirenti che continuano a mantenere il massimo riserbo sulla vicenda, riferiscono che sulla pistola ritrovata dentro l’abitazione della Pasetti, l’ex convento di Calignano, sarebbe stato rilevato il Dna della vittima (che potrebbe aver portato l’arma in casa dell’indagata) e non di altri soggetti a vario titolo coinvolti nell’inchiesta.
La famiglia di Gigi Bici, alla stessa stregua della famiglia Pasetti che ha scelto Ezio Denti come detective di parte, ha aggiunto al proprio team di esperti la criminologa forense Roberta Bruzzone. La professionista, qualora le indiscrezioni venissero confermate, palesa uno scenario che fa dell’indagata una vera mente criminale, nonostante la donna si debba considerare innocente a tutti gli effetti:
”…Non sappiamo se quella pistola di vecchia data e di piccolo calibro sia l’arma con cui è stata uccisa la vittima – afferma Bruzzone – e su quella sarebbe stato trovato non del sangue ma tessuto epiteliale. Pasetti avrebbe avuto molto tempo per depistare, nulla vieta che possa aver fatto toccare alla vittima l’arma per alterare la situazione. Potrebbe anche aver fatto in modo che Gigi toccasse la pistola, d’altra parte la donna ha offerto una somma considerevole a Ramon Pisciotta per attirarlo in trappola e portarlo a casa sua…”.
Ulteriori indiscrezioni indicano che il Dna misto ritrovato nell’auto di Gigi Bici apparterrebbe a due sconosciuti di sesso maschile ma non riconducibile al padre della donna, Franco Pasetti, né all’ex marito Gian Andrea Toffano e nemmeno a Ramon Christian Pisciotta, il bodyguard amico di Criscuolo che avrebbe dovuto dare una “lezione” al marito della Pasetti al posto della vittima:
”…Quel Dna potrebbe essere di due amici di Criscuolo saliti in auto magari un mese prima – aggiunge Bruzzone – non è detto che quelle tracce biologiche siano state lasciate il giorno dell’omicidio. Non mi sorprende che non appartenga a nessuno dei tre uomini, ritengo che Barbara Pasetti abbia fatto tutto da sola anche dopo l’omicidio…”.
Se queste ipotesi venissero suffragate dagli inquirenti Barbara Pasetti mentirebbe quando afferma e reitera di non aver conosciuto Gigi Bici. Dichiarazione questa già traballante durante le prime fasi dell’indagine quando la donna avrebbe contattato l’ex biciclettaio per fargli “sistemare” l’ex marito pagandogli, come pare, un anticipo in denaro:
”…Probabilmente Barbara indossava dei guanti – evidenzia Katia Criscuolo – e ha dato l’arma in mano a mio papà così sono rimaste le sue impronte. Ma non si pensi che mio padre si sia suicidato. È stato un omicidio e purtroppo non ci sono dubbi…”.
Molto più prudente il criminologo Ezio Denti che sulla tragica vicenda prosegue con i piedi di piombo, come si dice:
”…Noi non abbiamo evidenza di questa indiscrezione – spiega il consulente della difesa Denti – faremo il nostro accesso alla perizia per provare a capire il tipo di pistola, se ha sparato e se è compatibile con il colpo che ha attinto la vittima…”.
L’arma del delitto potrebbe essere una pistola a tamburo di fabbricazione artigianale risalente ai primi del ‘900 di piccolo calibro in grado di sparare proiettili da 22 millimetri. Ma anche queste sul revolver rimangono indiscrezioni che dovranno essere confermate o meno dagli inquirenti che avrebbero già in mano le perizie eseguite dal laboratorio scientifico della Polizia di Roma. Tutti gli indizi dovranno poi essere confrontati con la relazione dell’autopsia che non sarebbe stata ancora depositata.
Tornando alle frequentazioni di Gigi e Barbara un’altra voce si aggiunge al coro: ”…Si sono conosciuti a giugno e lui è stato ucciso a novembre – afferma in tv Victoria, compagna della vittima – in questo periodo di tempo penso che vi sia stata fra di loro una frequentazione, ma che tipo di rapporto avevano non lo so… A lui piaceva affascinare le donne…”.