“Mascherine mai usate destinate al macero”: Commissione inchiesta Covid all’attacco

Dopo il servizio di Farwest l’affondo di Fdi: “Conte e Speranza, dovranno rispondere di quanto fatto col commissario Arcuri in pandemia”.

Roma – Milioni di mascherine al centro di un’inchiesta sugli sprechi del Covid: la trasmissione “Farwest” ha seguito la pista di un contratto che sarebbe stato stralciato illegittimamente durante la pandemia e per cui Palazzo Chigi è stato condannato a risarcire il fornitore con oltre duecento milioni di euro. La notizia non passa indifferente alla politica, soprattutto alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid voluta da Fratelli d’Italia. La levata di scudi e la necessità di chiarezza parte da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera che tuona: “Alla già pesante eredità del governo Conte si aggiunge un nuovo capitolo: 200 milioni di euro da risarcire alla JC Electronics. L’azienda, pronta a fornire mascherine in piena emergenza Covid, si è vista bloccare il contratto di fornitura a causa di una clamorosa ‘svista’ del Commissario Straordinario Domenico Arcuri”.

Nel frattempo, “l’Italia continuava a importare dalla Cina dispositivi irregolari e dannosi, – prosegue l’attacco Foti – per un affare che la magistratura stima in 1,25 miliardi di euro. Questo episodio conferma la superficialità con cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’allora ministro della Sanità Roberto Speranza e il Commissario Arcuri hanno gestito l’emergenza pandemica, con pesanti conseguenze economiche e sanitarie per la Nazione. Gli italiani meritano spiegazioni perché è inaccettabile che debbano pagare per errori di tale gravità”. “A distanza di 4 anni dai giorni più bui della pandemia tanti aspetti restano ancora oscuri e numerose responsabilità sono da accertare”, fa notare il deputato Fdi Andrea Tremaglia, membro della Commissione d’inchiesta sul Covid. “Farwest, ha messo in luce un altro retroscena inquietante, ovvero l’acquisto da parte del Commissario Arcuri di milioni di mascherine, mai utilizzate. Si tratterebbe – aggiunge – dell’ennesimo spreco di denaro pubblico, che pesa sulle nostre tasche, per di più perpetrato in un momento drammatico per la salute collettiva e per l’economia della nostra Nazione”.

L’ex commissario straordinario Domenico Arcuri

Con la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid “andremo fino in fondo per chiarire questo e tanti altri gravi episodi, e per accertare le responsabilità degli allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ministro della Salute, Roberto Speranza; lo dobbiamo agli italiani”. “Lo scandalo delle mascherine, che vede
coinvolto l’allora commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, continua a far discutere l’opinione pubblica. La commissione d’inchiesta sul Covid, fortemente voluta da Fratelli d’Italia e osteggiata dai 5Stelle e i loro alleati, serve proprio a tentare di far luce su situazioni opache come questa. Gli italiani hanno il diritto di sapere cosa è accaduto coi loro soldi in quella fase così tragica”, aggiunge il senatore di Fdi Gianni Berrino, componente della commissione.

Il senatore di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, componente della Commissione sottolinea come sia “paradossale che oggi i partiti protagonisti di quella stagione di sprechi, in particolare Pd e M5S, lamentino che non ci sarebbero abbastanza soldi per la sanità, nonostante quanto stanziato dal governo Meloni sia di gran lunga più di quanto avevano programmato loro stessi. La commissione di inchiesta andrà avanti con il suo lavoro e
chiederemo che siano auditi l’allora presidente del consiglio Giuseppe Conte e Roberto Speranza
, suo ministro della salute. Nulla vieta però che spieghino spontaneamente queste vicende inquietanti, quelle scelte che adesso ricadono su tutti gli italiani. È nostro dovere farlo”.

La neonata Commissione d’inchiesta Covid, che “Fratelli d’Italia ha preteso e che proprio Conte & Co. hanno tentato di boicottare, – ribadisce il senatore di Fdi Francesco Zaffini, presidente della Commissione Sanità e Lavoro e componente della Commissione d’inchiesta sul Covid – vuole fare chiarezza proprio su tutti i lati ancora oscuri di quella “notte della Repubblica”, che non dimenticheremo mai, anche per rispetto di chi in prima linea ha combattuto per salvare vite umane, dei familiari delle vittime e di tutti gli italiani che meritano di sapere cosa è realmente successo mentre venivano blindati in casa; Conte e Speranza, dovranno rispondere di quanto fatto col loro “compare” Arcuri. Perché quel danaro pubblico avremmo potuto destinarlo a mille altre più utili soluzioni, invece di spenderli in mascherine rimaste inutilizzate dentro i magazzini per anni e di cui abbiamo pagato il deposito e ora destinate al macero”.

Infine, l’affondo di Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione di inchiesta sul Covid: “Mentre gli italiani morivano come mosche e venivano rinchiusi in casa, qualcuno ha sperperato i loro soldi e potrebbe persino aver lucrato sulla tragedia. Ci aspettiamo che Giuseppe Conte e Roberto Speranza, presidente del Consiglio e ministro della Salute dell’epoca, chiariscano cosa è accaduto in quella delicata fase”. Proprio Buonguerrieri, a settembre scorso, aveva denunciato che nella prima seduta dell’Ufficio di Presidenza della commissione d’inchiesta sul Covid la sinistra non si era vista. La capogruppo nella commissione d’inchiesta fece notare che non era la prima volta che le opposizioni disertavano questo importante “appuntamento” con la ricerca della verità sulle morti provocate dalla pandemia.

A luglio c’era stato un flash mob di Fratelli d’Italia sotto Montecitorio per sollecitare la costituzione della commissione di inchiesta sul Covid. “C’è una legge approvata già da marzo che impone l’istituzione di una commissione di inchiesta sulla gestione del Covid: a causa della mancata segnalazione da parte dei gruppi di opposizione dei rispettivi componenti, tutti o quasi tutti – aveva denunciato il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan, intervenendo al flash mob – non si può ancora procedere. A questo punto noi vogliamo sottolineare che è necessario adempiere a quanto la legge stabilisce, una legge fatta sulla base della Costituzione che prevede la possibilità di istituire commissioni di inchiesta su fatti di interesse collettivo”.

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