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Margaret Spada, centinaia ai funerali. La relazione dell’Asl: “Rianimata tardi e male”

L’analisi del percorso clinico-assistenziale sulla ragazza morta dopo la rinoplastica evidenzia “un intervento scorretto prima dell’arrivo del 118”.

Siracusa – C’erano centinaia di persone stamani ai funerali di Margaret Spada, la 22enne morta durante una rinoplastica effettuata in uno studio medico di Roma privo di certificazioni per eseguire interventi. Nella chiesa di Santa Maria La Cava e Sant’Alfio a Lentini, la cittadina siracusana di cui Margaret era originaria, la folla stipata ha portato biglietti, palloncini, ricordi e abbracci.

“La perdita di una ragazza che ha ancora una vita davanti, è una perdita per tutta una comunità. La vita a volte ci riserva docce gelate; a volte avviene che, come un nubifragio improvviso, eventi della vita ci travolgono facendoci riscoprire tutti più fragili, più impotenti, più vulnerabili (siamo come petali al vento)” ha detto nell’omelia don Maurizio Pizzo, che ha celebrato il funerale. Alle 11 è stato rispettato un minuto di silenzio in tutti gli istituti scolastici comprensivi e superiori della città.

Durante i funerali ha parlato anche Manuela, la sorella di Margaret: “Sei arrivata tu, che hai cambiato la mia vita. Per me è stato il regalo più grande che potessi ricevere in vita mia. Siamo sempre state legate, ti ho sempre viziata in tutto e per tutto, perché io volevo vederti sempre felice“, ha detto la 28enne, promettendo che resterà a fianco del fidanzato, con il quale la giovane dopo nove anni di fidanzamento avrebbe dovuto sposarsi, l’anno prossimo, a Parigi.

Il Nas all’Asl e poi di nuovo nello studio medico

Intanto continuano le indagini sul caso nel tentativo di far chiarezza sulle responsabilità di questa morte assurda. Su delega della Procura di Roma, i carabinieri del Nas si sono recati negli uffici della Regione Lazio per acquisire tutta la documentazione relativa allo studio medico teatro della tragedia, gestito da Marco Procopio e dal figlio Marco Antonio. I militari stanno cercando di appurare anche le procedure seguite per la rianimazione dopo che la ragazza, ricevuta l’anestesia, si è sentita male. Quel giorno, il 4 novembre, in sala operatoria c’erano quattro persone: oltre ai due titolari della clinica, anche la moglie di Marco Procopio e un altro dottore collaboratore dello studio, che sono stati ripresi nel video girato con il telefonino da Salvatore Sferrazzo, il fidanzato di Margaret, mentre terrorizzato assisteva al tracollo della giovane. Secondo quanto riportato nella relazione della Asl, l’edema cerebrale e i risultati dell’esame neurologico della paziente erano incompatibili con una corretta e tempestiva rianimazione cardiopolmonare prima dell’arrivo del 118.

I due Procopio (dal sito web della clinica)

Al suo arrivo al pronto soccorso del Sant’Eugenio, i medici, dopo aver eseguito una TC dell’encefalo e del torace insieme all’esame neurologico, hanno constatato che “le informazioni anamnestiche non coincidevano con la gravità del quadro clinico”. La TC, in particolare, ha evidenziato un edema cerebrale di estrema gravità, motivo per cui è stata avviata l’ipotermia terapeutica per gestire l’importante gonfiore cerebrale. Inoltre, l’indagine radiodiagnostica ha rivelato una “polmonite ab ingestis”, spingendo i sanitari a trasferire la paziente in Terapia Intensiva. Qui è stata eseguita una broncoscopia per rimuovere materiale alimentare dai bronchi secondari e terziari. Margaret, in attesa dell’intervento chirurgico e senza aver ricevuto indicazioni contrarie, aveva infatti consumato un panino, nonostante fosse prevista l’anestesia.

Agli atti finiranno anche i documenti relativi alle mancate autorizzazioni dello studio. I Nas dovranno anche effettuare un nuovo sopralluogo nello studio, ora posto sotto sequestro, per svolgere un inventario e verificare le strumentazioni di emergenza eventualmente presenti.

Il cv “discutibile” di Marco Antonio Procopio

Emergono intanto anche altri dettagli sul curriculum di Marco Antonio Procopio, il figlio del titolare della clinica dove è morta Margaret. Secondo quanto riportano alcuni organi di stampa, nel 2011, 19enne, aveva tentato di iscriversi all’università del “Gemelli” di Roma, ma senza successo: nel test d’ingresso era arrivato infatti solo 6.230°, su 6.265 candidati, con 13,5 punti su 100. Quindi aveva deciso di andare a studiare in Romania, laureandosi all’università Vasile Goldis di Arad.

Il padre – si legge sul sito dello studio medico – dopo la laurea a Padova si era specializzato in chirurgia plastica e ricostruttiva nella scuola di un “luminare” del settore, il dott. Ivo Pitanguy, a Rio de Janeiro. Quindi era tornato a Roma “per trasmettere le tecniche e le competenze acquisite a chirurghi plastici selezionati sul territorio italiano”. Tra loro c’è anche il figlio. Grazie anche a una massiccia campagna pubblicitaria sui social – e in particolare su TikTok, frequentatissima dai giovani -, l’attività dello studio decolla. Fino alla tragedia d’inizio novembre, Ora le pagine social del centro medico sono oscurate, lo studio è deserto e risponde la segreteria telefonica.

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