Malta – Uno Stato che stimola gli appetiti famelici delle mafie italiane

La recente relazione della Direzione Investigativa Antimafia e il report della Fondazione Caponnetto sulle mafie italiane in trasferta.

Malta – Dalla relazione della Dia emerge che l’estrema vicinanza geografica e la possibilità di evitare controlli doganali, quale Paese membro dell’Unione Europea, ha facilitato la “migrazione” della criminalità organizzata delle varie matrici italiane nel territorio maltese. Inoltre il suo sistema fiscale privilegiato, unitamente alle facilitazioni normative nel diritto societario, sono fattori che hanno privilegiato le cospicue attività di riciclaggio delle varie mafie. Attività investigative condotte nel corso degli ultimi anni testimoniano che uno degli ambiti criminali maggiormente utilizzati è quello delle scommesse on line, ove è prevalente la presenza di sodalizi riconducibili alla ‘ndrangheta. Il coinvolgimento della criminalità organizzata calabrese nel narcotraffico è attualizzato dall’operazione “Crypto”, precedentemente analizzata.

Malta sta diventando un nuovo Paese del Bengodi per le mafie italiane e non

Infatti i relativi esiti hanno consentito di accertare che la cosca reggina Pesce-Bellocco faceva giungere nel territorio maltese ingenti quantitativi di cocaina provenienti dal Sud America, tramite altre Nazioni europee. Tra le ulteriori risultanze d’interesse investigativo rilevano i rapporti instauratisi con esponenti di altre consorterie criminali, in special modo in Calabria e in Sicilia, come la ‘ndrina Gentile di Amantea (CS), la ‘ndrina Lanzino di Cosenza, la ‘ndrina Gallace di Guardavalle (CZ) e il clan Cappello di Catania, che testimoniano la capacità del gruppo di Rosarno di approvvigionare i vari acquirenti e di creare sinergie criminali con questi ultimi.

Parimenti indicativo del fil rouge che collega i gruppi siciliani con la criminalità organizzata calabrese, è l’operazione “La Vallette”, coordinata dall’AG di Catania, che l’1 dicembre 2021 ha evidenziato l’esistenza di un cartello criminale dedito al traffico di stupefacenti, che operava tra Sicilia, Calabria e Malta composto da appartenenti alla cosca ‘ndranghetista dei Mazzaferro, nonché soggetti ragusani albanesi e maltese. Lo stupefacente, approvvigionato su un canale che partiva dall’ Albania, dopo un transito in Puglia o Calabria, giungeva a Ispica, dove si trovava la base operativa della organizzazione, per essere rivenduta nel territorio maltese.

La citata operazione ribadisce ulteriormente che la contiguità tra l’isola di Malta e la Sicilia è
altamente favorevole per lo sviluppo dei traffici illeciti, come emerge, altresì, dall’operazione antidroga “Alter Ego” della Procura Etnea, che il 16 novembre 2021 ha consentito di delineare il ruolo rivestito da alcune figure di spicco delle famiglie mafiose Santapaola e Cappello, mettendone in luce relazioni, contatti e dinamiche riferiti al traffico di ingenti quantità di sostanze stupefacenti ed al loro approvvigionamento anche oltre i confini regionali e nazionali, per la successiva vendita anche a collettori maltesi.

Scommesse on line

È da ritenersi che cosa nostra continui a mantenere alto l’interesse nel gaming, come si rileva da
alcune operazioni concluse nel corso del semestre in esame. Il 18 novembre 2021, nell’ambito dell’operazione “Game Over II” dell’AG di Palermo, è stato disarticolato un sodalizio, composto da soggetti riconducibili alle famiglie della Noce e di Passo di Rigano, che raccoglievano illegalmente scommesse di vario genere, anche telematicamente tramite siti web appartenenti a bookmakers con server aventi sede in Malta.
Inoltre, il 30 settembre 2021 l’operazione “Ludos”, coordinata dalla Procura di Siracusa ha individuato
un’associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti illegali che aveva propaggini a Malta.

Infine, il 20 luglio 2021 un’attività investigativa della Procura di Messina è sfociata nell’esecuzione,
a Malta, di un decreto di sequestro di beni del valore di 3,5 milioni di euro, nei confronti del legale rappresentante di una società maltese, che aveva stabilito nel Peloritano una stabile organizzazione dedita all’esercizio abusivo della raccolta delle scommesse on line. Appare opportuno evidenziare che l’intervenuta cooperazione giudiziaria internazionale tra Italia e Malta, in perfetta sinergia tra le rispettive Autorità Giudiziaria, si è avvalsa delle possibilità offerte dal recentissimo Regolamento UE 2018/1805/UE del 14 novembre 2018, in forza del quale, a decorrere dal 19 dicembre 2020, sono applicabili negli Stati membri dell’Unione Europea le disposizioni sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca emessi da altro Stato membro.

La criminalità pugliese, alla stregua delle altre matrici mafiose, è proiettata al prolifico settore del gaming, come aveva accertato l’operazione “Scommessa”, che il 22 settembre 2021 ha dato luogo all’emissione da parte del Tribunale di Bari di un provvedimento di confisca che hanno riguardato partecipazioni societarie, disponibilità finanziarie, automezzi, imbarcazioni, accessori di lusso e immobili.

Nel corso del semestre è stato attualizzato l’interesse dei gruppi criminali siciliani nell’attività di riciclaggio, come emerge dall’operazione “Fondo agricolo” della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Infatti, il 12 agosto 2021 è stato accertato che un cittadino messinese gestiva di fatto una società maltese, esistente solo cartolarmente, all’esclusivo fine di realizzare l’evasione delle imposte, ma soprattutto di beneficiare di un contributo AGEA per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

L’operazione “Piccadilly”, precedentemente analizzata, ha ribadito che il territorio maltese viene utilizzato per la costituzione di società “cartiere” finalizzate alla commissione di reati di frode fiscale commessi da aziende attive nel settore calzaturiero e dell’abbigliamento. Come già registrato in passato la vicinanza territoriale potrebbe costituire un fattore che privilegia la scelta da parte delle consorterie mafiose italiane, in particolare quelle siciliane, per far trascorrere periodi di latitanza ai suoi affiliati. 

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