Giornata per il ricordo delle vittime di mafia: oggi l’edizione numero 30

Oltre mille innocenti ricordati oggi a Trapani. Dal 2017 la giornata, promossa da Libera, è riconosciuta dallo Stato.

Trapani – Sono oltre 1000 le vittime innocenti delle mafie, che anche oggi saranno ricordate nel corso della XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. Semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, morti per mano delle mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere. La due giorni di Libera in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie si tiene a Trapani.

Saranno più di 500 i familiari delle vittime innocenti delle mafie ad arrivare nella città siciliana per l’edizione, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con il Patrocinio della Rai e del Comune di Trapani. Primo appuntamento ieri quando sono arrivati con la nave al Porto di Palermo i familiari provenienti dalla Campania seguiti dai familiari provenienti dalla Calabria e da Catania in autobus e all’ora di pranzo all’Aeroporto di Palermo i familiari provenienti dal Nord Italia e della Puglia. La Giornata, che come detto quest’anno celebra la sua edizione numero 30, dal 2017 è stata riconosciuta dallo Stato e anche quest’anno vedrà una grande partecipazione: giovani, associazioni, gruppi, rappresentanti delle istituzioni, del sindacato, del mondo della scuola, della cultura, dello sport.

La due giorni di Libera a Trapani

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda che “ricorrono trent’anni da quando Libera e altre associazioni hanno intrapreso un percorso importante di sensibilizzazione e mobilitazione civile fino a far sì che una legge dello Stato istituisse la ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’, per esprimere doverosa solidarietà nei confronti delle vittime innocenti uccise dalla mano mafiosa. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. 

Ogni ambito è “stato colpito da questo flagello: servitori della Repubblica, donne e uomini che si battevano per migliorare la società, imprenditori e cittadini che hanno respinto il ricatto del crimine, persone semplici finite sotto il tiro degli assassini. I loro nomi sono parte della nostra memoria collettiva, – ha aggiunto Mattarella – ed è nei loro confronti che si rinnova, anzitutto, l’impegno a combattere le mafie, a partire dalle Istituzioni ai luoghi della vita quotidiana, superando rassegnazione e indifferenza, alleate dei violenti e sopraffattori”.

Il messaggio di Sergio Mattarella

E ancora il Capo dello Stato: “Il 21 marzo rappresenta un giorno solenne di ricordo e di impegno civile per affermare valori essenziali per la salute della nostra comunità. L’impegno quotidiano per la pratica della legalità, la lotta contro tutte le mafie, contro le consorterie criminali che generano violenza e oppressione, contro zone grigie di complicità che ne favoriscono affari e diffusione, vede operare tutti i cittadini che desiderano vivere in una società coesa e rispettosa dei diritti di tutti”. Infine il messaggio che “La mafia può essere vinta. Dipende da noi: tanti luminosi esempi ce lo confermano”. “Oggi è un importante momento di riflessione per tutti noi. L’Italia e le sue Istituzioni – afferma la premier Meloni sui social – si inchinano davanti al sacrificio di chi ha perso la vita per mano della criminalità organizzata: cittadini onesti, servitori dello Stato, persone innocenti cadute sotto i colpi vigliacchi di un giogo vile e spietato”. “Le mafie sono un nemico dichiarato della nostra democrazia, un’offesa alla dignità della Nazione. Per questo – aggiunge – con assoluta determinazione e fermezza, ribadiamo la nostra condanna a ogni tipo di mafia e ci impegniamo, ogni giorno, a combatterla”.

“È fondamentale – commenta Francesca Rispoli, copresidente nazionale di Libera – ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie, quelle conosciute e quelle dimenticate. Da 30 anni il 21 marzo, una giornata da noi, fortemente voluta, li ricordiamo tutti senza dimenticare che l’80% dei familiari non conosce la verità o ne conosce solo in parte e non può avere giustizia. I familiari delle vittime innocenti delle mafie hanno effettuato una scelta importante e significativa: trasformare il proprio dolore in impegno, in memoria viva. Un paese senza memoria è un paese senza storia. Un paese senza verità è un paese senza dignità. La due giorni di Libera si apre oggi 20 marzo, quando i familiari provenienti dalla Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, dal Nord Italia, dall’Europa, America Latina e Africa si ritroveranno alle 15 presso il cinema/teatro Ariston per Assemblea Nazionale a seguire la Veglia ecumenica presso Cattedrale di San Lorenzo.

Don Ciotti e i 30 anni di Libera

Domani la giornata prevede la partenza del corteo alle ore 9.00 da Piazza Garibaldi per arrivare a Piazza Vittorio Emanuele dove alle 11.00 inizierà la lettura dei 1101 nomi delle vittime innocenti delle mafie. Semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere. A seguire l’intervento conclusivo di Luigi Ciotti. Nel pomeriggio si svolgeranno i seminari di approfondimento .All’arrivo del corteo sarà presentata in anteprima nazionale “Libera” la canzone scritta ed eseguita da Bungaro e Raffaele Casarano per celebrare i 30 anni dell’associazione, un brano che rappresenta un messaggio di coraggio e di speranza.

I 1101 nomi delle vittime innocenti saranno letti anche in dieci carceri italiani e due Istituti penali per minorenni. La giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera sarà ricordata dalla rete internazionale di Libera con lettura di nomi, incontri, seminari in Kenya, Uganda Nigeria, Costa d’Avorio, Messico, Brasile, Bolivia in Francia, Malta, Romania, Germania, Portogallo. L’associazione Libera, di cui ricorre il trentesimo anniversario, fu “un’ondata di ribellione morale e fermento civile”, ha raccontato alla Stampa il fondatore e presidente don Luigi Ciotti. “Trent’anni – dice – di una rete plurale, nata per rendere più incisivo l’impegno delle realtà che la compongono. E di tappe importanti”. “La verità e la giustizia – ha detto ancora – non sono ‘accessori’ della vita, ma la condizione affinché una vita sia libera e dignitosa. Legalità rischia di essere una parola vuota, se non è accompagnata dalla concretezza di interventi politici, sociali e culturali che restituiscano dignità all’esistenza di tante persone lasciate ai margini”.

Il 25 marzo 1995 nasce Libera con una campagna per la raccolta di firme in calce al disegno di legge di iniziativa popolare per il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie. Libera compie trent’anni, scegliendo di appellarsi al bene più prezioso, quello da cui dipendono tutti gli altri: la libertà. Libertà dalle mafie, dalla corruzione, dall’illegalità e dal malaffare. Nel suo editoriale, la direttrice de lavialibera Elena Ciccarello scrive: “Libera compie trent’anni e lo fa in un momento particolarmente delicato per l’Italia, l’Europa e il resto del mondo. Soffiano venti di revisionismo storico, si stringe la morsa repressiva, prende forma l’attacco ai presidi democratici, sono annunciate alleanze oscure e paci ingiuste. Il sentimento più diffuso tra chi non è già salito sul carro dei vincitori è di sconforto, spesso accompagnato da preoccupazione per ciò che accade e che potrebbe ancora accadere. Eppure, la storia ci insegna che il passato è stato, prima di tutto, un presente fatto di scelte, complicità, attendismi e disobbedienze. Sta a ciascuno di noi decidere da che parte stare”.

La mafia uccide, il silenzio pure” è una delle frasi più emblematiche della storia di Peppino Impastato, giornalista e giovane militante di Cinisi, ucciso da Cosa nostra il 9 maggio 1978. Quel silenzio ha trovato voce il molte testimonianze e una giornata, che ogni anno si celebra appunto il 21 marzo, per non dimenticare le vittime e i loro familiari. Ma per la senatrice Pd Enza Rando “il diritto alla verità dovrebbe essere sancito dalla Costituzione: quello di oggi è un primo passo in questa direzione”, ha detto a fine gennaio scorso, durante il convegno ‘Diritto alla verità e vittime innocenti di mafia. Tra memoria e diritti mancati’, organizzato nella sala Zuccari del Senato. “E’ ora che politica e istituzioni – ha affermato la senatrice dem – si assumano la responsabilità di guardare negli occhi i famigliari di chi ha perso la vita per mano delle mafie, e fare propria la loro lotta per giungere a verità e giustizia. Questo momento è per voi”. 

“Occorre rendere operative in Italia – aveva detto il presidente di Libera in quell’occasione – le direttive europee di tutela delle vittime e dei loro familiari e che sia riconosciuto lo status di vittima di mafia anche alle persone che hanno subito eventi delittuosi di stampo mafioso antecedente al primo gennaio 1961. L’equiparazione delle vittime del dovere e delle mafie alle vittime del terrorismo che in materia di prescrizioni e decadenze previste da una circolare del ministero dell’interno: sia fatta una attenta ed urgente riflessione onde evitare interpretazioni ingiustamente restrittive. Un sostegno alle vittime dei reati internazionali violenti, cosiddetta criminalità comune”.

In queste ore il Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti, presieduto dal Commissario Felice Colombrino, ha destinato circa 1,8 milioni di euro a favore delle vittime di mafia e dei loro familiari. I fondi concessi rappresentano un segno concreto della vicinanza e del sostegno dello Stato. Hanno partecipato alla seduta del Comitato di solidarietà, i rappresentanti dei ministeri dell’Interno, della Giustizia, dell’Economia e delle Finanze, delle Imprese e del Made in Italy e della concessionaria Consap.

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