Nuove regole sull’uso dell’IA, trasparenza e dignità professionale per chi fa informazione. Ma cosa succede nella realtà?
L’Ordine dei Giornalisti (ODG), lo scorso 11 dicembre, ha diramato il nuovo Codice deontologico agli iscritti. Dopo una rapida occhiata si ha la netta sensazione che il documento è sembrato simile alla… letterina di Natale che i bambini degli anni ’60-70, mettevano sotto il piatto del papà, quando si era in procinto del pranzo di Natale, che leggeva a tutti gli invitati ed in cui erano elencati tutti i buoni propositi del pargolo per l’anno nuovo. Eppure si tratta di un’istituzione di autogoverno, riconosciuta dallo Stato, che deve garantire per l’attività dei professionisti iscritti.
Suo importante compito è stilare, aggiornare e applicare il codice deontologico della professione. Tra le varie indicazioni ne ricordiamo alcune: l’Intelligenza Artificiale non deve prendere il posto del giornalismo; separare l’informazione dalla pubblicità; massima cautela nel suppore le cause di un suicidio; non imputare alla vittima i motivi di un femminicidio; La presunzione di non colpevolezza va sempre salvaguardata, tuttavia non deve occultare le notizie; citare con accuratezza le fonti sulla crisi climatica; il giornalista deve rispettare il Codice deontologico anche quando utilizza i social o altro mezzo di comunicazione; bisogna esercitare la formazione obbligatoria, che in caso di inadempienza va sanzionata, ma non sempre è accaduto. In linea teorica queste regole dovrebbero garantire la coscienza professionale. Chi fa giornalismo per mestiere dovrebbe evitare il riferimento a notizie del passato sulle persone, a meno che queste non siano fondamentali per la completezza delle informazioni. Inoltre si dovrebbe incentivare la cancellazione del “vissuto” online.
I professionisti dell’informazione devono rispettare la dignità delle persone malate, con disabilità, o comunque vulnerabili, con qualsiasi fragilità; evitando sensazionalismi, tutelando l’identità della persona, che può essere resa nota solo nei casi di interesse pubblico e rilevanza sociale, oppure per dare risalto a eventi positivi. Quando si fa ricorso all’Intelligenza Artificiale (IA), bisogna sempre esplicitarlo. Non vanno alterate le immagini pubblicate in maniera che possano risultare distorte. In caso di diretta televisiva, radiofonica o online, i giornalisti si devono dissociare da atti di intemperanza, discriminazione o violenza da parte del pubblico. Il giornalismo va distinto, sempre, dalla pubblicità a cui non va prestata la propria immagine. Sono permessi, previa autorizzazione dell’ODG, campagne a scopo sociale. In caso di notizie che riguardano il proprio editore il giornalista deve riferirle senza omissioni di sorta.
Ed invece cosa succede nello scintillante mondo del giornalismo italiano? Che le notizie che riguardano il proprio padrone –perché di questo si tratta, è inutile la narrazione della storiella che va tutto bene madama la marchesa- vengono pubblicate o in ultima pagina, nel caso migliore o, censurate, in quello peggiore! L’ODG si impegna per un equo e dignitoso compenso adeguati alle prestazioni. Anche qui, sembra di vivere in un’atmosfera fiabesca. La cruda realtà racconto altro. Ossia che ci sono giornalisti di cui vengono pubblicati, “pezzi” tutti i giorni, che in cambio non ricevono alcunché e che per alimentare la passione della scrittura, sono costretti a fare altro per vivere. Questo è il panorama, altro che deontologia! Alcune indicazione del nuovo Codice sembrano la scoperta dell’acqua calda, nel senso che dovrebbero far parte degli arnesi del mestiere, altrimenti si fa altro. O no?