Nonostante le famigerate “Quote Latte” siano state abrogate sembra che le sanzioni per chi aveva sforato il tetto massimo di produzione siano ancora esigibili. Nonostante le sospensive del Tar. Mentre gli allevatori si ammazzano ne pagano le conseguenze anche i congiunti-eredi.
Grisignano – Le pignorano il conto corrente per una cartella esattoriale non pagata dal marito defunto 15 anni fa. Il figlio, di 47 anni, si era suicidato nel 2015 dopo aver ricevuto una sanzione da 4 milioni di euro. Mittente? Agenzia delle Entrate. Causale? Mancato pagamento delle sanzioni per aver prodotto latte oltre il consentito.
L’obiettivo del Fisco, stavolta, è un’anziana maestra in pensione di 84 anni, Francesca Traverso, vedova dell’allevatore Artemio Slaviero, morto nel 2007, senza aver pagato la multa relativa allo sforamento delle “famigerate” quote latte. Un provvedimento a carattere europeo, recepito in Italia durante il governo Prodi, che mirava ad evitare le eccedenze e regolare cosi il mercato del latte tramite un tetto oltre il quale la produzione veniva sottoposta a sanzioni salatissime.
Nel 2015 il regime delle quote latte veniva abrogato e le multe cancellate dai Tribunali amministrativi regionali che sino ad oggi hanno erogato migliaia di sospensive ma il Fisco, come si dice, non conosce ostacoli. Infatti l’Erario non molla e a tutti i costi deve recuperare anche le somme che non gli spetterebbero più. Nel caso specifico l’anziana maestra si è vista bloccare il suo conto corrente e chissà quando potrà vederselo di nuovo nella propria disponibilità:
”…Nel dicembre dello scorso anno è arrivata una raccomandata dell’Agenzia delle Entrate – dice Elena Slaviero, figlia dell’insegnante tartassata – che intimava a mia madre i soliti cinque giorni di tempo per pagare 813mila euro. La cifra riguarderebbe le multe, mai pagate, da mio padre Artemio Slaviero, relative agli sforamenti, avvenuti nelle sue stalle tra il 1995 e il 1998, dei limiti di produzione del latte imposti dall’Europa. Mamma é malata e non ha più un soldo, la mantengo io…”.
Nel giro di qualche giorno dunque la donna si è vista pignorare il conto i banca sul quale arriva anche la pensione della ex insegnante di scuola elementare. Dunque come farà l’anziana donna a sopravvivere e, soprattutto, a percepire la sua pensione che le spetta di diritto e che, diciamola tutta, in quota parte sarebbe anche impignorabile?
Elena Slaviero, per conto della madre, si è rivolta agli avvocati Maddalena Aldegheri e Marco Guerreschi, che hanno presentato ricorso al Tar del Veneto. Il tribunale Amministrativo ha accolto la richiesta di sospensiva ma deciderà nel merito solo il prossimo anno. Nel frattempo rimangono chiuse le “ganasce” al conto in banca e se ne riparlerà nel 2023, sempre che il Fisco non rilanci la posta con un controricorso:
”…Mi sembra una follia – ha aggiunto Elena – lo Stato sembra accanirsi nei confronti di un’anziana che non ha mai avuto nulla a che fare con l’allevamento di bovini, tanto meno con il regime delle quote latte. Mia madre, in pratica, ha ereditato le multe che furono di mio padre…”.
Del resto anche se la pensionata fosse passata a miglior vita il Fisco si sarebbe potuto rivalere sui figli, come è successo in altri casi. Ma in questo caso la vicenda si complica e si fa più grave. Franco Slaviero, il figlio di Francesca, sette anni fa finiva tragicamente alla ribalta delle cronache. L’allevatore di Grisignano, infatti, cofondatore del locale Comitato degli allevatori, si era battuto per l’abolizione delle quote latte, ritenendole illegittime, come altre migliaia di allevatori in tutta Italia:
”…Il 18 marzo del 2015 – continua Elena Slaviero – il commercialista gli spiegò che era arrivata una cartella esattoriale che prevedeva il pagamento delle quote latte con gli interessi aggiornati al 31 dicembre 2014. Erano più di quattro milioni di euro, una cifra assurda, di cui ovviamente mio fratello non disponeva. Il pomeriggio successivo Franco entrava nella stalla e si impiccava con una corda al tetto del capannone. Fu proprio mia madre a trovarlo e a tagliare la corda con un coltello. Poi io tentai di rianimarlo, facendogli la respirazione artificiale, ma fu tutto inutile…”.
All’epoca dei fatti anche Giorgia Meloni era intervenuta sulla tragedia dell’allevatore suicida:”…È una notizia che mi rattrista molto – disse la presidente di FdI all’epoca dei fatti – e rivolgo alla famiglia di Franco la mia vicinanza e il mio cordoglio. Purtroppo siamo di fronte all’ennesima vittima di uno Stato che abbandona i nostri allevatori e agricoltori e non fa nulla per cancellare le folli regole dell’Europa…”.
Speriamo che adesso il suo governo possa porre rimedio ad una situazione a dir poco riprovevole.