Federico Marcelli è evaso dai domiciliari rompendo il braccialetto elettronico. Le due donne che l’hanno fatto condannare ora vivono nel terrore.
PESARO – E’ caccia all’uomo dal 15 novembre scorso: è attivamente ricercato da polizia e carabinieri Federico Marcelli, 49 anni, cuoco nella trattoria “Fra mare e Terra dal Chicco”, stradale della Romagna 68, poi chiusa, evaso dai domiciliari dove era detenuto per stupro e maltrattamenti. L’uomo era stato condannato, anche in appello, per entrambi i reati in danno di altrettante compagne, tutte e due di origine moldava. Marcelli scontava la doppia reclusione, rispettivamente a 6 anni per la prima donna e 4 anni e 6 mesi per la seconda, presso l’abitazione della madre dalla quale sarebbe fuggito rompendo il braccialetto elettronico. Pare anche che prima di dileguarsi, in auto, l’uomo abbia inviato un messaggio telefonico ad una terza vittima, ovvero una donna che avrebbe subito le medesime violenze delle altre due malcapitate.
La prima delle due donne di origine moldava avrebbe partorito un bambino, figlio di Marcelli, che oggi ha 6 anni e che il latitante avrebbe cercato di avvicinare e contattare più volte. La paura che il cuoco possa tentare altre violenze è grande fra le donne che hanno subìto vessazioni e soprusi fisici e mentali:
”Lui è un manipolatore – ha detto G. di 43 anni – Sarebbe capace di far credere di essere un santo e ci ho creduto anche io per tre anni, ma poi ha iniziato a violentarmi e maltrattarmi. Sono rimasta incinta e l’ho denunciato… Adesso ho paura che possa rifarmi del male e rapire mio figlio…Mi hanno portata in una struttura protetta con mio figlio. In passato quell’uomo riuscì a sapere dove si trovava il mio alloggio e lo seppe proprio da chi doveva proteggermi. Così me lo sono visto all’interno della struttura, sorridente e rilassato, con la scusa di vedere il bambino. Voleva dimostrarmi di che cosa era capace… Quando esco avverto i carabinieri. La stessa cosa la faccio al rientro. Ho anche una casa mia in affitto, ma non ci vado per paura. Questo non è vivere”.
La seconda vittima ha 49 anni e sarebbe quella che più di tutte ha subito violenze fisiche e sessuali:
” Mi violentava tutte le volte che voleva, soprattutto al lavoro – ha raccontato -. Io gli ho creduto per due mesi, poi lo avevo lasciato, ma ormai mi aveva fatto investire i soldi in un bar che non potevo lasciare. Lui era sempre lì a violentarmi… Sono stata abusata anche nella dispensa dietro il bancone del suo locale. Lui aveva un machete nella camera dove dormiva e la stanza si trovava proprio sotto il bar. Per la vergogna non dicevo niente a nessuno, poi un giorno mi ha gettato a terra e ho battuto la testa. Dopo mezzora mi sono svegliata, sono uscita e ho visto che rideva fuori dal bar. Sono andata in pronto soccorso per farmi medicare e i medici hanno chiamato la polizia. A quel punto ho raccontato il mio inferno. Pensavo che avrebbe pagato il suo debito rinchiuso in carcere, invece è stato mandato ai domiciliari e ora è fuggito. Io non riesco neppure ad uscire a fare la spesa senza il terrore di incontrarlo. Ho paura perché so di essere sola”.
L’uomo, che si sarebbe procurato un piccolo fuoristrada e un bel po’ di soldi prima della fuga, sarebbe stato segnalato fra i boschi dei monti di Cagli, più esattamente fra Pianello, Serravalle, Acquapartita, i dintorni di Apecchio e della stessa Cagli. Lo avrebbero visto più persone e i carabinieri, sia in borghese che in uniforme, gli avrebbero stretto intorno un cerchio grazie anche al tracciamento delle celle telefoniche che il fuggitivo avrebbe agganciato con il suo telefonino, risultato ancora in funzione, anche se ad intermittenza, e la cui utenza non sarebbe intestata all’evaso.
E’ probabile che Marcelli abbia pianificato la sua fuga con la complicità della madre, che lo avrebbe sempre spalleggiato nei tragici rapporti con le due compagne. La donna potrebbe avergli indicato una terza persona che, dietro compenso, terrebbe ben nascosto il cuoco in attesa che la pressione mediatica e di polizia si possa allentare il tempo necessario per dileguarsi forse all’estero. Due i probabili moventi: la fuga per evitare oltre 10 anni di carcere o la vendetta contro chi l’ha denunciato.