Lando Buzzanca atto secondo: l’eredità

L’ex dipendente del celeberrimo attore siciliano siederà sul banco degli imputati fra un anno ma la vicenda rimane nebulosa.

Roma – Circonvenzione d’incapace è il reato presunto per il quale è stata rinviata a giudizio Francesca Della Valle, al secolo Francesca Lavacca, 54 anni, compagna del compianto attore siciliano Lando Buzzanca, scomparso il 18 dicembre 2022. Il contenzioso, per lo meno quello giudiziario, fra la donna e i figli dell’artista sarebbe iniziato subito dopo il ricovero di Buzzanca in una Rsa dove, secondo Della Valle, l’uomo sarebbe stato abbandonato dalla famiglia sino al decesso.

Di contro i familiari dell’attore affermano di averlo assistito sino all’ultimo fornendogli cure e conforto. In effetti la vicenda è assai controversa. Il 5 agosto del 2021 la donna faceva affiggere le pubblicazioni di matrimonio nella bacheca del Comune di Canosa di Puglia dove è nata. Lando Buzzanca, dalla Rsa dove era ospite, era stato ricoverato presso una struttura sanitaria per un disturbo del linguaggio, postumo di una caduta, e sarebbe dovuto uscire per recarsi in Puglia e sposarsi, notizia che l’attore pare avesse dato pubblicamente più volte.

Francesca e Lando

Poi a causa della pandemia, o per lo meno cosi sembra, l’attore aveva fatto rientro nella Rsa dove è rimasto sino alla dipartita. Le nozze, di contro, non vennero mai celebrate per l’intervento dell’amministratore di sostegno, l’avvocato Luca Valvo, che fece istanza al giudice tutelare per bloccare lo sposalizio e inviare la documentazione alla Procura con la medesima ipotesi di reato per cui alcuni giorni addietro la donna è stata rinviata a giudizio. Subito dopo il tribunale emetteva un provvedimento di sospensione delle nozze mentre i carabinieri acquisivano, fra gli altri atti, anche una procura a firma di Buzzanca che autorizzava Della Valle alle pubblicazioni di rito.

A sentire la compagna dell’attore, già sua dipendente dal 2010, Lando era capace di intendere e di volere (e ci sarebbero alcune perizie che attestano il buono stato mentale del defunto) dunque il matrimonio non era stato altro che una scelta condivisa. I figli dell’artista, Mario e Massimiliano, invece, hanno sempre riferito che il padre avrebbe subìto le “intemperanze” della sua impiegata e non aveva mai espresso la volontà di sposarsi con lei. Lando Buzzanca dunque sarebbe stato affetto da demenza senile e assistito da un amministratore di sostegno come prevedono la legge 67/1988 e il DPCM del 22 Dicembre 1989 a cui ha fatto seguito la legge 6/2004 istitutiva della “finalità di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente”:

La locandina del famoso film interpretato magistralmente dall’attore palermitano

“Quando nel settembre 2020 un’ammiratrice gli chiese una dedica, mio padre si bloccò riuscendo a fare solo alcuni scarabocchi – racconta Mario Buzzanca – era incapace di firmare qualunque documento. Ma non solo: la signora Lavacca voleva coinvolgerlo in una sit-com che doveva chiamarsi Casa Buzzanca e nella quale lei doveva ricoprire il ruolo di moglie di mio padre. Questa signora sono più di 4 anni che massacra la mia famiglia definendoci assassini. Mio padre ci è cascato, ed è diventato il padre degli ingenui…”.

Il link della puntata di “Vita in Diretta” del 16 maggio scorso in cui parlano i fratelli Buzzanca

Francesca Della Valle, di contro, ha sempre asserito che Lando era stato “ricoverato e lasciato morire per avidità” accusando i figli di non aver fatto nulla per migliorare le condizioni di vita del genitore sofferente. La donna, difesa dall’avvocato Antonio Gravante, aveva presentato diverse denunce contro gli eredi legittimi dell’attore, contro l’ex amministratore di sostegno e contro i sanitari che hanno avuto in cura Buzzanca nelle diverse strutture dove è stato ricoverato. Per gli esposti è stata richiesta l’archiviazione da parte del Pm ma Della Valle si è opposta, il proseguo si vedrà. Intanto per i magistrati requirenti capitolini la situazione sarebbe chiara: “La donna abusando dello stato di deficienza psichica lo induceva a contrarre matrimonio, ben consapevole delle sue condizioni psicofisiche inidonee alla libera autodeterminazione, atto in forza del quale diveniva erede a seguito del decesso”.

Abbiamo chiesto a Della Valle un’intervista che, però, ha diniegato giustificandosi con un laconico quanto incomprensibile: “Se mi consente le parole hanno un peso, guardi il video e se ne renderà conto“. Di seguito la donna ci inviava un girato che, in pratica, non è altro che un lungo j’accuse che ripercorre le tappe della vicenda, “documenti alla mano” a dire di Della Valle, e del contenzioso che ne è scaturito. La prima udienza del processo è prevista per il 3 giugno dell’anno prossimo. Più in basso il link del filmato.

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