Continuano gli sbarchi e le fughe. Presto la situazione sarà fuori controllo. Il ministro Lamorgese ritarda sostegno e aiuti. Ormai la Sicilia e le sue isole minori sono abbandonate al loro triste destino. Roma è davvero distante.
Palermo – È stato un weekend caldissimo quello registrato in Sicilia sul fronte degli sbarchi con decine di approdi, diversi positivi e le fughe dagli hotspot tanto che il governatore Nello Musumeci torna a tuonare contro il ministro Lamorgese: “…La Sicilia – ha detto il presidente dei Siciliani – non va trattata come una colonia…”.
Nella notte tra domenica e lunedì, a largo di Lampedusa, sono stati soccorsi 114 migranti e con l’hotspot che sta implodendo, la situazione si sta facendo sempre più pesante tanto che il sindaco Totò Martello ha dichiarato che, in assenza di decisioni dal Governo, dichiarerà lui lo stato d’emergenza. Gli approdi delle ultime ore si aggiungono a quello di 108 migranti registrato nel pomeriggio di sabato a Pozzallo con due positivi al Covid 19. E intanto che l’attenzione era tutta rivolta alle operazioni di sbarco, 30 tunisini, quelli che danno maggiore preoccupazione al sindaco Roberto Ammatuna, sono fuggiti dall’hotspot riuscendo ad eludere la sorveglianza. Domenica, invece, in 100 sono fuggiti dal Cara di Caltanissetta.
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Nero di rabbia il presidente della Regione Nello Musumeci che ancora una volta punta il dito contro il governo romano: “…Avrete già letto dei 100 migranti scappati a Caltanissetta – ha scritto sui social il Governatore -, si aggiungono ai tunisini scappati a Pantelleria e a quelli evasi dall’hotspot di Pozzallo, i quali, a loro volta, si sommano a tutti gli altri. Nessuno dica che è responsabilità delle forze dell’ordine: fanno tutto quello che possono e siamo loro grati. È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del governo di Roma e che si dica che “tutto va bene”. Pretendo rispetto per la Sicilia, non può essere trattata come una colonia. Abbiamo dato disponibilità e chiediamo reciprocità, ma vediamo che nella gestione del fenomeno migratorio c’è troppa improvvisazione e superficialità…”.
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