Adesso campanelle e giuramenti sono acqua passata. Occorre da subito risolvere i tantissimi problemi del Paese ormai indifferibili: caro-bollette, lavoro, giustizia sociale, moralizzazione della pubblica amministrazione e riforme. Oltre che lotta senza quartiere alla criminalità organizzata. Il tempo scorre inesorabile.
Roma – Comincia l’era Meloni, la prima donna premier di destra della storia repubblicana. Una “Prima ministra” che ha scelto maschi e femmine nei rispettivi ministeri, a differenza di tutti i precedenti governi di tipica impronta maschile. L’esecutivo è entrato ufficialmente in carica. Adesso la parola d’ordine è una sola: non tradire le aspettative di un Paese sofferente che ha bisogno soprattutto di giustizia sociale. Le opposizioni, intanto, si leccano le ferite e criticano tutto, compresa l’intera compagine governativa. Un establishment, quello della sinistra, che non riesce ancora a riprendersi dall’esito di una volontà popolare che ha svoltato e cambiato pagina. E che la dice lunga sul loro “spessore” politico, davvero secondo a nessuno.
Il governo, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, è arrivato a meno di un mese dalle elezioni. Tempi record per la politica, almeno secondo i parametri a cui ci avevano abituato i partiti, con interminabili consultazioni, incontri bilaterali, persino via streaming. Sembra passata l’era glaciale. Stavolta è stata la netta vittoria della coalizione di centrodestra a facilitare il percorso. Una maggioranza politica dopo un governo tecnico ed ibrido. D’altronde sarebbe stato difficile costruire, allo stato dei fatti, un’altra maggioranza in alternativa a quella attuale. L’elemento di novità di questa nuova pagina parlamentare è il ritorno del politico al governo, con molte competenze e pochi tecnici.
Responsabilità ed orgoglio, ripetono come un mantra molti esponenti dell’esecutivo. Vedremo a breve se questo binomio verrà rispettato. Intanto per Giorgia Meloni si tratta di un ritorno sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Ovviamente un ritorno più prestigioso rispetto a quello di 14 anni fa quando era stata nominata ministro della Gioventù dal governo Berlusconi. Vabbè, ricordi, adesso però viene il bello, si fa per dire. Il livello dei rincari, intanto, sta raggiungendo livelli divenuti per tutti insostenibili. Crolla, però, il prezzo del gas dopo che il Consiglio europeo sull’Energia ha trovato un accordo per tenere sotto controllo i prezzi intervenendo in particolare nel superamento del Ttf, che è l’indice di riferimento in Europa.
“…Sono soddisfatto, ci è voluto tempo ed energia, ma il pacchetto approvato accoglie tutte le proposte dell’Italia…”, ha dichiarato il vincitore di questa difficile partita, Mario Draghi, ossia un corridoio per il prezzo del gas, il disaccoppiamento, la necessità di avere strumenti comuni per affrontare e mitigare l’effetto del rincaro dei prezzi dell’energia. Vedremo gli effetti sulle bollette. Nonostante l‘Europa appaia più coesa, per arrivare ad una condivisione del debito purtroppo ci vorrà ancora diverso tempo. In sostanza la decisione che ha portato ad un calo del prezzo del gas ha modificato le quotazioni che perso un buon 10%, a dimostrazione che la componente speculativa è rilevante. Anzi determinante.