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La quiete prima della tempesta: famiglie alla canna del gas

Dopo un bimestre relativamente tranquillo, che ha visto ridursi diverse voci di spesa per le famiglie italiane, all’orizzonte il cielo è nero. Le previsioni infatti sono tutt’altro che ottimistiche e l’impatto sulla popolazione sarà drammatico.

Roma – Tantissime famiglie non sanno più a quale santo votarsi per l’esposizione debitoria maturata a causa dell’attuale aumento del costo della vita. Tutto ciò aggravato dal fatto che non si riscontrano rosee previsioni per il futuro Da luglio 2023 in poi, infatti, i prezzi dell’elettricità torneranno a salire rispetto all’attuale trimestre. Sopra il 10% da luglio a settembre e addirittura +25%, sempre rispetto al periodo aprile-giugno, nell’ultimo trimestre del 2023. Lo ha comunicato Stefano Besseghini, presidente di Arera, ascoltato dalle commissioni Finanze e Affari sociali alla Camera.

Le due commissioni stanno lavorando alle modifiche per l’ultimo decreto Bollette del Governo Meloni. Certamente si tratta di stime, dovute a una leggera tendenza dell’aumento delle quotazioni dei mercati all’ingrosso dell’energia elettrica. La stessa previsione si può fare per il gas naturale. Sempre a causa di quotazioni più volatili, infatti, nel terzo trimestre del 2023 il prezzo dovrebbe crescere più del 5% rispetto al periodo aprile-giugno e nel quarto e ultimo trimestre dovrebbe arrivare al +15%. Anche in questo caso, si tratta di stime fatte basandosi sulle quotazioni all’ingrosso, che potrebbero cambiare nel tempo in base alla situazione del mercato e anche agli eventuali interventi politici del Governo. Attualmente, però, tutti i bonus previsti dal decreto Bollette sono validi solo fino a luglio 2023.

Le famiglie italiane arrancano tra spese e costi fissi.

Insomma, nello scenario attuale, la strada giusta è di seguire le dinamiche dei prezzi, dato che ci si aspetta che il ribasso delle quotazioni porti a un consolidamento per poter tornare a valori di prezzi più ragionevoli, anche se probabilmente non identici a quelli esistenti prima della crisi pandemica e dell’inizio della guerra. Negli ultimi tre mesi il prezzo del gas è sceso del 34,2% a gennaio, del 13% a febbraio e del 13,4% a marzo. Inoltre, nel secondo trimestre del 2023 c’è stato un calo della spesa complessiva per l’elettricità del 55,3% per la famiglia-tipo in regime di tutela. Le associazioni dei consumatori hanno risposto allarmate all’annuncio sul possibile aumento dei prezzi nella seconda metà dell’anno. “È necessario prolungare la sterilizzazione degli oneri di sistema anche sulle bollette dell’energia elettrica e predisporre misure adeguate a sostenere le famiglie in maggiore difficoltà” ha affermato Federconsumatori.

Attenzione, dunque, poiché i consumatori si troveranno, stando alle previsioni, a pagare costi maggiori sia per i nuovi aumenti della materia prima che per gli oneri reintrodotti dal Governo sulle bollette dell’energia elettrica. I prezzi dell’energia torneranno ad aumentare, in previsione dell’incremento dei consumi elettrici da parte delle famiglie, quando si accenderanno i climatizzatori nei mesi estivi. I dati di Arera confermano, infatti, che l’emergenza energetica non è ancora conclusa. Senza interventi, dunque, si rischia nei prossimi mesi una nuova stangata a danno delle famiglie, già afflitte da aumenti di vario genere. In pratica si tratterebbe di circa 317 euro annui in più: +160 euro per l’elettricità e +157 euro per il gas, rispetto alle tariffe attuali.

Il prezzo del gas tornerà a salire.

Per questi motivi, il Governo deve necessariamente studiare interventi volti a minimizzare gli effetti del futuro rialzo dell’energia che incideranno nelle tasche degli italiani in modo deciso. Poiché l’intervento straordinario previsto dal Governo scatterebbe solo nel caso in cui il prezzo medio del gas superasse i 45 euro/megawattora e, secondo l’Authority, potrebbe interessare oltre 18 milioni di utenze, pari a 23,5 milioni di clienti domestici residenti, è di tutta evidenza che si tratta di un impatto sociale dirompente. Da considerare che solo 5 milioni sono i titolari di bonus sociale. Una bastonata che potrà essere solo parzialmente attenuata a partire da ottobre con un contributo in quota fissa che per ora, però, resta ignoto.

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