LA PARTITA DI PALLONE: TORNERÀ PRIMA O POI.

Il campionato di calcio si è fermato durante la Grande Guerra e dal 1943 al 1945 durante la guerra civile tra repubblichini e partigiani. E durante questa maledetta pandemia che ha lasciato a digiuno i tifosi di tutto il mondo

Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite, ha letteralmente stravolto le nostre abitudini e ci ha costretto a rinunciare ai piccoli piaceri della quotidianità. Tra questi il calcio occupa un posto importante: la serie A, la Champions League, la squadra del cuore che scende in campo e ci regala emozioni ogni fine settimana e ogni mercoledì nelle coppe europee.

Il campionato di calcio si è fermato solo durante la Grande Guerra e dal 1943 al 1945 quando la guerra civile imperversava nel nostro Paese, diviso tra Repubblica sociale e Regno del Sud.

La pandemia ha imposto lo stop di tutte le attività sportive e anche il calcio ha dovuto adeguarsi: stadi chiusi, allenamenti sospesi, i fuoriclasse del pallone confinati sine die nelle loro abitazioni.

Il Grande Torino

Alcuni analisti individuano proprio nella partita di andata degli ottavi di finale di Champions League Atalanta/Valencia la causa dei contagi record nella città di Bergamo: 45 mila tifosi orobici su una popolazione di circa 120 mila hanno riempito lo stadio di San Siro e i risultati sono purtroppo davanti agli occhi di tutti. Oggi si parla di una ripresa graduale, prima degli allenamenti, dal 4 maggio, e poi delle partite a giugno rigorosamente a porte chiuse, limitando quindi la possibilità di contagio.

Il calcio non è solo uno sport, le squadre più importanti hanno bilanci milionari e devono salvaguardare il loro patrimonio, ci sono i diritti televisivi, le sponsorizzazioni, e soprattutto campioni che valgono decine di milioni di euro che si stanno svalutando a casa. La Uefa propone di terminare i campionati nazionali a giugno e luglio per poi dedicare il mese di agosto alle coppe europee.

Le squadre più interessate, come Juventus e Lazio, premono per la ripartenza (soprattutto la seconda), altre, come il Brescia (ormai sicuro della retrocessione salvo colpi di scena), sono contrarie, mentre Torino e Milan, che hanno ben poco da chiedere al campionato in corso, sarebbero d’accordo a “chiudere tutto” e ripartire da zero con la prossima stagione.

I tifosi dell’Atalanta

Vediamo interessi diversi e contrapposti ma il campionato e le coppe devono ripartire, lanciando un segnale di speranza alla popolazione. Il calcio rimane, nonostante tutto, una passione, un divertimento che coinvolge milioni di tifosi che per novanta minuti dimenticano i loro problemi. Mai come oggi abbiamo necessità di tornare a una vita normale, anche grazie all’emozione che può darci una rete che si gonfia dopo un goal di Paulo Dybala.

Il governo e i ministri Spadafora e Speranza devono tenerne conto, la salute viene prima di tutto ma la ripresa del campionato di serie A sarebbe un passo importate, anche in tempo di pandemia.

P. Dybala
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