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La crisi climatica ‘preferisce’ le donne, sono le più colpite dai suoi effetti

La pandemia ha aumentato le violenze domestiche, in fumo oltre 400mila posti di lavoro. La salute della popolazione ‘in rosa’ è peggiorata.

Roma – La crisi climatica… preferisce le donne! Il senso dell’umorismo ci suggerisce che la crisi climatica, così come quelle sociali, non sanno resistere… al fascino femminile e alla sua capacità seduttiva. Si tratterebbe, comunque, del cosiddetto ‘umorismo nero’ che riguarda argomenti tabù e molto seri, come la guerra, la morte, la crisi. Ebbene, quello climatico è un tema tremendamente serio, soprattutto se consideriamo che a soffrirne gli effetti più nocivi sono state e sono le donne di qualsiasi età.

E’ notorio che il famigerato Covid-19 non ha guardato in faccia a nessuno, colpendo a destra e a manca. Tuttavia le conseguenze della pandemia hanno pesato maggiormente sulle fasce più deboli della popolazione, particolarmente su donne e ragazze. Il fatto di restare bloccate in casa ha rappresentato una condizione che ha favorito le criticità. Innanzitutto, sono cresciute le violenze domestiche e le complicazioni per chiedere aiuto. In secondo luogo, la perdita del lavoro nell’anno di… grazia del 2021 ha volatilizzato oltre 400 mila posti di lavoro al femminile.

Per quanto riguarda la crisi climatica, le aree geografiche che ne pagano il prezzo più salato sono l’Africa occidentale, centrale e meridionale, l’Asia meridionale, l’America centrale e orientale e i piccoli Stati insulari. Tutti Paesi che condividono la stessa condizione di povertà, da cui non si può che emigrare, provocando esodi quasi biblici di disperati che sbarcano sulle coste occidentali, maggiormente italiane. Che le donne siano le maggiori vittime del cambiamento climatico, è stato confermato da un report a cura del Fondo dell’ONU per la popolazione (UNFPA) e della Queen Mary University, Inghilterra. Ebbene, su 119 Paesi che hanno presentato piani per la crisi climatica, soltanto 38 hanno inserito l’accesso alla contraccezione, ai servizi sanitari materni e neonatali e 15 con programmi di azione contro la violenza sulle donne.

Secondo i dati, il cambiamento climatico ha prodotto un aggravamento della salute delle donne incinte e complicanze durante la gravidanza. Inoltre, si è verificato un aumento di parti anticipati e di bambini nati morti. In Africa orientale e meridionale, i ricorrenti cicloni tropicali hanno provocato danni alle strutture sanitarie, favorendo la trasmissione di malattie come il colera. I disastri naturali inaspriscono le condizioni di povertà, con la crescita di violenze di genere e di matrimoni precoci. La miseria, infatti, costringe le famiglie a combinare matrimoni con le figlie d’età adolescenziale, perché non in grado di provvedere al loro sostentamento.

Aumento delle malattie

Quindi, la crisi climatica non è neutra per quanto riguarda il genere, anzi sta rallentando la lotta per l’uguaglianza tra i sessi. Si ripete sempre la solita storia, con un copione che si replica con gli stessi aguzzini e vittime. Un antico proverbio recita “Sulla pelle arsa, acqua calda”. Vale a dire che a soffrire maggiormente sono sempre i poveri cristi, in questo caso le donne. E’ banale dirlo, ma la storia, finora, ha confermato che “Piove sempre sul bagnato”.

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