Il raggiungimento di molti obiettivi contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha indotto il Governo Meloni a chiedere per la terza volta la corresponsione monetaria che le spetta.
Roma – Inviata a Bruxelles la nuova richiesta di pagamento, pari a 19 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti nell’ambito del Recovery and Resilience Facility (Rff), per finanziare ulteriormente il PNRR da 191,6 miliardi di euro complessivi.
È la terza richiesta di pagamento dell’Italia e si riferisce al completamento delle 55 tappe e obiettivi del PNRR per il 2022, che riguardano diverse riforme nei settori della concorrenza, della giustizia, dell’istruzione, del lavoro sommerso e della gestione delle risorse idriche, ma anche investimenti in materia di sicurezza informatica, energie rinnovabili, reti, ferrovie, ricerca, turismo, rigenerazione urbana e politiche sociali. Sarà proprio l’esecutivo comunitario a dover ora valutare la richiesta dell’Italia e trasmettere l’esito della valutazione preliminare al Comitato economico e finanziario del Consiglio in merito al raggiungimento dei 55 obiettivi che vincolano l’erogazione della terza rata di pagamenti. Il PNRR italiano è finanziato da 69 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti, come previsto dal via libera della Commissione del 22 giugno 2021.
Ad agosto dello stesso anno il Governo ha ricevuto 24,9 miliardi di euro a titolo di prefinanziamento del PNRR – pari al 13% dell’importo totale stanziato a favore dell’Italia nel quadro di Next Generation Eu – per dare impulso all’attuazione delle misure fondamentali di investimento e riforma. Ma il primo momento decisivo è arrivato però un anno fa, il 3 gennaio 2022, quando il Governo, ancora guidato da Draghi, inviava alla Commissione Ue la prima richiesta di pagamento pari a 21 miliardi di euro, con i risultati sia sul piano del rispetto delle condizioni necessarie per ottenere l’esborso del prefinanziamento, sia per quanto riguardava i 51 obiettivi per la prima tranche. Nel giro di 3 mesi è arrivata la risposta positiva di Bruxelles, seguita da una seconda tranche da 21 miliardi di euro erogata il 27 settembre, a due giorni dall’esito delle elezioni parlamentari che hanno visto il trionfo della coalizione di destra guidata da Fratelli d’Italia.
Per la Commissione di Bruxelles rimane centrale il fatto che i pagamenti siano “basati sui risultati e subordinati all’attuazione degli investimenti e delle riforme delineati nel PNRR”. Non è un caso se, proprio in occasione dello sblocco della seconda tranche di pagamenti, la stessa presidente von der Leyen ha esortato l’Italia a “continuare a lavorare bene” sulla strada del continuo e importante impulso alle riforme in settori-chiave come il pubblico impiego e gli appalti pubblici. Uno stimolo soprattutto per la premier e i ministri che stavano per entrare in carica e che ora si trovano per la prima volta sotto la lente d’ingrandimento dell’Ue, per quanto riguarda i requisiti di accesso ai fondi del Next Generation Eu.
Giorgia Meloni, soddisfatta, ha rivendicato con forza i meriti per questo traguardo del PNRR. “Sono contenta che siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi previsti per il 2022” ha dichiarato la premier, sottolineando che nel momento dell’insediamento “dei 55 obiettivi ne erano stati conseguiti 25, penso dunque che la staffetta con il precedente governo abbia funzionato”. Intanto previsto per oggi, a Roma, l’incontro tra von der Leyen e Meloni. Si parlerà di PNRR e migranti.