Con il suo comitato e i diversi blog che animava in rete, Giuseppe Ciampolillo ha rappresentato per anni una voce controcorrente schierata in favore della collettività contro la mafia e i suoi affiliati.
Isola delle Femmine – Per un malore improvviso e inaspettato Giuseppe Ciampolillo, 74 anni, per gli amici più intimi “Ciampo“, non è più con noi. La notizia è di quelle che ti lasciamo senza fiato specie quando, solo qualche giorno prima, lo avevi sentito per telefono, foriero di grandi entusiasmi e sempre pronto ad organizzare nuove battaglie in favore della natura e della salute pubblica.
Ciampo era nato a Candela, in provincia di Foggia, nel 1946 ma la sua terra, che amava profondamente, era diventata ben presto la Sicilia dove ha lasciato, nel più assoluto sconforto, moglie e due figli.
Con Pino c’eravamo conosciuti nel novembre del 2008 quando si rese protagonista di una delle sue tante denunce contro la Italcementi, fabbrica che ha minacciato per anni il benessere dei residenti di uno dei comuni rivieraschi più belli della costa palermitana.
La sua missione era sempre stata quelle di combattere chiunque attentasse al territorio. Con coraggio e caparbietà e, spesso, solo contro tutti. Deciso assertore della legalità e della lotta alla mafia Pino Ciampolillo ha saputo difendere, come pochi, gli interessi della collettività spesso pagando di persona con minacce e intimidazioni a volte provenienti da quelle istituzioni pubbliche conniventi e complici, oggetto delle sue sistematiche denunce alla magistratura.
Dalle polveri sottili che ammorbavano l’aria alla cementificazione selvaggia, dagli scarichi industriali in mare al traffico di rifiuti speciali, tossici e nocivi sino alla corruzione degli enti pubblici, Ciampo non ha mai guardato in faccia nessuno.
Non è mai sceso a compromessi. Ha tirato dritto per la sua strada certo di essere dalla parte giusta. Dalla parte delle persone perbene che non piegano la schiena davanti ai boss e ai politici collusi che spesso avevano cercato di vanificare i suoi tentativi di ristabilire la legittimità laddove questa rappresentava l’eccezione e non la regola.
Cuore generoso e altruista Ciampo si era reso promotore, con il suo Comitato Cittadino Isola Pulita, di una iniziativa antimafia volta a ricordare la memoria di Vincenzo Enea, imprenditore edile e consigliere municipale, morto ammazzato a 47 anni l’8 giugno 1982 proprio a Isola delle Femmine.
Il 6 giugno 2016 l’amministrazione comunale dedicava una piazza all’imprenditore siciliano ucciso sotto casa dalla mano assassina di Francesco Bruno, ergastolano, esponente di spicco della famiglia mafiosa di San Lorenzo-Tommaso Natale retta dal boss Rosario Riccobono.
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, e Ciampo avevano poi organizzato un incontro pubblico per non dimenticare, per mantenere la memoria di accadimenti terribili culminati col sacrificio di migliaia di persone che non hanno avuto paura della violenza e della sopraffazione: “…Una comunità riscopre la propria identità rimossa – mi diceva Pino durante l’intervista – attraverso il racconto, il ricordo degli avvenimenti che hanno inciso profondamente nella sua crescita socio-economica. I nostri territori sono stati urbanisticamente aggrediti dalle orde predatorie dei mafiosi conniventi con la politica locale…”.
Insieme, nel 2010, c’eravamo occupati anche della scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana, i due imprenditori mai tornati a casa e spariti nel nulla, tre anni prima, proprio dopo un presunto appuntamento nel cantiere di Isola delle Femmine dove aveva sede la Calliope Srl, la società edile assai chiacchierata che aveva costruito un complesso di villette alla periferia del paese.
Pino sapeva molte cose e conosceva bene la zona in cui viveva da anni. Soprattutto conosceva gli uomini che facevano parte del contesto politico e i loro sodali con la fedina penale sporca i cui affari illeciti non passavano inosservati agli occhi attenti e scrupolosi di Ciampo.
Dotato di pazienza certosina e ormai esperto di ecomafia, aveva raccolto sostanziosi dossier sui maggiori scandali ambientali del circondario palermitano, poi oggetto di denunce a cui sono seguiti processi e condanne. Negli ultimi anni della sua vita Pino Ciampolillo si era dedicato più a fondo del “suo” paese dove non aveva molti amici, se non quelli che con lui condividevano l’osservanza delle leggi ed il rispetto delle persone.
Pino aveva di contro molti nemici, alcuni dei quali nell’ambiente politico che di certo non hanno mai gradito le sue “attenzioni” che regolarmente si trasformavano in carta bollata e appuntamenti nella aule di giustizia. Di lui ci mancherà tutto, mi mancherà tutto.
Specie una sua citazione che rappresenta per me un valore ideale: “…Partecipare e impegnarsi al dialogo sociale e politico verso il bene comune è un sacrosanto diritto di ognuno di noi…“. Ciao Ciampo.
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