Accolto il ricorso della Cgil e di “Se non ora quando?” contro l’accordo tra la Città della Salute e un’associazione pro-vita: “Violato il diritto delle donne sancito dalla legge 194”.
Torino – Il Tar del Piemonte ha stabilito la chiusura della “Stanza dell’Ascolto” all’ospedale Sant’Anna di Torino, aperta a fine luglio 2023 nell’ambito di una convenzione siglata tra la Città della Salute di Torino e la Federazione Movimento per la Vita, associazione di orientamento pro-vita. Secondo i giudici amministrativi, l’accordo, promosso e sostenuto dalla Regione Piemonte, è illegittimo.
Il ricorso era stato presentato dalla Cgil Torino e Piemonte insieme all’associazione “Se non ora quando?”, che contestavano la natura e le finalità dell’iniziativa, considerate in contrasto con i principi della legge 194/78 che regola l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia.
«Esprimiamo soddisfazione per la decisione del Tar, che riconosce la fondatezza delle nostre ragioni – hanno dichiarato in una nota Elena Ferro, segretaria della Cgil Torino, Anna Poggio, segretaria della Cgil Piemonte, e Laura Onofri, presidente di Se non ora quando? Torino –. La sentenza difende il diritto delle donne a decidere liberamente del proprio corpo».
La cosiddetta Stanza dell’Ascolto, attiva da settembre 2024, aveva l’obiettivo dichiarato di “offrire supporto e vicinanza alle donne in gravidanza per superare le cause che potrebbero portare all’aborto”, promuovendo di fatto scelte alternative all’interruzione di gravidanza. Un’impostazione ritenuta ideologica e non neutrale da chi ha presentato il ricorso.
«È un progetto anti-abortista travestito da supporto psicologico – hanno ribadito le associazioni – che interferiva con la libera scelta delle donne in un luogo pubblico e in un momento particolarmente delicato». La decisione del Tar rappresenta una vittoria per la laicità delle istituzioni sanitarie e un punto fermo sulla tutela dei diritti delle donne sanciti dalla legge.
Gli avvocati Piero Nobile, Sofia Mercaldo, Vittorio Angiolini, Stefano Invernizzi, Corrado Guarnieri e Francesca Romana Guarnieri sono stati ringraziati per l’impegno legale che ha condotto al pronunciamento.