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Il “post Berlusconi” è già iniziato: in salita

Forza Italia sarà presente alle elezioni europee 2024. Stessa scelta fu adottata dal PCI nel ’84 dopo la morte di Enrico Berlinguer. Il cordoglio unanime degli italiani.

Roma – Svoltisi i funerali di Stato per il fondatore di “Forza Italia”, inizia un nuovo corso per il partito. Il brand sicuramente rimarrà e sarà presente almeno sino alle elezioni europee del 2024. Questo è un dato certo che consentirà di raccogliere consensi basati anche sul ricordo e la nostalgia di un presidente che non ha mai risparmiato le proprie forze per ridare dignità ad una comunità politica che gli ha regalato, anche se in maniera alternata, fiducia e consensi.

Un anno è un tempo infinito in politica e tutto può accadere. C’è, comunque, un precedente che è rimasto nella memoria dei tanti protagonisti di un era politica, forse preistorica ma autentica, sia per quelli che l’hanno vissuta, sia per coloro che l’hanno appresa dalle pagine della storia repubblicana. Si tratta di Enrico Berlinguer morto l’11 giugno 1984. Il 17 giugno dello stesso anno, alle elezioni europee, il PCI decide di lasciare Enrico Berlinguer come capolista.

Il partito comunista raggiunge il 33,3% superando per la prima e ultima volta la democrazia cristiana, diventando il primo partito d’Italia. Con ciò non si vuole certamente sottintendere che verrà seguito lo stesso iter per Berlusconi, anche perché impossibile, ma solo evidenziare come sull’onda del ricordo e dell’amore per un leader come Berlinguer, al quale venne un ictus mentre faceva un comizio, si manifestò una ondata di consensi mai ricevuti prima. Molti dei quali dovuti alla stima di un leader di sinistra, che ancora “cercasi”.

Il leader del PCI Enrico Berlinguer

Pertanto, l’effetto “B”, con le dovute differenze e distanze dal 1984, alle elezioni europee potrebbe ripetersi. È una ipotesi verosimile, che farà da contro altare alle tante suggestioni che faranno capolino in questi mesi, anche se i tempi lunghi per le prossime europee potrebbero attenuare l’emotività di un ricordo. Poiché in tanti prevedono che vi sarà da Forza Italia uno smottamento dei parlamentari, con tanti che si distribuiranno o nella Lega o in FdI, nonché tentati dal Terzo Polo di ispirazione renziana, allora l’ipotesi di mantenere la barra dritta e lanciare un segnale di “forte esistenza” di un partito che non c’è più per la morte del proprio fondatore, sarebbe un vero colpo grosso.

Forza Italia è stato fondato il 16 novembre 2013 da Silvio Berlusconi

Di quelli, almeno, che sarebbero piaciuti a Berlusconi, che stupirebbe tutti anche dopo la propria dipartita. Il refrain è, infatti, che con la morte di Silvio Berlusconi rischia di morire o crollare anche Forza Italia. L’ex Cavaliere è stato il fondatore del centrodestra, oltre che di Forza Italia e del Pdl. Nel corso degli anni ha provato, forse, a cercare eredi politici ma non ne ha mai trovati o voluti. A questo punto che cosa succederà? In molti se lo chiedono a Montecitorio e a Palazzo Madama. Per le prime settimane, anche per rispetto del lutto della famiglia, i gruppi parlamentari dovrebbero restare in qualche modo uniti.

Ora è il momento del cordoglio e delle emozioni ma ben presto i nodi verranno al pettine. In ogni caso la travagliata storia giudiziaria del cavaliere rimarrà, e forse prevarrà, rispetto ad ogni altra qualità dell’uomo, del politico e dell’imprenditore. La storia consentirà di tracciare, nel tempo, una analisi più completa dell’irrequieta personalità del Cavaliere, analizzando anche atteggiamenti e comportamenti di chi sarebbe dovuto rimanere saldamente ancorato al ruolo professionale ed istituzionale che gli competeva, cioè al di sopra delle parti e non, invece, come istigatore e fustigatore sociale.

La debolezza della politica si manifesta anche attraverso l’invasione di ruoli che non competono ma che, purtroppo, molto spesso vengono assunti in modo talmente grossolano, peraltro, da apparire come strumentali al servizio di purificazione imposto da alcune componenti sociali o “cricche”, per effetto di una semplice autoproclamazione, o indicazione specifica di alcuni potentati, di per sé comunque insufficiente per definirsi legittima. Il tanto dibattuto tema etico e morale è ben altra cosa.

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