Presso il quartier generale dell’ONU a New York si è tenuta la conferenza sull’acqua, co-ospitata dal Tajikistan e dai Paesi Bassi. Tema: “L’implementazione della revisione comprensiva intermedia del decennio per l’azione sull’acqua e sulla sanità (2018-2028)“.
Roma – Sappiamo tutti che l’acqua è talmente fondamentale che senza di essa non ci sarebbe vita sulla Terra. E lo è anche per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, per cui ha stretto legami molto saldi col clima, l’energia, le città, l’ambiente, il cibo, la povertà, l’uguaglianza di genere e la salute.
Il mutamento climatico sta cambiando i nostri stili di vita con effetti sull’economia, la società e l’ambiente. In questo quadro l’acqua rappresenta un notevole ostacolo per siglare un accordo internazionale tenendo conto gli obiettivi dell’Agenda 2030. Com’è noto, l’obiettivo 6 dell’Agenda 2030 comprende l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.
Inoltre, la realizzazione di impianti sanitari e igienici adeguati, miglioramento della qualità dell’acqua e riduzione dell’inquinamento dovuto a una non corretta depurazione, aumento del riciclo delle acque, garanzia per la protezione e la riabilitazione di ecosistemi legati all’acqua (tra cui montagne, foreste, zone umide, fiumi e laghi), acqua potabile per intervenire nei Paesi con problemi di siccità e di carenza d’acqua.Migliorare la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale. L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani.
Come tutte le conferenze a livello planetario oltre a… scorrere acqua è scorsa pure una sacco di retorica. Lo si è intuito dalla preparazione stessa dell’evento, basati su principi come: inclusività, sia in termini della conferenza in sé (inclusività sia verticale che orizzontale), che in termini di risultati (non lasciare nessuno indietro). Questo principio collaborativo e inclusivo aiuta a rafforzare la capacità a tutti i livelli: individuale, informale e istituzionale; orientato all’azione: la conferenza ha l’obiettivo di portare a risultati concreti attraverso azioni e piani. Il 2023 non può passare senza aver sfidato lo status quo e raggiunto gli interessi comuni, oltre ogni settore. La conferenza deve mobilitare tutti gli altri ambiti per migliorare il modo in cui loro gestiscono e utilizzano le risorse d’acqua.
L’acqua può portare i partner ad essere in conflitto tra loro – come una risorsa scarsa o come una fonte di conflitto – ma l’acqua ha anche la capacità di unire le persone, forgiando partnership attraverso collaborazioni inclusive. Ora, da semplici cittadini che si alzano all’alba per guadagnarsi l’amaro pane e fanno i salti mortali per far quadrare il magro bilancio familiare, l’augurio che possiamo farci è che a queste dotte enunciazioni seguano fatti concreti. E, soprattutto, di non lasciare questo liquido prezioso in mano ad organizzazioni criminali che detenendone il possesso con metodi coercitivi, eserciterebbero un potere decisivo per molti paesi, soprattutto in Africa. Si spera soltanto che la barca non affondi prima del tempo.