La Prefettura di Monza e Brianza ha accolto la richiesta della madre, ex compagna del killer reo confesso: “Valide motivazioni personali, psicologiche e sociali”.
Monza e Brianza – Una decisione che segna un nuovo capitolo nella vita di un bambino di otto anni, figlio di Alessandro Impagnatiello, l’ex barman condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano. La Prefettura di Monza e Brianza ha accolto la richiesta presentata dalla madre del minore per il cambio di cognome, riconoscendo la presenza di “valide motivazioni personali, psicologiche e sociali” alla base dell’istanza.
Il piccolo, nato da una relazione precedente a quella con Giulia Tramontano, non porterà più il cognome del padre. La decisione arriva dopo una valutazione approfondita della documentazione presentata dall’avvocata Ersilia Solimene, legale della madre del bambino ed ex compagna di Impagnatiello, che ha sottolineato come quel cognome fosse ormai diventato per il bambino fonte di disagio evidente.
Un peso troppo grande per un bambino
La richiesta di cambio di cognome nasce dalla necessità di tutelare il minore, la cui serenità era messa a rischio dalla connessione diretta con una vicenda drammatica e profondamente mediatizzata. Un peso considerato troppo grande per un bambino che aveva appena sei anni quando il padre uccise la compagna Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza.

Il Tribunale per i Minorenni di Milano aveva già dichiarato Impagnatiello decaduto dalla responsabilità genitoriale nel marzo 2025, confermando l’affido esclusivo alla madre. Ora, con il via libera della Prefettura, il cambio diventerà ufficiale entro 30 giorni, permettendo al bambino di crescere libero da un’identità imposta da eventi che non gli appartengono.
Un gesto simbolico per onorare Giulia
Tra le richieste inizialmente presentate dall’ex compagna del killer reo confesso figurava anche quella di aggiungere al nome del figlio quello di Santhiago, lo stesso scelto da Giulia Tramontano per il piccolo che portava in grembo al momento del tragico omicidio. Un gesto simbolico e profondo con cui la donna intendeva onorare la memoria del bimbo mai nato e creare un legame ideale tra le due vite spezzate dalla stessa persona.

Tuttavia, la Prefettura ha deciso di accogliere soltanto la richiesta relativa al cambio del cognome, ritenendo opportuno non procedere con l’aggiunta del nuovo nome. La priorità è stata data alla tutela dell’identità del bambino, garantendogli un futuro più sereno recidendo i vincoli con il passato.
La condanna definitiva
Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo anche in secondo grado per l’omicidio di Giulia Tramontano. La giovane venne brutalmente uccisa il 27 maggio 2023 nell’abitazione di Senago, alle porte di Milano, con 37 coltellate. Con lei morì anche il piccolo che portava in grembo.
La Corte d’Appello ha ribadito la condanna all’ergastolo, pur escludendo l’aggravante della premeditazione e confermando la piena responsabilità dell’imputato. Una vicenda drammatica che ha lasciato un segno profondo, diventando uno dei casi simbolo della lotta contro la violenza sulle donne in Italia.
La storia di Impagnatiello, segnata da un “copione di inganni” che si è ripetuto anche con Giulia dopo una precedente relazione caratterizzata da menzogne e infedeltà, si conclude così con una spirale di bugie e manipolazioni culminata in un delitto che ha distrutto due vite. Oggi, a distanza di tempo, l’altro figlio di Impagnatiello si allontana simbolicamente da quel cognome, in un passaggio delicato ma necessario per la sua protezione e il suo futuro.