Il fenomeno dello “Sleep Tourism”: la vacanza di lusso è riposarsi

La società moderna sta creando nuove tendenze turistiche incentrate sull’importanza del dormire e del riposo, con la nascita di resort e programmi specifici per migliorare la qualità del sonno.

Roma – Sembra diventata una consuetudine dormire poco e male. Gli studiosi del costume sociale ne fanno risalire l’origine agli anni ’80 del secolo scorso. Quando con l’avvento della tv commerciale gli esperti di marketing ritennero che ci fosse un considerevole lasso di tempo da occupare: la notte. E si pensò di intrattenere i telespettatori con programmi tv che iniziassero più tardi, praticamente dopo le 21, mentre una volta il film iniziavano alle 20.30.

Ora, considerare il marketing televisivo fautore di una strategia del genere potrebbe anche corrispondere al vero, ma sarebbe riduttivo. Il fatto è che coi social si vuole essere presenti in ogni dove e vedere tutto, altrimenti ci si sente esclusi. Oggigiorno vengono utilizzati dispositivi che rallentano la produzione di melatonina, mentre gli esperti suggeriscono che debbano trascorrere due ore tra l’utilizzo di un device elettronico e l’ora di andare a dormire.

Turismo del sonno

Neppure in vacanza si riesce a staccarsi da questi infernali aggeggi. Riposare sembra diventato un lusso e chi va in vacanza per farlo è entrato a far parte dello “Sleep Tourism”, locuzione coniata da Forbes, rivista bisettimanale statunitense di economia. Non si tratta di un turismo che…ti lascia in slip per i prezzi esosi, ma del “turismo del sonno”. Ovvero andare in vacanza con l’obiettivo di dormire. Poiché negli USA tutto viene assorbito dal business e la tendenza si sta espandendo, molte strutture alberghiere si stanno attrezzando per garantire il più alto isolamento acustico possibile o vivere esperienze di sonno nella natura in strutture ad hoc. Questi spazi esistono un po’ in tutto il mondo. Ad esempio in Marocco ha suscitato notevole successo il “Selina Agafay”, che si trova tra i canyon nei pressi di Marrakesch.

Qui, fuori da ogni tipo di mondanità, c’è solo la possibilità diurna di visitare i villaggi berberi, mentre la notte si dorme a più non posso. In California c’è il Pebble Beach Resort, meno autentico perché più costruito. Pare che i manager statunitensi per dormire lo segnano in agenda e viene scelto anche per il “Flotation Wrap”, il pisolino di 45 minuti su uno specifico materasso ad acqua, coperto un impacco che rimane caldo per tutta la durata mentre si respira aromaterapia. Gli americani quando ci si mettono! Anche in Italia esiste qualcosa di simile.

Trattamenti per la rieducazione al ciclo giorno/notte.

Nel Sudtirolo c’è il Preidlhof resort, che è quello dove forse lo “Sleep Tourism” viene preso veramente sul serio. Tra le offerte proposte c’è un programma di sette giorni: “Sleep Better” che è un vero e proprio processo di rieducazione al ciclo notte/giorno sotto l’attenta guida di professionisti di Medicina del Sonno. Chi decide di sottoporsi al trattamento viene provvisto di un dispositivo che registra il comportamento sia quando dorme che quando è sveglio. Viene raccolta, così, una gran mole di dati che vengono esaminati, mentre si vieni sottoposti a trattamenti di agopuntura, massaggi e quant’altro. Una curiosità: la vera chicca di tutto il soggiorno, pare sia il letto sul balcone dove scegliere di appisolarsi.

Ora, una persona comune si chiede tra il serio ed il faceto: “Ma bisognava mettere in moto tutto ‘sto bailamme per riuscire a fare quello che in natura esiste già da sé: dormire?” Se avessimo lasciato andare le cose così come avvengono, come esse si presentano, senza alcuna pretesa di dover tener tutto sotto controllo e dominio, ci saremmo risparmiati una serie di effetti spiacevoli, come ad esempio anche la mancanza di sonno. D’altronde i nostri nonni, di estrazione contadina, legati ai ferrei cicli della natura, sostenevano che ogni accadimento naturale aveva il suo tempo. Come esisteva il tempo del lavoro, così c’era quello del riposo. E qui si pensa a costruire resort per il sonno!

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