Il criminologo Denti: “L’assassino di Pierina è una persona del palazzo”

L’inchiesta per la morte dell’ex infermiera non è ancora giunta ad un’incriminazione. Nuovi esami su alcune foto inviate alla nipote della vittima.

RIMINI – L’assassino di Pierina Paganelli, ex infermiera di 78 anni colpita a morte con 29 coltellate sferrate in rapida successione dentro il garage di casa lo scorso 4 ottobre, è ancora uccel di bosco. Non ci sarebbero ufficialmente indagati ma nell’ambito familiare della vittima e di alcuni vicini di casa i sospettati non mancano. Nonostante ognuno di loro ostenti un alibi per la tarda serata dell’omicidio. Il 30 ottobre scorso, però, la nuora della vittima, Manuela Bianchi, sarebbe stata convocata in Questura per essere sentita a Sit, sommarie informazioni testimoniali. Si tratta, in pratica, di sommarie informazioni rese alla polizia giudiziaria o direttamente all’autorità inquirente che non rappresentano un mezzo di prova, al contrario della testimonianza.

Pierina con i figli Giacomo Chiara e Giuliano

La donna era già stata ascoltata più volte in tribunale, dal sostituto procuratore Daniele Paci, e dagli investigatori della Squadra mobile, diretta dal vice questore Davide Virgili, in occasione del ritrovamento del cadavere della suocera di cui proprio Bianchi aveva dato notizia. Il colloquio con i poliziotti si sarebbe reso necessario per chiarire alcuni particolari attinenti il sequestro del telefonino della figlia sedicenne di Manuela Bianchi. La ragazzina si trovava in casa con la madre e lo zio Loris quando sarebbe accaduto il delitto. In quell’occasione sarebbero state scattate 4 immagini, realizzate in un orario assai prossimo a quello dell’omicidio, che ritraevano Loris Bianchi mentre giocava con il cane di famiglia, animale che, di contro, pare non sia presente in nessuna delle quattro foto.

Una stranezza che verrà certamente chiarita. Le immagini, subito dopo, sarebbero state inviate al cellulare della figlia minorenne di Manuela. Lo zio Loris, secondo il racconto della ragazzina, avrebbe lasciato l’appartamento intorno alle 22.15 ma nel corso dell’indagine sarebbe emerso un orario diverso. Pare che alle 22.50 Loris si sarebbe trovato ancora in casa in compagnia di sorella e nipote, stante le informazioni temporali impresse sui file delle foto. Si tratta di un errore o di un indizio compromettente? Gli esperti della polizia sono al lavoro per vederci chiaro sulla discrepanza dell’orario riferito dalla sedicenne da quello rilevato dal microprocessore dello smarthphone.

Manuela Bianchi

Nella stessa mattinata si sarebbe presentato in Questura anche il criminologo Ezio Denti che, a suo tempo, era stato incaricato di svolgere un’indagine parallela per nome e conto della stessa Bianchi, del fratello Loris, del vicino di casa Louis Dassilva e consorte. In un secondo momento il detective privato rimetteva il mandato a causa di numerose dichiarazioni rese alla stampa dai suoi assistiti senza il suo consenso. Dichiarazioni che avrebbero potuto inficiare l’eventuale lavoro svolto da Denti il quale avrebbe sostenuto che i suoi quattro clienti non fossero convinti della loro completa estraneità ai fatti. Denti ha consegnato alla polizia un grosso faldone contenente gli accertamenti svolti sino alla remissione dell’incarico come lo stesso investigatore ha confermato:

” E’ stato un confronto di idee tra me e loro – ha detto Denti – sulle mie attività di indagine ma nulla di accusatorio”. Per il noto esperto del crimine l’assassino non può essere una persona esterna al palazzo, poiché solo chi conosceva quel luogo e le abitudini di Pierina poteva agire con precisione e tempismo e con una certa convinzione di farla franca. L’omicidio è stato consumato con 29 coltellate sferrate con rabbia in uno spazio comune di un edificio residenziale con una decina di appartamenti. Questi elementi indiziari portano Denti a supporre che il killer conoscesse bene il luogo e nutrisse un forte odio per la vittima, poi dimostrato con l’estrema violenza dell’aggressione mortale.

Ezio Denti

Denti non crede che il movente dell’omicidio sia quello economico, piuttosto si tratterebbe di enorme rabbia dettata da vecchi rancori insanabili e un livore insostenibile. Dunque relazioni di vicinato compromesse sino all’inverosimile o rapporti familiari malati? Un altro particolare appare estremamente importante: gli slip della vittima sarebbero stati tagliati lasciando il cadavere nudo. Una messinscena per addossare la responsabilità ad un maniaco sessuale nascondendo cosi il movente reale? Basta una coltellata per uccidere, le altre sono solo odio, diceva qualcuno.

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