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Il centrosinistra annaspa tra vacui proclami e realtà divisiva

I risultati delle Amministrative hanno confermato, se non proprio ricalcato, quelli delle Politiche dello scorso anno. La situazione obbliga il centrosinistra a delineare una strategia credibile nel medio-lungo periodo per recuperare l’enorme solco che lo divide attualmente dai partiti di Governo.

Roma – La luna di miele degli elettori del centrosinistra con Schlein sembra già un ricordo. A tre mesi dalle primarie dem, a ben vedere gli implacabili risultati delle ultime Amministrative. Certo è presto per dirlo, ma occorre sottolineare che il PD rimane il primo partito nella maggior parte delle grandi città andate al voto. Ma se il Partito Democratico gode ancora di una discreta salute su numerosi territori e, stando ai sondaggi, anche nel Paese (è attorno al 21% quando nella lunga transizione precongressuale aveva toccato il 16%), il vero problema di Schlein è, e sarà, quello delle alleanze.

Almeno fino alle europee del 2024 il leader pentastellato Giuseppe Conte si comporterà più come un avversario che come un possibile alleato, visto che mira a pescare nello stesso bacino elettorale del Pd schleiniano e a raccogliere i voti di quella sinistra variamente “pacifista” e contraria all’invio di armi all’Ucraina. Quanto al Terzo Polo l’alleanza con il Pd appare possibile solo dove non c’è il M5S. In ogni caso se queste Comunali dovevano essere il primo confronto-scontro tra le due leadership femminili della politica italiana, la premier Giorgia Meloni e la neosegretaria del Pd, il verdetto appare netto ed inappellabile. Schlein ne esce sconfitta. Quanto al Movimento 5 Stelle, l’era di Grillo sembra avviarsi al declino, ora è il momento di Conte che alle Amministrative però non ha brillato. Anzi.

Il primo duello elettorale è stato stravinto da Giorgia Meloni.

L’ex avvocato del popolo, grazie a congiunture favorevoli come l’uscita dal movimento di Di Maio e di tante altre personalità cacciate o andate via, ha avuto la strada spianata, almeno dal punto di vista interno. Conte può così vantare un risultato, unico ma essenziale: si è sbarazzato di tutti i concorrenti. Beppe Grillo non fa più nemmeno notizia. Se giunge a Roma, nel solito albergo non trova più torme di giornalisti, cineprese, attivisti, simpatizzanti, perché oggi è considerato un personaggio ininfluente, in pratica un dimenticato, ridotto a garantirsi un dovizioso appannaggio e a occuparsi di altro. Per esempio la definizione per descrivere un esponente del M5S, circa 10 anni or sono, era “grillino”. Oggi invece si ricorre al termine “pentastellato” o “cinque stelle” e ancor di più “contiano”.

Dopo la scissione di Luigi Di Maio e di tanti altri parlamentari, Conte è rimasto uomo solo al comando di un partito che tale nemmeno è, perché ridotto a una sua appendice. È, insomma, un’altra cosa rispetto al passato. Corteggia la sinistra pura, quella dei verdi e di Sinistra Italiana, stando attento a non mischiarsi con Elly Schlein, per tanti versi sua perigliosa concorrente. Al tempo stesso accetta di buon grado, anzi in molti ritengono che si prodighi, qualche gradevole incarico, come una vicepresidenza della Commissione Antimafia e la presidenza della Commissione Parlamentare sui servizi radiotelevisivi, oltre che nella stessa Rai. Dimostrando disponibilità verso il Governo, Conte, così, arraffa quello che può. Tutto gli sta bene, in attesa delle Europee del 2024.

Cateno De Luca, nuovo sindaco di Taormina.

Insomma in tutta questa disomogenea area di centrosinistra non si riesce ancora a trovare la bussola che orienti la rotta e costituisca motivo di attrazione per i cittadini. I momenti di gloria dei leader e partiti, che al momento riescono a convincere maggiormente gli elettori, non sono eterni. Si dovrebbe, dunque, lavorare per un progetto comune che, però, al momento sembra lontano. Peraltro, il sistema proporzionale delle elezioni Europee del 2024 non aiuta, in quanto per adesso la sfida è concentrata all’affermazione del singolo partito, non certo della coalizione. Ciò vale a destra come a sinistra. Intanto, in Sicilia, dopo la vittoria netta del centrodestra e di Enrico Trantino a Catania e quella di Cateno De Luca a Taormina, si attendono i ballottaggi a Siracusa e Acireale. In quest’ultimo Comune la sfida continua, ma è tutta all’interno del centrodestra, fra due ex sindaci che di certo non hanno brillato per gestione e competenza.

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