Tra le inevitabili polemiche, anche accese, il sindaco del comune pedemontano rassicura: I vigili urbani stanno distribuendo le mascherine porta a porta e se, al momento della distribuzione, le persone non si trovano in casa, devono trovare soluzioni alternative. O le lasciano ai vicini, oppure le fanno trovare nella buca delle lettere. I vigili sono a 5 metri dal mio ufficio, vedo come distribuiscono le mascherine, usano tutte le precauzioni del caso”. Per altri non è affatto così.
Chiaramonte Gulfi – Mascherine recapitate nelle buche delle lettere, all’interno di una busta non sigillata insieme al ritaglio di un quotidiano e un comunicato stampa del comune. Per i residenti di Chiaramonte Gulfi, un paese di 8 mila abitanti della provincia di Ragusa, è stata una vera sorpresa aprire la buca delle lettere e trovarvi una normalissima busta con dentro i dispositivi di protezione individuale. Nella stessa busta anche il ritaglio di un articolo di “Repubblica” dal titolo L’Ars approva la finanziaria dei pagherò e un comunicato stampa dell’amministrazione comunale, che spiega le cose fatte e quelle in programma per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Come possono risultare sicure le mascherine lasciate all’esterno senza un’adeguata protezione? E perché accompagnarne la consegna con due articoli stampa? La bizzarra distribuzione delle mascherine non è passata inosservata in paese, e in poco tempo sui social si sono scatenate ironie e polemiche. “… Il sindaco – dice Vito Fornaro, ex primo cittadino e rappresentante del Movimento Spazio Chiaramonte – distribuisce le mascherine inviate dalla Regione e parla male dell’esecutivo di Palermo…”. A polemizzare sull’accaduto è anche la segreteria cittadina del Partito Democratico:
“…Un metodo di distribuzione tanto bizzarro quanto contrario a ogni norma igienicaapplicabile al caso – si legge in un post pubblicato su Facebook dal PD di Chiaramonte Gulfi – Ovvero, prive dell’involucro originale, (di certo) maneggiate per essere inserite all’interno di buste di carta da lettera (contaminabili) e infine lasciate nelle cassette della posta (igienicamente non sicure). Un lavoro da veri dilettanti della materia. E per di più distribuite insieme a due volantini di pubblicità politica. No, caro sindaco, non è tempo di cinismo elettoralistico. Stavolta c’è di mezzo la salute dei cittadini e non le consentiamo di giocarci…”.
Sull’argomento abbiamo sentito il sindaco della cittadina pedemontana del ragusano, Sebastiano Gurrieri: “… I vigili urbani stanno distribuendo le mascherine porta a porta” dice il primo cittadino “e se, al momento della distribuzione, delle persone non si trovano in casa, devono trovare soluzioni alternative: o le lasciano ai vicini, oppure le fanno trovare nella buca delle lettere. I Vigili sono a 5 metri dal mio ufficio, vedo come distribuiscono le mascherine, usano tutte le precauzioni del caso”. Per quanto riguarda invece la scelta di inserire gli articoli all’interno della busta, Gurrieri risponde: “… Nei comunicati c’è un’informazione sullo stato dell’arte delle scadenze, che ritardano a venire sia dalla Regione sia dallo Stato…”.
Infine, la polemica riguarda anche il criterio utilizzato dall’amministrazione per rifornire di mascherine tutti i cittadini. La risposta del sindaco è che in un piccolo comune, qual è Chiaramonte, i Vigili Urbani conoscono tutti e sanno esattamente quante mascherine lasciare in ogni civico.