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I calzini spaiati, ovvero il “diverso” non nuoce

Per un giorno docenti e alunni indossano calze diverse. Una bellissima iniziativa partita dall’intraprendenza di una insegnante di una scuola friulana per educare al rispetto della diversità.

Roma – Il 3 febbraio si è celebrata la “Giornata Internazionale dei calzini spaiati”. Di primo acchito si potrebbe pensare che venga celebrato da coloro che, essendo distratti, disperdono calze o calzettoni. Oppure a chi per la fretta, dopo aver fatto il bucato, li dimentica nella lavatrice o in fondo ai cassettoni. Niente di tutto ciò. La giornata è stata istituita per omaggiare la diversità ed evidenziare il valore dell’inclusività e del rispetto reciproco.

Quindi altro che bucato e detersivi, si tratta di trasmettere il messaggio della solidarietà e dell’accettazione altrui. In realtà, in Italia questa giornata non ha una data fissa, ma viene celebrata, ogni anno il primo venerdì del mese di febbraio. L’iniziativa è nata in una scuola, per educare i bambini alla diversità. Se fosse stata scelta una data fissa, prima o poi, sarebbe capitata la celebrazione in un giorno non scolastico e i bambini non avrebbero potuto partecipare alle attività organizzate per quell’occasione.

L’origine dell’iniziativa è di una scuola primaria del Friuli-Venezia Giulia, a Terzo d’Aquileia, grazie all’insegnante, Sabrina Flapp. Era da un po’ che in classe si parlava di inclusività e diversità. Il giorno della celebrazione docenti e alunni devono indossare calzini spaiati, diversi per colore, tessuto e fantasia. Un gesto all’apparenza banale, semplice, che, invece intende coinvolgere i più piccoli su temi quali l’uguaglianza e accettazione della disabilità.

La docente Flapp in un’intervista a La Stampa ha spiegato come è nata l’iniziativa:

“Mi è sempre piaciuta Pippi Calzelunghe (la bambina immaginaria e molto vivace dei romanzi della scrittrice svedese Astrid Lindgren) la trovo originale. È stata lei a ispirarmi. C’è bisogno di senso di appartenenza, di legami, di famiglia, è questo il messaggio che volevamo far arrivare. Il fine è quello di diffondere il messaggio di accettazione della diversità, in varie forme e in vari modi. Con i calzini si può giocare, ci si può divertire, fanno parte della quotidianità. Ognuno legge l’iniziativa a modo suo, la fa propria. È questa la forza del progetto”.

Nell’era dei social l’iniziativa si è diffusa in un battibaleno, aiutati dal fatto che all’evento possono partecipare tutti. Nell’ultima occasione che si è tenuta, bastava indossare due calzini diversi e condividere lo scatto sui social.

L’idea è nata quasi per gioco e per diffondere messaggi importanti in maniera simpatica e giocosa. Son ben 13 anni che si celebra la Giornata dei Calzini Spaiati, anche se sono solo 10 gli anni che la manifestazione utilizza i social. Per questo motivo sulle locandine è stata indicata come decima edizione. In quella di quest’anno, l’iniziativa è stata caldeggiata come: “La Giornata dei Calzini Spaiati vuole coinvolgere grandi e piccini nello spirito più semplice dell’amicizia e del rispetto degli altri, della condivisione e della specialità di ognuno di noi. Siamo tutti uguali, tutti diversi e tutti importanti”. Ora sono lodevoli e importanti iniziative del genere, grazie all’impegno profuso quotidianamente e, spesso, nel silenzio, da docenti che a scuola si impegnano con tutte le loro forze per trasmettere i valori che, poi sono sanciti dalla Costituzione.

Il problema è che, purtroppo, poi i bambini crescono e quando diventano adolescenti sono pronti a commettere ogni sorta di vessazione e prevaricazione. Gli atti di bullismo e di violenza anche contro gli stessi insegnanti sono all’ordine del giorno. La cronaca ne è ricca. Per non parlare della violenza della società. Forse, sarebbe il caso di rifarsi al “fanciullino” di pascoliana memoria, ovvero uno spirito sensibile che consiste nella capacità di meravigliarsi delle piccoli cose, proprio come fanno i bambini. O bisognerebbe non crescere: sicuramente faremmo meno danni che da adulti!         

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