Guerra&Droga, un binomio vecchio come il mondo

Per Israele quelli di Hamas erano imbottiti di anfetamine. Si “facevano” anche i nazisti, come i soldati Usa in Vietnam e i piloti nella Guerra del golfo.

Roma – Guerra e droga, un binomio terrificante! E’ risaputo che nel corso dei conflitti che si sono succeduti nella storia sono sempre state utilizzate sostanze eccitanti, droghe e prodotti chimici, per aumentare il coraggio dei militi e, quindi, diminuire la soglia della paura, oltre che ad allentare i freni inibitori. Molti esperti sostengono che i cosiddetti atti di “eroismo” o quelli più efferati, probabilmente non sarebbero stati commessi senza l’aiuto di droghe e affini. Fonti israeliane hanno diffuso la notizia che i componenti del commando di Hamas nel recente attacco del 6 ottobre sarebbero stati imbottiti di “Captagon”, un miscuglio di anfetamine, definita la “droga del kamikaze”.

Ne avevano fatto largo uso i terroristi dell’Isis quando facevano attentati e stragi. Chi assume questa sostanza può stare senza mangiare, bere e dormire per giorni, oltre a procurare un senso di onnipotenza. Il rapporto tra droghe e guerra è sempre stato molto stretto. Ad esempio, i soldati nazisti facevano largo uso di Pervitin, un composto a base di anfetamine di cui ne furono prodotte ben 35 milioni di dosi. Il farmaco diventò un accessorio talmente consueto e diffuso, da essere definito “cioccolato per carri armati”. Questa sostanza fu utilizzata in dosi massicce durante la seconda guerra mondiale, con effetti collaterali, quali forte irritabilità e mancanza di concentrazione che si sono protratti anche a guerra finita.

Molti militari, infatti, continuando ad assumerla, ne sono diventati dipendenti. In  Vietnam, 1971, l’abuso e quindi la dipendenza da sostanze, divennero talmente diffusi che il presidente statunitense di allora, Nixon, finanziò una serie di programmi per la cura delle tossicodipendenze. La pessima tendenza si è protratta fino ai giorni nostri. Basti ricordare che durante la “Guerra del golfo” del 2003, i piloti statunitensi fecero largo uso di “Modafinil”, un farmaco stimolante approvato prevalentemente per il trattamento della narcolessia e i disturbi a essa correlati e inserito nella lista delle “sostanze dopanti”, utilizzato per stare svegli ad oltranza. La relazione tra guerra e droga è soprattutto economica e il traffico illegale spesso è uno strumento per finanziare il traffico d’armi.

L’abuso di sostanze eccitanti non è un… privilegio delle società moderna. Già nell’antichità, gli eserciti greco e romano, andavano all’assalto del “nemico” lancia in resta, dopo aver ingurgitato vino non al punto da essere ubriachi, ma abbastanza euforici, per aumentare la soglia del dolore e impedire alla paura di fare effetto. I “Vichinghi”, passati alla storia per il loro ardimento e per la loro ferocia, quasi rapiti da una sorta di estasi, erano insensibili al dolore e pronti a tutto, imbottiti com’era di sostanze eccitanti.  A dimostrazione che in ogni cultura e epoca si è fatto uso di sostanze psicoattive, i cui effetti sono stati sempre gli stessi: morte, distruzione e conseguenze sulla salute.

Quasi una forma di “coazione a ripetere”, ovvero una tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze. Solo che qui la tendenza a procurare danni non è inconscia, ma perfettamente conscia e premeditata. E a pagare il costo più alto, sono sempre i soliti noti: i poveracci!

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