Le associazioni animaliste lanciano un appello per chiudere gli allevamenti ed evitare la macellazione di migliaia di capi per l’assenza di cibo dovuta ai recenti eventi bellici. Stop alla violenza sugli animali.
È allarme sterminio per gli animali negli allevamenti a causa della carenza di mangime e dell’aumento dei prezzi. La guerra si è abbattuta anche sul mercato dei mangimi e in Italia il mais non sta arrivando più nè dall’Ucraina nè dall’Ungheria. La carenza di cibo sta già facendo sentire la fame agli animali rinchiusi negli allevamenti, e il rischio è che vengano uccisi in massa.
“…È l’ennesimo rischio di sterminio di massa per gli animali da allevamento – denunciano le associazioni animaliste e ambientaliste – la questione è così grave da non poter più essere ignorata. È ora di smettere di sfruttare e uccidere gli animali. Troppi stermini, troppe sofferenze per gli animali, troppi disastri: gli allevamenti vanno chiusi…”.
Stiamo assistendo a una serie di stermini di massa senza precedenti: prima lo sterminio dei polli per l’influenza aviaria, poi quello di maiali e cinghiali per la peste suina, ora quello delle mucche per la carenza di mangime. Oltre al problema zoonosi, è anche la questione etica a imporre la chiusura degli allevamenti. Si tratta di animali allevati per essere sfruttati per il latte e poi macellati, quindi il loro destino sarebbe stato comunque il mattatoio. Se l’opinione pubblica si indigna per lo sterminio di massa degli animali, allo stesso modo dovrebbe indignarsi per il loro sfruttamento e massacro quotidiano.
Dietro la produzione e il consumo di carne e latte si nasconde la sofferenza e l’agonia di mucche ingravidate continuamente fino allo stremo, vitelli strappati alle madri e uccisi ancora cuccioli, reclusione, paura e pianti fino all’ultimo istante di vita. Dietro un prosciutto o un salame si cela la sofferenza di cuccioli di maiale mandati al mattatoio a circa sei mesi, animali sensibili e intelligenti condannati a morire in fila uno dietro l’altro, costretti a proseguire su un corridoio della morte, consapevoli della fine che li attende davanti ai loro occhi. Ogni giorno innumerevoli creature, che non hanno mai visto nulla al di fuori di una gabbia, vengono caricate sui camion e portate a morire in un mattatoio.
Tutto ciò non si può più ignorare, contribuisce a farci vivere in una società violenta. La violenza sugli animali va fermata sia per salvare il pianeta che abitiamo sia per contribuire a far cessare anche le violazioni perpetrate anche sugli umani. Guerre, omicidi, mattatoi, allevamenti, laboratori di sperimentazione sugli animali, sono tutti fenomeni collegati dallo stesso filo di crudeltà e sofferenza. Non fermeremo mai la violenza sugli umani senza fermare anche quella sugli animali. La violenza è sempre violenza, non cambia in base alla vittima. È ipocrita indignarsi davanti alla sofferenza umana, se poi giustifichiamo e ignoriamo totalmente quella animale.