Coinvolta nella turpe vicenda anche un'altra coppia che pare non nuova ad esperienze di pedofilia e divulgazione di materiale pedopornografico con minori assai piccoli. Il fenomeno dilaga anche all'interno di nuclei familiari con forte disagio.
Grosseto – La pedofilia ha diverse, orribili sfaccettature. Quelle che fanno più ribrezzo riguardano le violenze sessuali nell’ambito familiare. Quando sono i genitori gli orchi che stuprano i propri figli. Come nel caso di una coppia e di un’amica dei due genitori degeneri. L’avevano concepita, fatta nascere e cresciuta per abusarne sessualmente. Dopo le confessioni delle due minori, che oggi hanno 10 anni, era scattata l’operazione “Dark Ladies” condotta dalla polizia di Firenze che ha portato all’arresto di due madri, una di Terni e l’altra di Reggio Emilia, e del compagno di una delle due.
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Per il terzetto di presunti orchi le accuse sono di abusi sessuali su minori, possesso e scambio di materiale pedopornografico relativo alle due bimbe da parte di una madre che avrebbe spedito foto e video al compagno di 40 anni il quale avrebbe avuto il compito di metterle in rete. Una vicenda rivoltante, di quelle che lasciano basiti anche gli operatori di polizia, nonostante ne vedano di tutti i colori. In buona sostanza il terzetto era legato a doppia mandata. Entrambe le donne, infatti, erano legate allo stesso uomo ma una di loro aveva avuto una figlia con il quarantenne grossetano mentre l’altra, già madre di un’altra bimba, lo avrebbe conosciuto dopo la precedente relazione. L’impiegato riceveva tramite i noti servizi di messaggistica Whatsapp e Telegram foto e video che avevano per protagoniste le due bimbe o da sole e senza abitini indosso oppure riprese durante rapporti sessuali con le rispettive madri aguzzine che si scambiavano il partner.
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Le immagini pedopornografiche venivano poi piazzate dall’uomo al migliore offerente tramite siti ad hoc o proposte a gruppi che condividevano i link con diverse applicazioni di ricezione e trasmissione di immagini e audiovisivi. Dopo mesi di attività investigative eseguite dalla polizia di Stato di Firenze e dal compartimento di polizia Postale della Toscana, diretto da Barbara Strappato, e con il coordinamento della procura fiorentina, i tre indagati sono stati arrestati e condotti in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. All’uomo di Grosseto e alla donna di Terni, un tempo conviventi e genitori di una delle vittime minorenni sono stati contestati i reati di pornografia minorile (art. 600 ter co.3 C.p.) per aver divulgato notizie e informazioni finalizzate allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18, prodotto materiale pornografico e aver usato violenza sessuale nei confronti di minori costringendo la figlioletta, all’epoca minore di anni 10. Al medesimo uomo di 40 anni e alla donna di Reggio Emilia sono stati contestati i reati di violenza sessuale nei confronti di minore di anni dieci per aver costretto la figlioletta di lei a compiere o subire atti sessuali, con l’aggravante di aver abusato della qualità di madre, nonché per la produzione di materiale pornografico. L’attività investigativa sotto copertura ha successivamente consentito di individuare alcuni utenti stranieri mentre l’analisi forense dei contenuti dei supporti informatici sequestrati ha inchiodato alle loro responsabilità i tre pervertiti:
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”… Da una chat fra i due ex conviventi – si legge negli atti del Gip Agnese Di Girolamo – emerge come assolutamente verosimile che la gravidanza sia stata voluta con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise…”. Le due bimbe sono state affidate dai servizi sociali ad altrettante case famiglia dove si trovano al sicuro. Le violenze sui minori e gli abusi sessuali, con tutti i risvolti della pedofilia, sono in aumento pertanto diventa estremamente importante riconoscere per tempo il disagio di un minore abusato:
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”… Anche nel gioco libero il bambino drammatizza scene vissute – dice Federica Giromella, psicologa e sessuologa – le mette realmente in scena come in un teatro virtuale, dove compie un primo tentativo di rielaborare eventi vissuti in prima persona. Per cui anche lì, scene con contenuti sessuali, bambole che compiono atti sessuali tra loro, o denudate, devono far scattare un primo campanello d’allarme e possono portare a parlare con il bambino, a fare delle caute domande esplicative, chiaramente dipendenti dall’età del bambino che dovrà sperimentare la sensazione di essere ascoltato senza giudizio, di potersi fidare dell’adulto e potersi aprire senza essere colpevolizzato, bensì protetto e accolto…”.
La rivoltante vicenda ha poi avuto il suo ovvio esito nelle aule di giustizia: giudizio abbreviato per la madre snaturata di Terni. Per il Pm la donna avrebbe violentato la figlia per poi produrre materiale pedopornografico successivamente divulgato a terzi. La bimba è stata tolta al genitore-orco, residente nell’Orvietano, ed è stata affidata alle cure di un casa-famiglia ma è probabile il suo affido definitivo.
OSTIA – OFFRIVA AI TURISTI PRESTAZIONI SESSUALI DI UN BIMBO DI DUE ANNI: CATTURATO DAI FINANZIERI.