Se non si agisce subito rischio d’estinzione
La salvaguardia e la difesa dei diritti degli animali e la tutela dell’ecosistema sono le peculiarità comuni dei tanti movimenti animalisti sorti negli ultimi decenni, con pluralità d’intenti e anche alcune contraddizioni.
L’animalismo è sempre stato considerato, a torto o a ragione, un’appendice dell’ambientalismo: quel che è certo è che un futuro benessere degli animali, compreso l’uomo, deve passare anche attraverso la difesa dell’ambiente.
Fortunatamente, vi è un interesse crescente verso tematiche animaliste ed ambientali presso sempre più ampie fasce di popolazione: un interesse che si accompagna al processo di modernizzazione. Oggi studiare tali tematiche significa anche godere di un osservatorio privilegiato su un fenomeno sociale ed eticamente importante, una delle sfide più rilevanti per il prossimo futuro. Il pianeta Terra, con il trascorrere dei secoli, si è trovato, per mano dell’uomo, in situazioni molto difficili se non addirittura disastrose.
L’inquinamento, il disboscamento, l’aumento delle temperature per colpa dei gas serra e i conseguenti ghiacciai che si sciolgono troppo in fretta stanno letteralmente uccidendo il pianeta ed estinguendo tante incolpevoli specie animali, inconsapevoli del fatto che l’uomo sia il loro carnefice.
Sir David Attenborough, famoso divulgatore della BBC in ambito scientifico, parlando di cambiamento climatico, ha dichiarato che “se non agiamo subito, il collasso della nostra civiltà e l’estinzione della maggior parte delle forme di vita sulla Terra sono l’unico orizzonte possibile.”
Gli animali sono specie indifese, ogni cambiamento che noi causiamo di giorno in giorno nelle loro vite, anche se piccolo, li costringe in situazioni nelle quali devono adattarsi, se possono, o, alternativamente, morire. Inoltre il mondo moderno, inteso soprattutto quale espressione del capitalismo economico, ha accresciuto esponenzialmente il numero di animali uccisi per fini alimentari, cosmetici, scientifici e sartoriali. Tutto ciò nella totale indifferenza dell’essere umano, troppo occupato a pensare al proprio benessere.
Ma se l’uomo pensa egoisticamente solo a se stesso, chi penserà al futuro del pianeta Terra e alle specie animali che solo nel nostro cosmo possiamo ancora ammirare? Se lo è chiesto Greta Thunberg “l’attivista del clima con l’Asperger”, la ragazza svedese ormai diventata un’icona mondiale per il suo impegno contro il riscaldamento climatico, l’inquinamento e il buco dell’ozono.
Greta è vegana: le sue motivazioni, ma anche quelle di tanti ambientalisti vegani, sono molto chiare. Questo regime alimentare ci può permettere di risparmiare una vita infernale a miliardi di animali sfruttati in tutto il mondo, perché l’industria della carne e dei suoi derivati non è solo crudele nei confronti degli animali, è anche dannosa per l’ambiente.
Con i suoi Fridays for future, sostenuta dal movimento da lei fondato (il Nuovo movimento ambientalista studentesco) ed utilizzando lo slogan “sciopero della scuola per il clima”, Greta ha smosso le coscienze ed ha portato questi temi alla ribalta, sensibilizzando un’intera generazione e arrivando al cuore della gente comune.
Greta, autrice insieme alla sua famiglia del libro “La mia casa è in fiamme”, si è presentata alla Conferenza sul clima dell’Onu, dove ha tenuto un veemente discorso rivolto ai leader mondiali presenti, accusandoli di comportarsi come “bambini irresponsabili, non abbastanza maturi da dire le cose come stanno”. Da allora non ha avuto paura di presentarsi ai più importanti meeting internazionali per ribadire le sue convinzioni.
Sarà Greta Thunberg, “Gretina” per i suoi detrattori, la piccola grande donna che salverà il mondo?