L’intervento era una balla, torna in carcere il pluriomicida Giovanni Sutera

Era ai domiciliari nel Parmense per ragioni di salute. Negli anni Ottanta uccise a sangue freddo un gioielliere a Firenze e la 17enne Graziella Compagna nel Messinese.

Parma – Giovanni Sutera, 67enne palermitano con un passato segnato da gravi crimini, è stato arrestato dai carabinieri a Busseto, nella bassa parmense, e trasferito nel carcere di Parma. L’uomo, che si trovava agli arresti domiciliari, aveva tentato di evitare il ritorno in carcere dichiarando falsamente la necessità di un intervento chirurgico. Le indagini dei carabinieri hanno però smascherato le sue affermazioni, prive di riscontro nei referti medici, portando la Procura generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Messina a revocare il beneficio dei domiciliari e a disporne l’immediata carcerazione.

La storia criminale di Giovanni Sutera è lunga e oscura, intrecciata con episodi di estrema violenza che hanno segnato le cronache italiane. Nel 1982, a Firenze, Sutera fu responsabile dell’omicidio di Vittorio Grassi, un gioielliere ucciso a sangue freddo durante una rapina in via Datini, nel quartiere di Gavinana. Per questo crimine, Sutera è stato condannato a 25 anni di reclusione, una sentenza che ha richiesto anni di processi per essere confermata. Tre anni dopo, nel 1985, mentre era latitante per l’omicidio di Firenze, Sutera si macchiò di un altro delitto efferato in provincia di Messina. A Villafranca Tirrena, la giovane Graziella Campagna, appena 17enne e commessa in una lavanderia, fu brutalmente uccisa con colpi di lupara. La sua colpa? Aver trovato, per puro caso, un’agendina dimenticata in una giacca da Gerlando Alberti junior, boss mafioso di Cosa Nostra di cui Sutera era il guardaspalle. L’agenda conteneva informazioni compromettenti che rivelavano la vera identità del boss, che si spacciava per “ingegnere Cannata”.

La scoperta di Graziella, sorella di un carabiniere, fu percepita come una minaccia dai due latitanti, che decisero di eliminarla. Per questo omicidio, Sutera è stato condannato all’ergastolo nel 2004, al termine di un lungo e complesso iter giudiziario, riapertosi grazie alle rivelazioni di pentiti e alla trasmissione “Chi l’ha visto?”.

Nonostante la gravità dei reati commessi, Sutera ha beneficiato di misure alternative alla detenzione in passato, suscitando polemiche e indignazione. Nel 2015, il Tribunale di Sorveglianza di Firenze gli aveva concesso la libertà condizionale, una decisione revocata nel 2018 dopo il suo coinvolgimento in un’indagine per traffico di droga. Nel 2022, Sutera aveva ottenuto la semilibertà, potendo lasciare il carcere di giorno per svolgere attività di volontariato presso un’associazione fiorentina che assiste anziani, tornando in cella la sera. Questa misura aveva scatenato le proteste della famiglia di Graziella Campagna, in particolare dei fratelli Piero e Pasquale, che da anni si battono per mantenere viva la memoria della sorella e per denunciare le concessioni giudiziarie a un pluriomicida mai pentitosi.

Negli ultimi mesi, Sutera si trovava agli arresti domiciliari a Busseto, in provincia di Parma, grazie a un beneficio concesso per presunte ragioni di salute. Per evitare il ritorno in carcere, l’uomo aveva dichiarato di dover affrontare un intervento chirurgico urgente. Tuttavia, i controlli effettuati dai carabinieri hanno rivelato che tali dichiarazioni erano prive di fondamento clinico. La falsificazione delle informazioni sanitarie ha spinto la Procura generale di Messina a emettere un ordine di revoca dei domiciliari, disposto dall’ufficio esecuzioni penali presso la Corte di Appello. Sutera è stato così arrestato e trasferito nel carcere di Parma.

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