Genitori più immaturi dei figli: il paradosso social che preoccupa gli esperti

Sui social impazzano le “challenge” con i bambini: tra uova rotte in testa e formaggi lanciati, si perde di vista il senso della genitorialità (e del ridicolo).

“Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente!”, affermava Mao Zedong, leader politico della Cina comunista. Si riferiva al caos della società cinese, all’inizio degli anni Sessanta, che avrebbe favorito il suo moto rivoluzionario. La frase cade a fagiolo per definire lo stato confusionale che domina sul web tra i genitori nei rapporti coi loro figli piccoli. I social stanno trasmettendo un’immagine della genitorialità più come un gioco di ruolo che come una relazione di cura ed educazione. Girano sul web, un vero e proprio caleidoscopio delle assurdità più vistose, dei video bizzarri che ottengono un sacco di like.

Uno dei più… apprezzati è stato quello che ritraeva un bambino il cui genitore rompeva sulla sua testa un uovo. Il piccolo scoppiava a piangere per poi restare impietrito di fronte a tanto… ardore paterno. “In galera, in galera” gridava Giorgio Bracardi, il brillante comico dell’equipe di Renzo Arbore, quando si trovava di fronte a situazioni che non condivideva o urticanti. Se non in galera, almeno rieducare gli autori di gesti così balordi in qualche centro per il recupero della genitorialità!

Uno dei video più apprezzati è stato quello che ritraeva un bambino il cui genitore rompeva sulla sua testa un uovo. Da restare attoniti!

Chissà qual è la molla che scatena un comportamento così infantile in una persona in teoria adulta, ma in pratica si comporta come un bamboccio! Quello che emerge dai social, con una visibilità inimmaginabile prima dell’era del web, è che queste persone manifestano grandi lacune nell’essere genitori. Ed invece sono proprio loro che in modo beota si mostrano felici e soddisfatti delle loro imprese. Il caso di cui sopra non è isolato, tutt’altro.

Oggi vanno di mode le sfide, le cosiddette “challenge”, in cui madri e padri posizionano la fotocamera del cellulare mentre fingono di compiere qualche azione, ad esempio, cucinare insieme ai loro figli che, secondo una recente indagine hanno tra i 2 e i 9 anni d’età. Una molto simile al caso summenzionato è la “Cheese challenge”, in cui c’è un cambio di ingrediente: una fetta di formaggio al posto dell’uovo che viene… gentilmente depositata (si fa per dire) sul viso del bambino. E’ lecito dubitare dell’alto grado di gradimento del piccolo, che infatti scoppia a piangere o, nella migliore delle ipotesi resta sbigottito con l’espressione di chi pensa “Dove cavolo sono capitato?”

Nella “Cheese challenge” i genitori si sfidano riprendendosi con la webcam, a lanciare una fetta di formaggio sul viso del loro bambino. Ma perché?

Molti psicologi dell’età evolutiva ritengono che i bambini vivono l’evento come un’umiliazione, una violenza psicologica che produrrà effetti negativi sul suo sviluppo. Come minimo corrono il rischio di trasformarsi in bulli, se non peggio. Alcuni hanno proposto l’istituzione di corsi ad hoc per diventare genitori, così come si fa per le adozioni. L’aspetto più evidente è che gli adulti abbiano accantonato il proprio ruolo ed ecco gli effetti.

La storia dell’umanità ci ha raccontato che la consapevolezza della genitorialità si manifesta all’atto di essere padre o madre. Come si è visto, molti non lo diventano mai. Come degli immaturi che pensano di giocare con dei pupazzi, dimenticando che “il bambino non è un piccolo uomo, un adulto in miniatura, ma un essere “altro” e diverso, dotato di un suo specifico modo di entrare in rapporto con il mondo”, come diceva la grande pedagogista Maria Montessori!

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