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Generazione Z: prospettive desolanti

La generazione Z, ovvero coloro che sono nati tra i medio-tardi anni ’90 del XX secolo e il primo decennio del 2000, è quella che più sta patendo per varcare la soglia del mondo del lavoro. Ma in giro c’è tanta impreparazione e approssimazione. Mancano gli specialisti.

Roma – L’incertezza globale, l’inflazione galoppante, l’erosione dei salari e la stagnazione economica sta ponendo i giovani di fronte a sfide molto dure da affrontare. Le loro abitudini, rispetto alla generazione precedente, si stanno rivelando molto diverse. Soprattutto, per quanto riguarda l’approccio col denaro. Fidelity Investment, multinazionale statunitense di servizi finanaziari con sede a Boston, nel Massachusetts, è uno dei più grandi gestori di fondi comuni e di fondi pensioni al mondo.

Preoccupazioni economiche e futuro incerto

Da un suo recente studio, è emerso che il 45% compreso nella fascia d’età tra il 18 ei 35 anni ha dichiarato che “è inutile risparmiare se la situazione non si riassetta. Inoltre, il 55% ha sospeso la programmazione della pensione durante la pandemia. Come dar loro torto. Con la crisi in atto è già un miracolo che si riesca a mettere insieme il pranzo con la cena. Come si può pensare al risparmio e ai fondi pensione? D’altronde, qual è il futuro che si presenta a ‘sti poveri cristi? La perdurante crisi climatica, il depauperamento costante del welfare state tradizionale, come la previdenza sociale, non possono che produrre uno profondo stato d’angoscia, da molti studiosi definito “ecoansia” e uno stato di serpeggiante inquietudine.

Tanto che da uno studio McKinsey –società internazionale statunitense di consulenza managerale a favore di aziende, istituzioni e organizzazione non profit- è emerso che quasi il 25% degli intervistati è pessimista sulla possibilità di andare in pensione ed il 41% spera di acquistare una casa. Sarà che quando si è giovani, questi aspetti della vita sembrano troppo in là da venire e, quindi vengono guardati con superficialità. Però c’è da dire che i numeri ci informano che pensione e proprietà della casa, punti fermi per le generazioni precedenti, costituiscono, per molti, un miraggio. Infatti, l’età media di chi ha comprato casa nel 2022 era di 36 anni, nel 2021 di 33.

La generazione Z valorizza il benessere personale

Non è mai stata così alta. E’ vero che queste ricerche riguardano la società statunitense, ma possono considerarsi verosimili, anche, per l’Europa. Un aspetto che sta molto a cuore alla generazione Z è che il benessere personale e la qualità della vita vengono messo al primo posto rispetto a quello economico. Una netta distanza dalle abitudini finanziarie dei Millennials, i nati tra il 1980 e la prima metà degli anni ’90 del secolo scorso. Una parte della generazione Z sta reagendo con molto scetticismo al peggioramento delle condizioni socio-economiche generali. Una delle reazioni è non fare nulla, distrarsi, abbandonarsi a vivere il momento.

Una forma di adattamento a quelli che sembrano essere gli effetti nefasti di questa fase del capitalismo. Sembra che la modalità di astenersi da qualunque attività, come atto di resistenza, stia diffondendosi pure in Cina. Evitare di sposarsi, di avere figli, di acquistare una casa o un’auto, di lavorare ore in più o non farlo affatto, sono testimonianze di un nuovo modo di vivere. Ma, anche, comportamenti che avranno ripercussioni di non poco conto sulla struttura sociale, come l’abbiamo conosciuta finora. Non avendo la sfera di cristallo, non si possono prevederne gli sviluppi. Quello che si può fare è conoscere il fenomeno per fornire risposte adeguate. Ci riusciremo? Ah, saperlo!

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