GELA – LA MANTIDE RELIGIOSA, PROMETTENDO SESSO, UCCISE LA SUA VITTIMA. RITORNA IN GALERA.

La donna, con potere decisionale, ritorna in carcere dopo problemi di salute che l'hanno vista ai domiciliari come altri boss. Deve scontare una pena residua di 7 anni.

Gela – Maria Rosa Di Dio, conosciuta come la “Mantide religiosa” di Gela, torna in carcere. La 61enne è una donna di mafia condannata a 22 anni di carcere anni per i reati di omicidio aggravato in concorso, associazione mafiosa e concorso in detenzione di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso. Nel 1992, in piena guerra di mafia tra i clan della “Stidda” e “Cosa nostra”, Maria Rosa Di Dio organizzò una trappola ad Agostino Reina attirandolo in un casolare con la promessa di una notte di sesso.

Maria Rosa Di Dio detta la “Mantide Religiosa”

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Ad attendere l’uomo in quel casolare, però, c’erano i sicari ingaggiati dagli Emmanuello che avevano deciso la morte di Reina. L’uomo venne ucciso e il suo corpo bruciato, tanto che per risalire all’identità della vittima ci sono voluti diversi anni. Solo nel 2010, dopo 18 anni di indagini, e grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, gli inquirenti hanno potuto fare luce sul caso, riuscendo a dare un nome a quella vittima attraverso l’esame del Dna. La “Mantide religiosa” venne condannata a 22 anni da scontare nel carcere di Vigevano, in provincia di Pavia, ma nel corso dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19, era stata sottoposta, come altri mafiosi, ai domiciliari per problemi di salute. Adesso la Procura Generale presso la Corte di Appello di Caltanissetta ha revocato la richiesta di ammissione provvisoria alla detenzione domiciliare e per Maria Rosa Di Dio si sono riaperte le porte del penitenziario dove sconterà i rimanenti 7 anni di pena.

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