Frode nel settore edile a Cremona: 399 lavoratori irregolari e sequestro da 1,5 milioni

Il provvedimento a carico di 4 società di capitali e 3 persone fisiche: nel mirino 14 immobili, 6 autovetture e 13 rapporti finanziari.

Cremona – Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia, il Gruppo della Guardia di Finanza di Cremona, in esecuzione di provvedimento cautelare disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Brescia a carico di 4 società di capitali e 3 persone fisiche, ha sottoposto a sequestro 14 immobili, 6 autovetture, 13 rapporti finanziari (recanti saldi attivi per circa 250 mila euro) e 19 mila euro in contanti per un valore stimato di oltre 1 milione e mezzo di euro.

Il Gip ha applicato la misura cautelare del sequestro preventivo ai sensi degli artt. 321 c.p.p. e 12 bis D.Lgs 74/00, convalidando il provvedimento d’urgenza precedentemente emesso dalla Procura, a fronte dei gravi indizi che sarebbero emersi dalle indagini sull’esistenza di una associazione per delinquere costituita da 3 imprenditori edili di Castelcovati (BS) che avrebbero gestito 3 società, intestate a prestanome” compiacenti ed aventi sede legale presso indirizzi inesistenti di San Bassano (CR), Crema (CR) e Pistoia, dedite all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti al fine di compensare indebitamente il corrispondente credito IVA fittizio per il versamento delle ritenute IRPEF e dei contributi previdenziali gravanti sulle retribuzioni degli operai edili.

Di fatto, tali aziende sarebbero state utilizzate quali “serbatoi di manodopera” al fine di fornire i lavoratori alla società “sana” del gruppo avente sede in Castelcovati (BS), mediante l’emissione di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, così somministrando illecitamente la manodopera in difetto delle autorizzazioni di cui al D.Lgs. 276/2003 ed eludendo i limiti di cui al D.Lgs. 81/2015 (atteso che le imprese somministranti, prive di reale consistenza aziendale, erano in realtà gestite dalla società ricevente).

L’attività investigativa, scaturita dalle attività di controllo fiscale eseguite a carico delle due imprese cremonesi, ha consentito di ricostruire le condotte illecite che il sodalizio criminale avrebbe realizzato dal 2020 in avanti. Si tratterrebbe, infatti, di fatture per operazioni inesistenti per circa 7 milioni di euro (di cui 4.8 milioni di euro oggettivamente inesistenti e 2.2 milioni di euro soggettivamente inesistenti), indebita compensazione di crediti d’imposta inesistenti per 600 mila euro, illecita somministrazione di 339 lavoratori dipendenti per gli anni 2021, 2022 e 2023 e relative sanzioni amministrative per l’importo complessivo di circa 850 mila euro.

Le tre imprese sono state poste in Liquidazione Giudiziale dal Tribunale di Brescia ed il relativo approfondimento investigativo ha evidenziato delle condotte di bancarotta fraudolenta patrimoniale in relazione alla distrazione di beni aziendali che sarebbe stata perpetrata per 1.4 milioni €, inoltre parte di tali somme sarebbe stata auto-riciclata acquistando orologi di lusso presso un’orologeria di Montecarlo.

Sarebbe, altresì, emersa la mancata adozione dei modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire reati di natura fiscale e fallimentare, con la conseguente applicabilità delle sanzioni di cui all’articolo 25 quinquiesdecies del D.Lgs n. 231/2001 in tema di responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato.

La Procura di Brescia ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini ex art. 415 bis c.p.p., in cui vengono contestati i reati di associazione per delinquere (416 c.p.), bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale (artt. 322, comma 1, 326 e 329 comma 2 lettera b) D.Lgs 14/2019), auto-riciclaggio (art. 648 ter-1 c.p.), emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 D.Lgs 74/00), dichiarazione fraudolenta (art. 2 D.Lgs 74/00) ed indebita compensazione di crediti inesistenti (art. 10 quater, comma 2, D.Lgs 74/00).

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