Frana Casamicciola e con essa lo Stato. La soluzione è nei condoni?

La mattina del 26 novembre scorso un costone del monte Epomeo, franato a causa delle forti piogge, ha travolto il paese campano provocando vittime e sfollati.

Roma – L’abusivismo edilizio è una piaga diffusa a macchia d’olio. Il dissesto idrogeologico è uno dei
problemi principali del territorio italiano. La recente frana di Casamicciola Terme, facente parte della città metropolitana di Napoli, è solo l’ultima tragedia, delle tante, che ha provocato lutti e distruzione. E, come al solito, oltre all’ipocrita e consueta retorica per le vittime, è scattata la gara del rimbalzo delle responsabilità.

Ma, ahimè, calamità di questo tipo non sono rare e si sono ripetute negli anni. Molte abitazioni sono state costruite su zone ad alto rischio e avrebbero meritato la demolizione. Ma l’abusivismo edilizio, una vera e propria piaga sociale, è stato spesso utilizzato a scopo di consenso elettorale. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Solo in Campania, dall’inizio del 2022 ci sono stati ben 18 eventi meteorologici estremi. Dal 2010 si sono verificati 38 alluvioni e 4 frane da piogge torrenziali. Per non parlare delle continue domande di sanatoria presentate in seguito ai condoni, che, puntualmente, vengono emanati. Un incentivo a continuare ad abusare, tanto prima o poi una sanatoria non si nega a nessuno. Questo vale anche per l’evasione fiscale. È come se lo Stato da un lato dicesse di sanzionare le irregolarità e poi le legalizzasse! Questi dati sono stati diffusi da CittàClima, un osservatorio di Legambiente sugli impatti dei cambiamenti climatici nel territorio italiano, con particolare riguardo per le aree urbane.

Veduta dall’alto della frana che ha devastato il paese di Casamicciola Terme.

Ma oltre a valutare i danni, ha proposto, almeno, tre azioni concrete per mitigare il rischio idrogeologico: un piano nazionale di adeguamento al cambiamento climatico, una legge contro il consumo di suolo, istituzione di un comitato nazionale per l’attenuazione del suddetto rischio. Secondo Legambiente, su tutto il territorio nazionale, ci sono ben 71mila abitazioni su cui pendono ordinanze di demolizione, di cui oltre l’80% non sono state ancora eseguite. La Campania, col 50,6%, è la regione con la più alta percentuale di abusivismo edilizio, seguita dalla Calabria col 46,6%. Sull’ultimo gradino del podio (si fa per dire) il piccolo Molise col 45,8%.

Numeri che dimostrano come il fenomeno, sia totalmente “fuori controllo” (tanto per usare la terminologia del report). Inoltre, il dossier “Abbatti l’abuso” di Legambiente ci ha informato che nel Nord Italia si fanno più controlli e sanzioni, rispetto al Sud, dove il fenomeno è più diffuso. Anche in questo settore si manifesta la dualità della nostra nazione. Per quanto riguarda gli immobili abbattuti la più alta percentuale è nelle regioni settentrionali. Nelle regioni meridionali, in particolare Puglia, Campania, Sicilia e Calabria –ovvero dove hanno avuto origine le 4 mafie italiane: sacra corona unita, camorra, mafia e ndrangheta- secondo l’ultimo report “Ecomafia” è concentrato il 43% degli illeciti nell’abusivismo edilizio. Ad esempio, la Campania ha il triste primato con 6.996 disposizioni di demolizione.

Sono sempre più frequenti i sequestri per abusi edilizi.

Ebbene, ne sono state concretizzate solo 2.517, pari al 17,4%. In parole povere, 5 volte su 6 l’abusivismo è certo di non subire alcun tipo di sanzione. La prevenzione dovrebbe essere considerata un investimento per il futuro, anche dal mero punto di vista economico. Il costo di tragici eventi, infatti, è senza dubbio più ingente di quello per la messa al sicuro del territorio. Per non parlare delle vittime umane che, forse, non avrebbero subito una sorte così tragica, chissà! Ma, come recita un passo del Vangelo: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno dei cieli”. Vale a dire, nel nostro caso, che è più facile il prossimo disastro ambientale, che la politica intervenga per evitarlo!

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